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  • Della Valle chiede un titolo a Montella e lo stadio a Renzi

    Della Valle chiede un titolo a Montella e lo stadio a Renzi

    • Luca Cellini

    Non viene spesso allo stadio 'Franchi', pur avendo smaltito soltanto da qualche mese la profonda delusione per l'inchiesta di Calciopoli, in cui è stato coinvolto, insieme al fratello Andrea, e all'amministratore viola Sandro Mencucci (anche se la partita per lui con la giustizia non è ancora chiusa, visto la dichiarazione spontanea di una settimana fa, resa a Napoli), ma quando viene a Firenze per Diego Della Valle è un tour de force di impegni, quasi quanti quelli che deve gestire da imprenditore di livello mondiale della sua azienda principale, quella calzaturiera, durante il resto della settimana. Mister Tod's domenica scorsa ha chiuso la sua giornata facendosi fare foto insieme alle scuole calcio affiliate alla sua Fiorentina, all'esterno del principale impianto calcistico fiorentino, non sottraendosi al bagno di folla dei tifosi viola che lo hanno esaltato, non come il fratello minore pochi minuti più tardi, ma comunque con cori dai decibel molto alti.

    Diego Della Valle però aveva già dato la sua impronta nella prima parte della domenica: prima incontrando la squadra capitanata da Manuel Pasqual, caricandola in vista di un match che se per Firenze è la 'gara dell'anno' da praticamente sempre, per il classe '53 di Sant'Elpidio a Mare è la sfida alla famiglia Agnelli, e di rifletto a quella Elkann, che stanno ostacolando la politica di rinnovamento economica cui da tempo sta pensando, su scala nazionale e continentale, l'azionista di maggioranza gigliata.

    Il maggiore dei figli di Dorino Della Valle ha parlato soprattutto con Vincenzo Montella, cui ha chiesto conto dei punti buttati via contro Inter, Parma e Cagliari. Perchè se Andrea fa la parte del buono, sempre pronto a dare una parola rassicurante per tutti i suoi giocatori e per dare la scossa all'ambiente, Diego recita quella del cattivo: per lui, una squadra per la quale ha avvallato lo sforamento del monte ingaggi la scorsa estate, quest'anno non può vivacchiare a metà classifica, come prima del match con la Juve la graduatoria stava dicendo, e il suo 11esimo anno da proprietario della Fiorentina deve essere ricordato come quello del primo trofeo importante da alzare, sia esso Europa League, o coppa Italia. Confermato Eduardo Macia con contratto di fatto prolungato 'senza limiti', per Daniele Pradè, attuale d.s., il numero uno di casa gigliata affiderà il suo futuro nelle mani del nuovo C.d.a. che nel club viola verrà rinnovato a marzo prossimo.

    Ma la notizia più importante, sempre in casa Fiorentina, e a firma Diego Della Valle, è il colloquio di oltre mezz'ora andato in scena nel pre gara fra l'imprenditore proprietario di quote anche del quotidiano Le Monde e Rcs Media Group ed il sindaco di Firenze Matteo Renzi. Tema del confronto la possibile costruzione di un nuovo stadio nella città nativa di Dante Alighieri, in zona nord ovest. Le parole dall'Ucraina del presidente esecutivo Mario Cognigni avevano gelato le speranze su questa prospettiva degli uffici di Palazzo Vecchio, con il vicesindaco Saccardi che era delusa dalla 'chiusura', parsa netta dell'amministratore delegato di Tod's sull'impianto calcistico da mettere su, insieme ad uffici e area commerciale, proprio nell'area fra mercato ortofrutticolo ed aereoporto.

    Diego Della Valle ha ribadito al sindaco Renzi le richieste: maggiore disponibilità in metri quadri sull'area, e soprattutto spinta, che però deve arrivare da Roma, soprattutto attraverso il progetto presentato dal deputato Pd, ed ex assessore allo sport, Dario Nardella, per la legge sui nuovi stadi, che agevolerebbe fiscalmente investimenti per un nuovo stadio di calcio. Il primo cittadino rottamatore di Firenze non ha perso le speranze di presentarsi alle prossime elezioni comunali, in programma a giugno 2014, con il 'si' definitivo di mister Tod's al progetto sull'area Mercafir. Un perfetto spot elettorale, che sarebbe per Renzi anche trampolino indispensabile nella prospettiva per divenire futuro premier, una volta che l'avventura del governo Letta sia giunta al suo termine.

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