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Italia, Gravina: "Progetto pluriennale con Spalletti, nessuno pretenda dimissioni"
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Sono attese spiegazioni in merito e oggi, a partire dalle 12.30, ogni dubbio è stato sciolto vista la conferenza stampa a Iserlohn, nel ritiro dell'Italia, da parte del presidente federale Gabriele Gravina, che ha spiegato e illustrato il futuro di Spalletti e non solo.
TUTTI RESPONSABILI - "Ringrazio chi ha dato un significativo contributo di lavoro a questo appuntamento, mi riferisco a tutti i nostri collaboratori che hanno messo a disposizione tutto il necessario per la squadra e la parte tecnica. Circa 40mila presenze qui a Casa Azzurri è un segnale positivo. Oggi giornata particolare, tanti sentimenti e riflessioni dopo ieri. Siamo dispiaciuti per non aver potuto dare ai tifosi italiani quella gioia che meritavano, dispiaciuti per il risultato, sappiamo che è soggetto a tantissime variabili che prevedono anche sconfitta. Quello che rimane è la delusione per non aver potuto restituire tutto quello che è stato fatto, non aver saputo reagire come sappiamo fare. Questa è la delusione su cui dobbiamo riflettere tutti. Ieri sera io, il mister, Buffon e tutta la squadra abbiamo iniziato a parlare, i ragazzi hanno condiviso tutte le nostre responsabilità, non abbiamo nulla da nascondere: siamo tutti responsabili".
SPALLETTI CONFERMATO - "Abbiamo parlato anche con il mister, io sono molto pragmatico e non si può pensare di abbandonare un progetto pluriennale solo dopo pochi mesi. C'è da cambiare qualcosa anche in termini di approccio. Dobbiamo crescere tutti. Quando si cade bisogna rialzarsi con la forza del progetto e del lavoro, io i problemi li affronto così, non fuggo di fronte alle responsabilità ma teniamo distinte quelle politiche da quelle tecniche altrimenti si rischia di strumentalizzare la parte tecnica per attaccare quella politica. Il senso di responsabilità implica in questo momento lucidità da parte mia, non possiamo pensare di mettere in essere atti che potrebbero fare danni ancora peggiori. Alcuni atti li abbiamo commessi in passato, ancora oggi parliamo di difficoltà ma le stiamo affrontando con un progetto pluriennale".
C'E' FIDUCIA - "Spalletti ha la nostra fiducia, tra 60 giorni inizia un nuovo appuntamento e non si può pensare che improvvisamente in Italia fioriscano gli Mbappé, i Cristiano Ronaldo e i Messi. Nel nostro Paese dobbiamo valorizzare il talento, che c'è: tutte le giovanili sono qualificate alle fasi finali. I ragazzi hanno dimostrato grande attaccamento ma presenze zero".
DIMISSIONI E CRITICHE - "Le critiche feriscono tutti ma bisogna avere la capacità di prendere spunto per migliorare, fa parte del ruolo. Quelle costruttive e legittime vanno prese in considerazione, quelle strumentali legate a una richiesta di dimissioni in un momento di chiusura come questo no. Dobbiamo essere chiari: non esiste che qualcuno possa pretendere dimissioni dall'esterno nell'ambito di governance federale. La scadenza è prevista a marzo 2025, le elezioni avverranno nella prima data utile, non si possono fare prima della chiusura delle Olimpiadi. Andremo a un confronto democratico, quella è l'unica sede legittima".
GIOVANI E STRANIERI IN SERIE A - "Ci sono leggi nazionali e internazionali che impediscono alcune scelte legate all'utilizzo dei giovani. È un fatto culturale: il 67% dei calciatori sono stranieri in Serie A, noi abbiamo 32-33% di selezionabili. Noi stiamo resistendo strenuamente alla possibilità di tesserare extracomunitari. Cultivare vivaio non è un costo ma un investimento, dobbiamo essere tutti d'accordo su un progetto di valorizzazione dei giovani altrimenti non si può imporre nulla".
MONDIALI E FUTURO - "La consapevolezza di non poter mancare l'appuntamento con il prossimo Mondiale c'è. Poi dobbiamo sempre fare i conti con la realtà, nessuno di noi è in grado di garantire risultato se non attraverso l'impegno. Dal 2018 la scelta della Federazione sui vivai è sempre stata di finanziare sempre tutta l'attività di base. Dobbiamo allargare la base dei selezionabili, tra 60 giorni approcciamo la Nations League che ha grande importanza a livello di ranking. Questi sono i calciatori che abbiamo, siamo un po' più lontani rispetto agli obiettivi che ci eravamo posti, ma non ci si può arrendere. Dobbiamo sensibilizzare al meglio e tirare fuori il meglio da questi ragazzi. Sappiamo che sarebbe disastro inimmaginabile non centrare la qualificazione per la terza volta di fila".
SECONDA CANDIDATURA - "È prematuro, non ci ho ancora pensato. Io rispondo al mondo del calcio in un ruolo di servizio, è giusto che ci sia confronto aperto per verificare se il percorso va continuato o interrotto. Lo faremo poi".
UN NUOVO ORGANISMO - "Abbiamo già iniziato nuovo percorso da ieri sera, dopo confronto abbiamo individuato alcuni errori. Metteremo in essere atti per evitare errori di questo genere. Ero stato bloccato ma lo farò: individuare 5 tecnici in A per istituire organismo tecnico consuntivo all'interno del club Italia per avere maggior confronto con le società e individuare giovani. Non possiamo più commettere errori che stiamo portando avanti da tanto tempo".
LA VALORIZZAZIONE DEI GIOVANI - "Meccanismo si inceppa nella mancanza di valorizzazione dei giovani, che hanno zero presenze con i club. Abbiamo valorizzato seconde squadre. Alcune squadre Primavera hanno 100% stranieri, in tutta Europa si cerca di ridurre l'età, la nostra Primavera ha aumentato di un anno il limite d'età. Purtroppo la ricerca continua del risultato sportivo a tutti i costi e in breve tempo non ti permette di avere pazienza sulla valorizzazione di questi ragazzi. Avete visto l'Under 17 come ha vinto l'Europeo contro il Portogallo: ti fa capire che hai ragazzi straordinari che a volte non giocano nemmeno in Primavera. Perché la federazione non può incidere su questo? Poi le responsabilità sono le nostre".
SQUADRA MORTIFICATA - "Ieri sera ci siamo confrontati, la delusione è di tutti, i ragazzi erano mortificati. La delusione più grande è quella di non essere riusciti a manifestare concretamente i grandi sacrifici che hanno fatto in questi 30 giorni. Non sono deluso da loro ma dalla prestazione. Loro sono il bagaglio su cui dobbiamo continuare ad investire. In 60 giorni è dura trovare alternative che facciano fare un grande salto di qualità. Non sarebbe giusto buttare via tutto il lavoro fatto".
Qui sotto, tutte le dichiarazioni del commissario tecnico dell'Italia Luciano Spalletti.
RINGRAZIAMENTI E RIMPIANTI - "Ringrazio i tifosi della vicinanza e dell'amore, i calciatori per la disponibilità e la professionalità a mettere in campo quello che gli chiedevo e lo staff federale per la qualità e disponibilità nel trovare soluzioni a ogni problema. Mi dispiace non aver fatto vedere il loro livello di qualità. Rimorsi o rimpianti? È un giochino che non faccio, indietro non si può tornare. Ho sbagliato qualcosa, ho tentato di ringiovanire la squadra e lo farò ancora di più in futuro".
MIGLIOR SPALLETTI POSSIBILE - "Miglior Spalletti possibile? No, non lo avete visto in questi 10 mesi altrimenti farei discorsi diversi. Mi è stato detto di aver alzato troppo i toni, aver fatto uso di miti da seguire, ma così è la mia vita. Ci vogliono sempre esempi da seguire altrimenti cosa sarebbe il nostro percorso. Io sono entrato che c'era subito urgenza di risultati e per quello che necessitava il momento siamo stati bravi fino a un certo punto, non siamo riusciti a crescere in questo mini percorso fatto e ieri si è fatto un passo indietro importante che non si può accettare. Ma si riparte da lì, penso di sapere cosa fare e lo metterò in pratica".
SCELTE FUTURE - "La partita di ieri ci ha riportato allo zero e da lì ripartiamo. Ringiovanirò questa rosa per creare un gruppo, sulla leadership non mi sono state date le risposte che cercavo. Il futuro sarà più giovane con energie e forze nuove".
TROVARE LEADER - "Difficile trovare calciatori come Chiellini e Bonucci, ma si è visto che dando la possibilità a calciatori come Calafiori si può trovare qualità. Dobbiamo credere che ci siano potenzialità che passano attraverso il gioco senza dover essere quello votato a gestire altre cose".
NOTTE PIU' COMPLICATA - "No, la mia vita è tutta complicata, a volte sono state complicate da gestire anche le vittorie. Tante notti passate a pensare al calcio per amore e passione. Mi sono fatto tanti amici... Quella più evidente è la telefonata di Matilde che mi dice ti voglio bene, quella supera tutto".
IL CONFRONTO CON GLI AZZURRI - "Siamo arrivati all'Europeo con qualificazione meritata ma difficile. Sapevamo di avere difficoltà massimali, lo racconta la storia che i club che abbiamo affrontato siano organizzati bene tra esperienza e maturità. Noi siamo tra le più giovani, ce n'è solo una più giovane di noi. Ci si aspettava più reazione ma fino alla qualificazione c'è stata reazione diversa da quella di ieri. Ieri ci fa rimanere male, si diventa responsabili in maniera importante. Se ci siamo capiti con la squadra? Ho sempre avuto confronto giornaliero con loro e non ho visto criticità particolari. Non so se lei allude a qualcosa di più preciso... Sono stato addosso perché ho cercato di fare il mio lavoro al 100%, ho ritenuto giusto non far passare niente. È un'analisi che devo fare, ci penserò, mi sembrava tutto abbastanza normale. Ci sono già passato, quando lotti per non retrocedere dalla C1 alla C2 è la stessa cosa, poi cambia quello che c'è in palio. La maglia dell'Italia è il massimo a cui aspirare".
DELUSIONE - "Io ho detto che ero rimasto sorpreso dalla disponibilità dei giocatori e resto della stessa idea fino alla partita di ieri. Di quella sono deluso perché non ho visto reazione, anche contro la Spagna l'ultimo quarto d'ora abbiamo creato situazioni dove si poteva pareggiare. Ieri ho visto meno questa rabbia di riconquistare palloni, sfidare un avversario che era alla nostra portata. Le analisi le faccio andando ad approfondire quello che ho visto in partita, che ha una realtà differente. Abbiamo fatto troppo poco. Se la risposta è questa, io devo fare qualcosa di diverso".
UMORE DELLA SQUADRA - "Umore della squadra era perfetto e corretto, poi se ci riferiamo ai sorrisi plastificati... Dentro il gruppo abbiamo sempre detto la stessa cosa, noi dall'ambiente interno: stava nascendo un gruppo sano. Erano tutti molto legati e molto amici, tutte le sere in stanza insieme a fare tornei e scherzare. Che la maglia azzurra possa diventare un peso, visto il risultato di questa partita, è una cosa che cercheremo di andare a capire per avere delle risposte. Prima di andare via dalla riunione della mattina, abbiamo chiesto chi non si sentiva di battere i rigori. Chi voleva batterli ha alzato il braccio, altri lo hanno tenuto giù. Va fatto racconto completo e onesto, che c'è già polverone naturale...".
GIOCARE COI CALCIATORI - "Differenze tra allenatore e ct sono oggettive, oggi dico una cosa a un giocatore che può avere una reazione, domani magari gli faccio i complimenti, poi lo faccio giocare... Qui non lo puoi fare, non hai tutta quella possibilità di 'giocare' in modo psicologico con la mente del soggetto. Il vestito me lo sono messo anche oggi, mi sta benissimo (ride, ndr). Le differenze ci sono e mi devo affrettare anche io a completare un percorso che mi mette davanti cose nuove".