L'Atalanta prende tempo per De Ketelaere. E se nel suo destino ci fosse ancora il Milan?
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"Siamo contenti che domani tornerà a disposizione. Sin dal primo giorno ha avuto un ottimo impatto, sia a livello calcistico che umano e di comportamenti. Siamo contenti di lui ma non è il momento di concentrarsi sul mercato, bisogna pensare al campo, più avanti faremo delle scelte". Parole e musica dalla viva voce dell’amministratore delegato dell’Atalanta Luca Percassi che, a pochi minuti dall’inizio della prima semifinale di Coppa Italia contro la Fiorentina si è espresso così in merito al futuro di Charles de Ketelaere. Reduce da un infortunio - distrazione all’adduttore della gamba sinistra - con la sua nazionale durante l’ultima sosta, l’attaccante belga è pronto a riprendersi un posto nella formazione di Gasperini nella prossima trasferta di campionato di Cagliari (domenica 7 aprile, ore 18). Da titolare o partendo dalla panchina non è ancora chiaro, anche perché nella settimana successiva i nerazzurri sono attesi dalla complicatissima partita di Europa League, ad Anfield, contro il fortissimo Liverpool di Jurgen Klopp.
NON E' IL MOMENTO - Parole di circostanza quelle scelte da Percassi, che in effetti attende l’esito di una stagione che vede l’Atalanta ancora in corsa su tutti i fronti - per conquistare la finale di Coppa Italia servirà ribaltare lo 0-1 di Firenze, mentre la corsa per il quarto ed eventualmente anche il quinto posto per la Champions League è più aperta che mai - prima di decidere insieme al direttore sportivo Tony D’Amico e a Gian Piero Gasperini da chi ripartire l’anno prossimo. Su De Ketelaere pende un’opzione di riscatto di 22 milioni di euro, più un massimo di 2 di eventuali bonus fino al 2027 (qualora la Dea procedesse all’acquisto a titolo definitivo): un investimento significativo dopo i 3 messi sul piatto un’estate fa per il prestito e per un calciatore che, dopo un impatto traumatico con la realtà del calcio italiano, ha iniziato finalmente a mostrare quel potenziale che era emerso nell’esperienza di Bruges. 10 gol e 7 assist in 34 partite sono un ottimo bottino, ma l’ultima decisione passerà dalle valutazioni che verranno fatte in base alle uscite programmate dal club atalantino - Koopmeiners su tutte - sull’intero parco attaccanti che, tra Scamacca, Miranchuk, Lookman ed El Bilal Touré ha fornito risposte alterne.
I DUBBI - L’Atalanta vuole vederci chiaro insomma e comprendere fino in fondo se de Ketelaere valga una spesa tanto importante per affermarsi, a partire dalla prossima stagione, come un titolare fisso capace di determinare anche nelle gare di cartello, quelle che definiscono il reale spessore tecnico e caratteriale di un calciatore, seppur giovane. Tolta la doppietta contro la Lazio del 4 febbraio scorso, contro le big del campionato italiano ma anche in Europa il classe 2001 ha faticato ad emergere e a trovare la giocata decisiva, alimentando i dubbi sulla tenuta caratteriale ad alti livelli. Dietro le parole di Percassi si celano dunque legittimi interrogativi che potrebbero anche lasciar pensare che a giugno Atalanta e Milan si ritrovino attorno ad un tavolo per ridiscutere i termini del riscatto. Magari a cifre più basse.
E SE IL MILAN... - Uno scenario da non scartare ma che alimenterebbe allo stesso domande all’interno dell’area tecnica rossonera. Acquistato per 35 milioni di euro nell’estate 2022 dopo una trattativa estenuante condotta da Paolo Maldini e Ricky Massara, De Ketelaere si è rivelato la più classica delle operazioni “giuste” ma in un momento ed in un contesto sbagliato viste le necessità del Milan dell’epoca. Reduce da uno scudetto vinto contro pronostico e bisognoso di rinforzi più pronti per provare a consolidarsi. Ma questa non siginifica che si sia trattato di un’intuizione del tutto errata, visto che in un’altra posizione, quella che in carriera lo ha sempre valorizzato al meglio, e con una squadra con meccanismi di gioco differenti il numero 17 nerazzurro ha dimostrato di avere i colpi del potenziale crack. E’ una provocazione ma fino ad un certo punto: e se il Milan decidesse di riprovarci l’anno prossimo?
UN NUOVO RUOLO - Il De Ketelaere che farebbe ritorno a Milanello sarebbe un calciatore diverso, sicuramente ritrovato nel morale e nella consapevolezza dei propri mezzi, avendo avuto finalmente la possibilità di esprimersi con continuità, quella che in rossonero Stefano Pioli non ha avuto il tempo di concedergli. A proposito: molto passerà dalle reali chance del tecnico emiliano di giocarsi in questo prossimo mese la conferma alla guida del Milan, allontanando le voci che lo vogliono destinato alla sostituzione a prescindere dal contratto in scadenza nel 2025. Bocciato da centrocampista offensivo e chiuso in quella posizione da calciatori con caratteristiche fisiche e tecniche diverse - Loftus-Cheek è destinato a rimanere centrale nel Diavolo a prescindere da chi sarà l’allenatore - Charles de Ketelaere ha dimostrato all’Atalanta di poter essere quell’attaccante di raccordo o quella seconda punta al fianco di un vero nove che non è detto che non possa fare comodo nel Milan di domani.
VOGLIA DI RISCATTO - Con Olivier Giroud destinato alla partenza a fine campionato, Noah Okafor destinato ancora a galleggiare tra il ruolo di vice Leao o di prima punta atipica e un Luka Jovic in attesa di una presa di posizione definitiva circa il possibile rinnovo del contratto per un’ulteriore stagione, anche numericamente il ritorno del belga in rossonero avrebbe un senso logico. Oltre a rappresentare un’opportunità personale di dimostrare a tutti ed in primis a se stesso di potersi giocare le sue chance in una grande squadra ma dopo un’annata fondamentale dal punto di vista della crescita tattica e psicologica. Tutti argomenti da mettere sul tavolo a giugno, quando Atalanta e Milan si ritroveranno di nuovo l’una di fronte all’altro per prendere una decisione definitiva.
NON E' IL MOMENTO - Parole di circostanza quelle scelte da Percassi, che in effetti attende l’esito di una stagione che vede l’Atalanta ancora in corsa su tutti i fronti - per conquistare la finale di Coppa Italia servirà ribaltare lo 0-1 di Firenze, mentre la corsa per il quarto ed eventualmente anche il quinto posto per la Champions League è più aperta che mai - prima di decidere insieme al direttore sportivo Tony D’Amico e a Gian Piero Gasperini da chi ripartire l’anno prossimo. Su De Ketelaere pende un’opzione di riscatto di 22 milioni di euro, più un massimo di 2 di eventuali bonus fino al 2027 (qualora la Dea procedesse all’acquisto a titolo definitivo): un investimento significativo dopo i 3 messi sul piatto un’estate fa per il prestito e per un calciatore che, dopo un impatto traumatico con la realtà del calcio italiano, ha iniziato finalmente a mostrare quel potenziale che era emerso nell’esperienza di Bruges. 10 gol e 7 assist in 34 partite sono un ottimo bottino, ma l’ultima decisione passerà dalle valutazioni che verranno fatte in base alle uscite programmate dal club atalantino - Koopmeiners su tutte - sull’intero parco attaccanti che, tra Scamacca, Miranchuk, Lookman ed El Bilal Touré ha fornito risposte alterne.
I DUBBI - L’Atalanta vuole vederci chiaro insomma e comprendere fino in fondo se de Ketelaere valga una spesa tanto importante per affermarsi, a partire dalla prossima stagione, come un titolare fisso capace di determinare anche nelle gare di cartello, quelle che definiscono il reale spessore tecnico e caratteriale di un calciatore, seppur giovane. Tolta la doppietta contro la Lazio del 4 febbraio scorso, contro le big del campionato italiano ma anche in Europa il classe 2001 ha faticato ad emergere e a trovare la giocata decisiva, alimentando i dubbi sulla tenuta caratteriale ad alti livelli. Dietro le parole di Percassi si celano dunque legittimi interrogativi che potrebbero anche lasciar pensare che a giugno Atalanta e Milan si ritrovino attorno ad un tavolo per ridiscutere i termini del riscatto. Magari a cifre più basse.
E SE IL MILAN... - Uno scenario da non scartare ma che alimenterebbe allo stesso domande all’interno dell’area tecnica rossonera. Acquistato per 35 milioni di euro nell’estate 2022 dopo una trattativa estenuante condotta da Paolo Maldini e Ricky Massara, De Ketelaere si è rivelato la più classica delle operazioni “giuste” ma in un momento ed in un contesto sbagliato viste le necessità del Milan dell’epoca. Reduce da uno scudetto vinto contro pronostico e bisognoso di rinforzi più pronti per provare a consolidarsi. Ma questa non siginifica che si sia trattato di un’intuizione del tutto errata, visto che in un’altra posizione, quella che in carriera lo ha sempre valorizzato al meglio, e con una squadra con meccanismi di gioco differenti il numero 17 nerazzurro ha dimostrato di avere i colpi del potenziale crack. E’ una provocazione ma fino ad un certo punto: e se il Milan decidesse di riprovarci l’anno prossimo?
UN NUOVO RUOLO - Il De Ketelaere che farebbe ritorno a Milanello sarebbe un calciatore diverso, sicuramente ritrovato nel morale e nella consapevolezza dei propri mezzi, avendo avuto finalmente la possibilità di esprimersi con continuità, quella che in rossonero Stefano Pioli non ha avuto il tempo di concedergli. A proposito: molto passerà dalle reali chance del tecnico emiliano di giocarsi in questo prossimo mese la conferma alla guida del Milan, allontanando le voci che lo vogliono destinato alla sostituzione a prescindere dal contratto in scadenza nel 2025. Bocciato da centrocampista offensivo e chiuso in quella posizione da calciatori con caratteristiche fisiche e tecniche diverse - Loftus-Cheek è destinato a rimanere centrale nel Diavolo a prescindere da chi sarà l’allenatore - Charles de Ketelaere ha dimostrato all’Atalanta di poter essere quell’attaccante di raccordo o quella seconda punta al fianco di un vero nove che non è detto che non possa fare comodo nel Milan di domani.
VOGLIA DI RISCATTO - Con Olivier Giroud destinato alla partenza a fine campionato, Noah Okafor destinato ancora a galleggiare tra il ruolo di vice Leao o di prima punta atipica e un Luka Jovic in attesa di una presa di posizione definitiva circa il possibile rinnovo del contratto per un’ulteriore stagione, anche numericamente il ritorno del belga in rossonero avrebbe un senso logico. Oltre a rappresentare un’opportunità personale di dimostrare a tutti ed in primis a se stesso di potersi giocare le sue chance in una grande squadra ma dopo un’annata fondamentale dal punto di vista della crescita tattica e psicologica. Tutti argomenti da mettere sul tavolo a giugno, quando Atalanta e Milan si ritroveranno di nuovo l’una di fronte all’altro per prendere una decisione definitiva.