
Lautaro Martinez, Inter-Juve lo spot per cui non è da Pallone d'Oro
- 63
IN DIFFICOLTÀ - Per essere "il migliore" serve altro, serve una costanza che anche l'anno scorso è mancata (soprattutto nel finale di stagione) e che quest'anno emerge con ancor più importanza. Lautaro Martinez nello sviluppo dell'azione di Simone Inzaghi è fondamentale quanto e forse più di Thuram dato che è appoggiandosi a lui sulla trequarti che l'Inter riesce spesso a creare il giro palla in grado di innescare le catene laterali. Oggi lui è in difficoltà, dal punto di vista fisico ancor prima che da quello tecnico-tattico e i dati di Inter-Juventus purtroppo lo testimoniano andando addirittura oltre i singoli episodi.
IN CALO IN TUTTE LE STATISTICHE - Rispetto alla stagione 2023/24 e ancor di più rispetto alla prima parte di quella stagione che aveva numeri mostruosi, tutte le statistiche più importanti del centravanti argentino sono in calo. Il numero di contrasti vinti è calato dal 72% al 50%, i duelli vinti sono calati dal 45,4% al 40.9% e quelli aerei dal 58,5% addirittura al 41,6 %. La differenza di prestazione si vede anche nella gestione della palla con la percentuale di passaggi riusciti calata dal 79,1% al 75,8% con un calo anche in quelli lunghi passati dal 65,6% al 55,6% e una media di passaggi nei 90 minuti scesa da 25,6 a 18.2. E in zona gol? Anche lì il dato è negativo con un fattore di conversione di azioni da gol calato dal 29,6% al 16,7%.
INCIDE IN NEGATIVO - E se questo non bastasse ci sono anche gli espisodi che incidono anche e soprattutto sul risultato. Nel derby con il Milan è lui che si perde Gabbia andando a stamparsi sul blocco di Tomori. Ieri sera, invece, è da lui e dalla sua palla persa che si genera il gol del momentaneo 2-1 della Juventus. La pagella del nostro Pasquale Guarro è lo specchio della gara: "Perde palla a centrocampo e la Juventus trova il gol sulla ripartenza. Ancor peggio del pallone perso, la sceneggiata che compie torcendosi di dolore a terra come se avesse subito un fendente. Non è la prima volta. Sfiora il gol di testa e un altro se lo divora quando impatta male un cross dalla destra". Oggi più che mai, nonostante l'ottima annata passata, è emerso il limite che Lautaro ha per essere "da Pallone d'Oro". Se lui è al top è decisivo e, forse, potrebbe anche essere da primo al mondo. Se non lo è, tuttavia, non solo non riesce ad essere leader e trascinatore, ma può capitare che sia addirittura dannoso. La brutta notizia per Simone Inzaghi non è che non vincerà il tanto ambito premio stasera a Parigi, ma è che oggi è davvero lontano dall'essere in forma.