AFP via Getty Images
La verità di Allegri: manca metà squadra, è una Juve virtuale non quella pensata. L’assenza di Rabiot pesa, Chiesa e Pogba in campo a gennaio
PERSONALITA' - Qualcosa manca. Ci fermiamo presto. Questo è compito mio, stiamo lavorandoci ogni giorno. Molti errori però sono tecnici.
MERCATO - Potremo contare a gennaio su Chiesa e Pogba, poi vedremo cosa potergli chiedere subito. Non sono biciclette. Quanto tempo dovranno avere per tornare alla loro altezza? Ci sono difficoltà oggettive, le conosco, non alleno da un giorno e ho sempre sbagliato poco. Ma ripeto, questa di adesso è una Juventus virtuale. Sono contento del progetto di mercato, mi è piaciuto. Ma i giocatori in campo non ci sono. Provate a togliere all’Inter o al Milan cinque titolari.
GIOCO - Ho visto con interesse su Sky l’intervista di Carlo Ancelotti a Paolo Condò. Ha detto che dopo aver perso le prime due partite, ha chie-sto alla squadra di abbassarsi venti metri e aspettare lo Shakhtar. Il Real, capite? Hanno vinto 5-0. Il Psg perdeva 1-0 in Israele, poi hanno segnato Messi, Mbappè e Neymar, non tre chiunque. La qualità sta sempre nei giocatori, non negli schemi. Un buon allenatore deve prima di tutto pensare ai giocatori. Io adesso ho mezza squadra titolare fuori. Mezza squadra esatta. Dopo il Benfica mi sono fermato a parlare con Rui Costa, non avrei smesso più. Mi diceva che oggi il calcio è rovesciato, se un giocatore fa un buon passaggio è già un fenomeno. Se fa un lancio di quaranta metri, doppio fenomeno. Me nel calcio deve essere normale passare bene la palla, saperla lanciare. Oggi si scambia la regola per l’eccezione. Non può essere così. Io adoro la qualità dei miei giocatori, li ho cercati e voluti. Non ho schemi prestabiliti, adatto il gioco alle loro qualità. Non sono un fenomeno per questo, è mestiere. Il giocatore è fatto di particolari che vanno sempre considerati. Non esiste per esempio un modo di stoppare la palla. Ce ne sono due. Se la stoppi all’indietro è uno stop difensivo, se lo sai fare in avanti, comincia un’azione di attacco. Questo è calcio vero, applicato. Come i passaggi: non basta dare il pallone a un compagno in area, devi darglielo con i giri contati altrimenti quello non tira in porta, deve prima girarsi. Oggi i giocatori non pensano, ubbidiscono. Non interpretano. È la soluzione più facile. Mentre il calcio è una somma di singole fantasie. Col Benfica Di Maria è entrato pochi minuti e ha messo uno davanti al portiere da trenta metri. Posso dire che era uno schema? No, era Di Maria. Io li ho questi giocatori, se siamo tutti, siamo forti. Oggi non so nemmeno con quale squadra andremo a Monza, partita solo da vincere. Ma ho altri due acciaccati e non ho più sostituzioni. Guardo con felicità alla sosta, dopo potrò almeno recuperare tre giocatori.
GIOCATORI - Posso dire che Bremer è fortissimo. Mi aspettavo molto da Milik e molto sta arrivando. Sai perché? Perché Milik gioca comunque bene a calcio, sbaglia sempre il minimo. Sa muoversi. A me oggi manca molto Rabiot. Lo discutono in tanti, ma Rabiot fa 13-14 cose buone a partita e sul campo pesa sempre. Torniamo al punto di prima: Rabiot ha tecnica e fisico.
FUTURO - Dobbiamo vincere a Lisbona, battere due volte l’Haifa e vedere se basta. In campionato l’Inter è la più forte, anche se gli manca la fascia di Perisic. Si è rinforzata molto a centrocampo con Mkhitaryan e Asllani, che è bravo. Il Milan ha due giocatori eccezionali e molto moderni, Theo Hernandez e Leao. Si ritorna all’importanza della fisicità. Non c’è nel mondo un altro che salta l’uomo con la potenza e la leggerezza di Leao. Quando siamo tutti, siamo molto forti anche noi. Ma ne riparleremo, spero presto.