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    La Sardegna si ribella a Fuccillo, un'insegnante: 'Basta generalizzazioni sulla scuola, niente lezioni a luglio'

    La Sardegna si ribella a Fuccillo, un'insegnante: 'Basta generalizzazioni sulla scuola, niente lezioni a luglio'

    L'articolo di Mino Fuccillo 'Da Draghi la prima proposta sensata della scuola' ha diviso il mondo degli insegnanti. Una docente di un Liceo Scientifico del Sud Sardegna, Barbara Pitzalis, ha scelto Calciomercato.com per replicare: 

    L'ipotesi di una rimodulazione del calendario scolastico per il recupero degli apprendimenti ha sollevato innumerevoli polemiche da parte di chi, anche a distanza, ha lavorato e sta continuando a lavorare con serietà e profitto. Quando si parla di recupero di giorni persi, si generalizza troppo: ce n'è effettivamente bisogno? In quali regioni e in quali scuole? Ad esempio in Sardegna, dove insegno, gli alunni delle scuole primarie e secondarie di primo grado hanno sempre frequentato in presenza dall'inizio dell'anno scolastico e, se si è resa necessaria una chiusura, è stata temporanea e si sono comunque continuate a svolgere le lezioni a distanza. Invece nelle scuole secondarie di secondo grado, in cui insegno, si è iniziato in presenza per poi passare alla DDI (Didattica Digitale Integrata), che integra momenti di insegnamento a distanza (svolti su piattaforme digitali) ad attività svolte in presenza. A nessuno degli alunni in condizioni di difficoltà (alunni con disabilità, con disturbi specifici di apprendimento e altri bisogni educativi speciali o con difficoltà di connessione) è stata però mai negata la frequenza in presenza.

    Chi ritiene che l'insegnamento a distanza sia tempo perso da recuperare sbaglia di grosso. Certamente in presenza si lavora meglio e con più efficacia, ma ormai anche a distanza si sono fatti passi da giganti, vista l'esperienza del precedente anno scolastico: noi insegnanti abbiamo rimodulato la didattica in modo da poter essere fruita anche su una piattaforma digitale, valutiamo gli apprendimenti con interrogazioni e verifiche che consentano agli alunni di copiare il meno possibile e ci stiamo impegnando per far funzionare tutto nel migliore dei modi. Dal canto loro, gli alunni che studiavano in presenza continuano a farlo anche a distanza e, viceversa, quelli che non si impegnano a distanza non lo facevano nemmeno in presenza. Non si è perso nessun giorno, quindi sarebbe inutile prolungare l'anno scolastico fino a fine giugno: chi ha studiato è stanco e ha bisogno delle meritate vacanze estive; chi non ha studiato sarebbe meglio che frequentasse i corsi di recupero che, anche senza l'emergenza sanitaria determinata dalla pandemia, le scuole hanno sempre organizzato per il recupero degli apprendimenti.

    Mi auguro davvero che il lavoro che noi insegnanti stiamo svolgendo con i nostri alunni in questo difficile anno scolastico non sia sminuito e che non si pensi che l'alzata di scudi degli insegnanti contro la proposta della rimodulazione del calendario scolastico sia motivata dalla paura di perdere "mesi di vacanze", come ho già letto da qualche parte, perché tra esami di Stato, corsi di recupero ed esami di riparazione questi fantomatici mesi si riducono a 35 giorni, né più né meno di tante altre categorie di lavoratori. Quindi il prolungamento dell'anno scolastico non andrebbe di certo a intaccare le ferie che ci spettano di diritto, il problema sorgerebbe nel momento in cui si decidesse di attuarlo senza tener conto della specificità delle singole situazioni.

     

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