La terza stella della Juve fa cosi' paura alla Figc che Abete prepara la ritirata
E' proprio vero, il vento sta cambiando e gonfia le bandiere juventine. A tal punto che in via Allegri, se la stanno gia' facendo sotto.
Lo dimostra l'ultima, sconcertante sortita di Giancarlo Abete, presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio, per 4 volte campione del mondo e per una volta campione olimpica.
Se la squadra di Conte vincera' lo scudetto, la sua dirigenza ha gia' annunciato che sulle maglie cucira' la terza stella, non accettando le sentenze della giustizia sportiva su Calciopoli, per le quali il club di Agnelli e' sceso in guerra contro la Figc, chiedendole 440 milioni di euro a titolo di risarcimento danni.
Agnelli aveva scelto lo scontro frontale per reagire all'atteggiamento ponziopilatesco del consiglio federale, che il 18 luglio 2011 decise di non decidere sul ricorso bianconero, presentato dopo il rapporto Palazzi.
Nel suo dettagliato resoconto sugli ultimi sviluppi della giustizia ordinaria in materia di Calciopoli, fra le altre cose il procuratore federale dichiarava il non luogo a procedere nei confronti dell'Inter per sopraggiunta prescrizione.
Lo stesso Palazzi demandava al Consiglio Federale il pronunciamento sulla revoca dello scudetto 2006, assegnato a tavolino all'Inter dall'allora commissario Guido Rossi, nonostante i Tre Saggi gli avessero detto che, a norma di regolamento, il titolo sarebbe potuto non essere attribuito a nessuno, stante le manifeste irregolarita' accertate. Il Consiglio Federale se ne lavo' le mani e la guerra continua.
La Juve fa benissimo ad adire ogni via legale che le consenta di tutelare i propri interessi, anche alla luce della sentenza di primo grado del processo penale di Napoli, che ha escluso ogni responsabilita' diretta della societa' nello scandalo. Nella stessa misura, l'Inter si trincera dietro la possibilita' di non rinunciare alla prescrizione e non molla il titolo 2006.
Ognuno ha il diritto di comportarsi come meglio crede, ma, il problema, oggi non e' ne' la Juve e nemmeno l'Inter.
Il problema e' che, in un sistema regolato da norme chiare e precise, il presidente della Federazione, non puo' uscirsene affermando: "La Federazione comunque sarà sempre attenta sul sistema delle regole. Attendiamo che questo campionato si concluda in maniera positiva e serena, senza i traumi che ci sono stati in serie B per la morte di Morosini e in serie A per i fatti di Genova. E poi vedremo i risultati del campionato e valuteremo. Se si porra' il problema della terza stella, ne discuteremo".
Queste cose, Abete, le ha pure dette a margine del convegno 'Le regole, il rispetto, la reputazione', organizzato dalla Lega di serie B a villa Necchi Campiglio a Milano.
Tradotto in italiano, delle due l'una: o la Federcalcio ritiene che le sentenze di Calciopoli siano state giuste e allora, per la stessa Federazione, la Juve conta 27 scudetti e la sola terza stella che puo' cucirsi sul petto e' quella d'argento, se il 20 maggio a Roma i bianconeri conquistano la decima Coppa Italia.
Oppure - e questa sarebbe la notizia dell'anno - anche alla luce della sentenza napoletana di primo grado, la Federazione ha cambiato idea, sconfessa se stessa e il suo sistema di regole, pensa che la Juve abbia ragione, le restituisce due titoli e, se conquistano il titolo 2011-2012, i bianconeri hanno tutto il diritto di cucirsi la fatidica terza stella dorata.
Tertium non datur, come ammonivano gli antichi padri.
O meglio, un'altra ipotesi ci sarebbe. Che Abete e il Consiglio Federale vadano a casa prima possibile. Per fare tabula rasa e dare una chance di rinascita al calcio italiano.
Xavier Jacobelli
Diretore Editoriale www.calciomercato.com