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    La scelta diversa dell'Udinese: fiducia nei vice-allenatori, il segreto di Cioffi

    La scelta diversa dell'Udinese: fiducia nei vice-allenatori, il segreto di Cioffi

    • Mirko Mauro
    Il trend delle panchine in Serie A è spesso molto confusionario. Diverse società si trovano a cambiare la guida tecnica della propria squadra anche più e più volte nel corso di una singola stagione, dove accade spesso che anche allenatori esonerati vengano poi richiamati sulla stessa panchina. C’è una società però che negli ultimi due anni ha preso una direzione diversa. L’Udinese infatti, dopo gli ultimi due esoneri, ha scelto di proseguire con i rispettivi vice allenatori. E’ successo con Luca Gotti, nel novembre 2019, subentrato come primo allenatore a Igor Tudor, e sta succedendo anche in questa stagione, con Gabriele Cioffi che ha preso il posto proprio di Luca Gotti, lo scorso dicembre, dopo essere stato il suo allenatore in seconda.

    INVERSIONE DI MARCIA – Una scelta alquanto curiosa, in casa bianconera, quella di proseguire per la seconda volta consecutiva con il “vice” di un allenatore esonerato, ma che, come era successo nella prima esperienza con Gotti, sta portando dei miglioramenti nei risultati dopo i soli 16 punti in altrettante giornate sotto la guida di Gotti. Cioffi ha esordito come primo allenatore dell’Udinese l’11 dicembre contro il Milan, strappando subito un pareggio importante, che se non fosse stato per la zampata finale di Ibrahimovic, si sarebbe tramutato in una vittoria con esordio da favola. Da allora la compagine friulana ha ripreso a conquistare punti in campionato perdendo solo contro l’Atalanta (dove i friulani arrivavano al match dopo un momento delicato dovuto ad un focolaio covid all’interno del gruppo squadra) e contro la Juventus allo Stadium. Con la vittoria nell’ultimo turno contro il Torino, sofferta e arrivata all’ultimo respiro, il bottino del tecnico toscano da primo allenatore comprende 11 punti in 7 gare di campionato (compresi i 3 punti ottenuti a tavolino contro la Salernitana) e una qualificazione agli ottavi di finale di Coppa Italia, dove i suoi uomini si sono arresi soltanto ai supplementari contro la Lazio.

    CONTINUITA’ E VALORIZZAZIONE – A Cioffi va dato il merito di aver sfruttato le conoscenze dell’ambiente Udinese e di averle fatte sue, senza stravolgere l’identità della squadra e il suo piano di gioco, proseguendo sulla base di un 3-5-2 che Udine si vede ormai da diversi anni. Questo ha permesso alla sua squadra di mantenere serenità e di proseguire un percorso di crescita già avviato con Luca Gotti in panchina. Questo processo che vede coinvolto il gruppo friulano, può essere sicuramente aiutato dalle varie individualità presenti in rosa. Basti pensare al tandem offensivo composto da Deulofeu e dalla sorpresa Beto, capaci di mettere a segno insieme 14 gol e 2 assist, o dalla batteria dei vari esterni presenti in rosa, messi in risalto appunto dal modulo utilizzato, che vede spiccare su tutti il talento di Nahuel Molina. A tutto questo va aggiunto anche un altro fattore importante: il rientro di Roberto Pereyra, a cui Cioffi finora ha dovuto sempre rinunciare, causa lo stop forzato per infortunio dell’argentino a fine novembre. Un altro uomo di qualità su cui puntare per convincere tutti a Udine che anche questa volta, la scelta dei Pozzo di puntare su un nuovo “vice”, può rivelarsi una mossa azzeccata. 

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