
La Svizzera non è più forte dell'Italia, è più squadra: basta mettere i giocatori al loro posto, senza presunzione
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QUANTA CONFUSIONE - Sperimentare, con poco tempo a disposizione, sa molto di presunzione. Invece di dare certezze, necessarie in un torneo che nella migliore delle ipotesi dura solo una mese, ha trasmesso ai giocatori grande confusione. Partendo dalle convocazioni fino ad arrivare alle scelte di campo, tecniche e tattiche. Dalla difesa a quattro poi passata a tre e di nuovo tornata a quattro, all'indiscussa titolarità di Di Lorenzo, passando per la promozione di Fagioli, fino ad arrivare a una fase offensiva praticamente nulla. La verità non si può nascondere: in molti erano fuori ruolo, quasi tutti non sapevano cosa fare.
SPALLETTI COLPEVOLE - Il principale responsabile è proprio il commissario tecnico, che in un mese si è reso conto quanto allenare una nazionale, per di più prestigiosa ed esigente come quella italiana, sia un lavoro diametralmente opposto a quello di guidare un club. Dopo il fischio finale del match dell'Olympiastadon, dopo una delle prestazioni più vergognose e patetiche della storia del calcio a tinte azzurre, si è lamentato per il poco tempo a disposizione per lavorare ("serve tempo e io non ne ho avuto tantissimo mentre i miei predecessori hanno quasi tutti avuto più partite di me” ha detto a Rai Sport), motivo in più per metterlo in cima alla lista dei colpevoli.
ITALIA PIU' FORTE - L'opposto della Svizzera, che tolto Xhaka, un giocatore che l'Italia non ha, ha una rosa tecnicamente inferiore a quella azzurra. Sfido a dire il contrario. Yakin, criticato in patria per il cammino pre Europeo, non ha fatto nulla di speciale, non ha tirato fuori nessun coniglio dal cilindro, ha costruito una nazionale secondo le caratteristiche dei suoi giocatori, tecniche e fisiche, valorizzandone le qualità. Ha puntato sulla solidità di Akanji, mettendogli accanto l'esperto Rodriguez, diventato un braccetto di sinistra affidabile e Schar, decisamente più a suo agio rispetto a uno contesto a quattro. In mezzo ha puntato sull'affidabilità e sul momento di Aebischer e Freuler, autori di una stagione super col Bologna, con loro Ndoye, uomo in più, ma di certo non superiore a Chiesa o a Zaccagni.
GIOCATORI FUNZIONALI - In attacco, con l'ex Basilea, hanno trovato continuità Vargas ed Embolo. Il primo è arrivato da una stagione da 4 gol in 31 partite con l'Augsburg, club di medio-bassa classifica, undicesimo nell'ultima Bundesliga. E che dire di Embolo, che ha nell'ultimo anno, complice la rottura del legamento del ginocchio e diversi problemi di natura muscolare, ha giocato solo 182' con il Monaco, con un solo gol all'attivo. Prima scelta, con Kwadwo Duah, 27enne attaccante del Ludogorets (15 gol in stagione) prima alternativa. A discapito dei più mediatici Okafor e Amdouni. Giocatori funzionali, come i vari Sierro, Rieder o Stergiou, che non hanno nulla di più nei nostri azzurri. Ma al posto giusto, per il bene della Svizzera.