Lautaro: 'Inter, non ti ho lasciata mai sola. Ai Mondiali con la caviglia a pezzi, ora credo allo scudetto' VIDEO
Qual è la prima cosa che hai pensato quando hai visto l’ultimo rigore entrare?
“A tutto ciò che ho fatto in passato, sognavo quel momento da bambino e non pensavo potesse essere così bello”.
Era il sogno più grande della tua carriera? Adesso qual è quello nuovo?
“Sicuramente si, era il passo più importante della mia carriera, il punto massimo da raggiungere perché si gioca per la gente del proprio paese. È stato bellissimo ed emozionante anche per come l’abbiamo vinta, ma adesso dobbiamo continuare a vincere perché la mentalità è questa, vincere tutte le competizioni in cui si gioca”.
Credi ancora allo scudetto?
“Si, credo a tutto. Non è ancora neanche finita la prima parte, anche se abbiamo perso punti importanti e lo sappiamo. Mercoledì ci aspetta una partita importante, dovremo essere intelligenti e fare la nostra partita. Poi arriva il Parma e dovremo anche essere pronti per la Supercoppa”.
Vincere un Mondiale cambia la carriera di un calciatore, cosa ti porti nel tuo bagaglio? Cosa porteresti della tua Argentina all’Inter?
“Di guardare sempre avanti con forza perché le partite sono lunghe. Cercherò di trasmettere questo, ma abbiamo calciatori d’esperienza, molto importanti nello spogliatoio”.
Puoi raccontarci l’emozione dei festeggiamenti a Bahia?
“Difficile spiegare l’emozione, a Bahia Blanca mi hanno dato un grande riconoscimento, a me e alla mia famiglia. È stata un’emozione incredibile, felicità totale, anche quella vissuta a Buenos Aires. La Coppa mancava da tanto e meritava un festeggiamento così”.
Quante ore hai dormito dopo la finale?
“Un’ora sull’aereo di ritorno, a casa poco, anche perché la bambina aveva il fuso orario e abbiamo dormito poco”.
Ci dici i tre momenti più belli vissuti in Qatar? “Come primo scelgo la sconfitta con l’Arabia perché ci siamo parlati e ci siamo messi a lavorare come avevamo fatto in questi tre anni. Poi metto la partita con l’Olanda, dove ci hanno raggiunti nel recupero, è stato difficile, ma è uscita di nuovo la forza del gruppo. Il terzo, invece, è il rigore di Montiel”.
Come cambia il fisico di un giocatore dopo un impegno così?
“Io credo che una vittoria del Mondiale ti dia più forza, magari di testa sei più stanco per tutto quello che hai vissuto, ma è più una cosa mentale che fisica”.
Come si alimenta la fame di vittoria?
“Lavorando e con l’amore e la passione che ho per questo sport. Entro in campo per vincere tutte le partite e sono così anche in allenamento”.
Offrirai una cena ai compagni?
“Non mi hanno ancora chiesto niente, ma tutto quello che vogliono”.
A volte ti innervosisci quando non trovi il gol. Aver vinto il Mondiale, ti fa raggiungere un nuovo stato?
“Sì, anche qui abbiamo affrontato tanti momenti difficili. Quando non faccio gol cerco di aiutare diversamente, dando il 100% in ogni partita. Da un mese, già prima del Mondiale, giocavo con la caviglia a pezzi e sono arrivato al Mondiale non come volevo. Quando vado a dormire ho la coscienza pulita perché ho dato tutto e nessuno può dirmi niente”.
Adesso come stai con la caviglia?
“Sono pronto, sono tornato dopo 10 giorni di riposo e adesso sto bene. Se il mister sceglie di farmi giocare, sono pronto per dare una mano alla squadra”.
Com’è passare in due settimane dalla vittoria Mondiale alla partita fondamentale contro il Napoli? È una cosa mai accaduta prima.
“È difficile, ma ho festeggiato, bevuto e dormito poco, quindi ho fatto tutto. Già sull’aereo del ritorno la testa era al Napoli e alle cose che ci dirà il mister per preparare questa sfida nel miglior modo possibile perché sarà molto importante”.
Cosa ti ha detto Inzaghi quando hai vinto il Mondiale?
“Mi ha fatto i complimenti, così come tutti i compagni che mi hanno scritto subito. Sono contento di essere qui con loro a lottare per tutti gli obiettivi”.
Da uomo in cosa ti ha cambiato il Mondiale?
“Ho cominciato giocando, ma il Mondiale è così, devi essere sempre al 100% e io avevo qualche problema alla caviglia. Ma sono molto contento di tutto quello che ho vissuto e imparato”.
Quale fotogramma ti resterà per sempre nella testa?
“Ci sono momenti bellissimi che ho vissuto sia con l’Argentina che con l’Inter. Sono molto orgoglio e contento di far parte di questo gruppo che in questi anni ha vinto trofei. Il momento più bello vissuto in Nazionale è quando mia figlia ha toccato la Coppa del Mondo. Lei ha quasi due anni e da quando c’è lei ho vinto quasi tutti i trofei. Mi ha portato bene”.
Sei pronto a diventare un leader di questo spogliatoio?
“Sicuramente sì, sono quasi 5 anni che sono qui e sicuramente mi sento importante. Ho preso responsabilità nello spogliatoio e cerco di aiutare sempre qualcuno che ha bisogno di una mano, anche i giovani, perché i gruppi si creano così. Abbiamo tanti calciatori importanti in questo spogliatoio”.
L’Inter ti è stata grata per quanto hai lasciato sul campo?
“Dopo l’Atalanta mi hanno ringraziato tanto perché non mi sono mai tirato indietro. Io sono duro e nascondo il dolore. Cerco di essere sensore in campo per aiutare tutti. Siamo tutti pronti, anche Lukaku sta bene, poi sceglierà il mister ma siamo al completo e arriveremo al meglio alla partita”.
C’è stato un messaggio che ti ha fatto particolarmente piacere?
“Quello della mia nonna, che attraversa un periodo difficile e per quello anche mamma non è venuta al Mondiale, per stare a casa con lei”.
Come avete vissuto anche la mistica legata a Maradona?
“L’assenza di Diego ha fatto male a tutti noi argentini, è una leggenda e adesso si sta godendo questa Coppa lì, dov’è in questo momento”.
Mancini ha detto che l’Italia avrebbe potuto vincere anche l’Italia, cosa ne pensi?
“Ho letto tanti messaggi di italiani che ci stavano vicino e questo mi fa piacere, è bello perché l’Italia manca da due Mondiali e quest’anno avrebbe meritato di partecipare. Adesso ci sono tanti giovani forti, con talento, spero che al prossimo Mondiale ci sia anche l’Italia”.
Come hai trovato lo spogliatoio? Ci sono difficoltà a riattaccare la spina dopo una sosta così? Che insidie nasconde questa partita?
“Il Napoli ha qualità e dobbiamo essere bravi in pressione quando avranno palla. Ho trovato benissimo la squadra, hanno lavorato tanto e mi hanno raccontato degli allenamenti di Malta. Sarà una partita importante per il nostro futuro”.
Quando sei arrivato all’Inter eri una persona e un calciatore diverso, in cosa ti senti migliorato e in cosa vuoi ancora migliorare?
“Ho avuto tanti allenatori e sono cambiato sia fisicamente che tatticamente. Non so dirti in cosa voglio migliorare ancora, ma in tutto per essere ancora più maturo in campo e aiutare la squadra con quello che serve”.