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Lautaro: "Dopo lo Scudetto 2021 tante offerte, ma sono rimasto perché volevo altre vittorie. Do tutto per l'Inter"
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DUE GOAL DA SCUDETTO NEL 2021 - "Dopo aver vinto il derby ci siamo resi conto che lo Scudetto era nostro, anche perché giocavamo un calcio speciale, difendendo bene e giocando a memoria. E' stata una vittoria fondamentale per il finale di stagione per poi vincere il mio primo campionato, un momento che rimarrà per sempre anche perché era durante il periodo del Covid. Abbiamo messo tanta forza dopo il lockdown, avremmo voluto festeggiare con tutta la gente, ma rimane uno dei trofei più importanti per me. Quando è nata Nina, sono rinato, ho cambiato tutti gli atteggiamenti in campo diventando più calmo. Questa cosa mi ha fatto crescere tanto".
LA FESTA SCUDETTO - "La foto con la coppa mi rimarrà nel cuore perché è stato il mio primo trofeo all'Inter e da professionista, peraltro dopo tanti anni di digiuno per il club. Non potevamo non vincere, c'era la squadra, c'era il lavoro e c'era l'impegno. Alla fine volevamo finire bene, abbiamo riportato un trofeo che mancava da tanto tempo. Io dovevo dimostrare tanto in quella stagione, ho lavorato tantissimo per mostrare tutte le mie qualità. Sono contento e orgoglioso di esserci riuscito. Dopo quella stagione sono arrivate tante offerte per andare via, ma sono rimasto perché volevo ancora vincere con l'Inter, dove mi sono sentito a casa sin da subito. Sono rimasto qui perché la mia famiglia si è innamorata di Milano e io dovevo ancora dare tanto all'Inter. Io guardo sempre il progetto sportivo e in quel momento il club aveva in mente di fare qualcosa di importante. Infatti dopo lo scudetto sono arrivati altri trofei, quello vuol dire che ho preso la scelta giusta. Era quello che volevo, il mio obiettivo".
LE GRIGLIATE ALLA PINETINA - "Tutto parte da qua, la cosa più importante è la squadra. Se tu hai un gruppo unito, che pensa nella stessa maniera, sicuramente è più facile vincere. Ho iniziato a fare le grigliate chiedendo il permesso al nutrizionista e poi al mister. Sono momenti dopo l'allenamento in cui ci si rilassa, mi piace stare insieme ai miei compagni. E' una tradizione che portiamo avanti noi argentini, ho visto che lo facevamo in passato anche Zanetti, Cambiasso... Mi ricorda sempre casa mia, mio padre. Racconto un aneddoto: abitavo in centro, vicino a via Monte Napoleone, e c'era una signora che mi faceva i video mentre grigliavo. Poi ho cercato un'altra casa, ora sono all'ultimo piano e nessuno mi può dire nulla".
ARGENTINA CAMPIONE DEL MONDO - "Che posso dire? Sono tornato in Italia, a casa mia, l'applauso di San Siro è stato bellissimo. Vincere il Mondiale è sempre speciale, è stato molto bello e difficile anche per quello che ho vissuto in quel torneo. Ho giocato il Mondiale con la caviglia distrutta, facevo infiltrazioni tutti i giorni, già alla seconda gara non avevo più sensibilità alla caviglia. Sono arrivato a fine stagione, dopo la finale di Champions, che volevo operarmi. Una decisione difficile da affrontare, ora mi viene da piangere perché per l'Inter do sempre tutto. Ho sempre dato il massimo, ma a volte queste cose non si vedono (si commuove, ndr). Sono molto sensibile. Ho voluto giocare con una caviglia così perché volevo sempre stare in campo e allenarmi. Per me non esserci al Mondiale di Russia fu un colpo durissimo, essere arrivato in Qatar con una caviglia così non era quello che volevo. Io sono così, non guardo al domani ma do il massimo ogni giorno".
MILITO - "E' stata una persona speciale al Racing, nel 2014. Quando ci siamo conosciuti, io ero giovane e lui parlava tanto con i ragazzini del vivaio. Per me è stato un fratello maggiore, ho esordito col Racing entrando al suo posto. Lui è una leggenda del club, di lui mi è rimasta dentro una frase che mi diceva 'ogni giorno devi fare sempre di più'.
IL GOAL NELL'EURODERBY - "All'andata abbiamo fatto due gol subito, approcciando molto bene la gara. Non abbiamo lasciato nulla al Milan. Al ritorno dovevamo replicare quanto fatto perfettamente all'andata, ci siamo qualificati meritatamente. Il gol? Uno dei più importanti mai realizzati. In quella settimana sono uscito solo una volta, i tifosi erano emozionati. E' stato bellissimo giocare il ritorno in casa".
LA VITTORIA IN COPPA ITALIA CON LA FIORENTINA - "Una gara iniziata male, poi andando avanti la tifoseria ha cominciato a cantare dopo 15' dandoci la spinta per portare la coppa a casa. I 100 gol all'Inter? Bellissimo, fare il 100esimo in una finale è stato un momento unico".
LA FASCIA DA CAPITANO - "E' una cosa molto importante, a maggior ragione in un club storico come l'Inter che ha avuto tanti grandi capitani. Sapevo da mesi che sarei diventato capitano, poi quando la indossi provi felicità e orgoglio. Io sono lo stesso anche senza fascia, ma mi fa piacere portarla. Dico sempre che ho bisogno di tutti, siamo una squadra. Rispetto e umiltà sono le cose racchiuse in questa fascia".
Commenti
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Ehi ROSIKogliONI qual è il vostro capitano? Ah già ne cambiate a ogni partita. .. imbarazzanti