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    La tradizione dei portieri stranieri alla Juve non fa sorridere Szczesny: le storie

    La tradizione dei portieri stranieri alla Juve non fa sorridere Szczesny: le storie

    • Cristiano Corbo
    Diciassette anni. Sembra un’infinità, e forse lo è davvero. La Juve cambia titolare della propria porta dopo un’intera vita di alti, bassi, tuffi e parate all’angolino: che storia, quella di Gianluigi Buffon. Che intanto oggi ha salutato, che verosimilmente è già in viaggio direzione Parigi: firmerà un contratto annuale con un’opzione di prolungamento per un’ulteriore stagione. Dalle parti della Tour Eiffel, l’ex numero uno bianconero proverà a vincere quello che non gli è ancora riuscito di fare in carriera: quella Coppa dalle grandi orecchie che aspetta solo di riempire il positicino lasciato libero nella bacheca personale dell’estremo difensore – probabilmente – più forte di tutti i tempi.

    IL DATO - E Gigi lascerà anche un vuoto atipico, sì. Perché nella storia del calcio, il portiere della Juve ha quasi sempre coinciso con il numero uno della Nazionale. No, non stavolta: sebbene Perin rappresenti la perfetta prosecuzione di questa legge non scritta, l’ex Genoa ha già saputo di partire dalle retrovie. E prendersi – metaforicamente – la casacca numero uno dei bianconeri sembra ardua impresa per il ragazzo di Latina.

    TRADIZIONE NEFASTA - Cosa può aiutarlo? La tradizione non favorevole dei portieri stranieri in maglia Juve. Da van der Sar a Carini, passando per Bonnefoi e Isaksson: non è mai stata una vera e propria storia d’amore.

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