ANSA
La Samp fa suo il 'derby dei derelitti' nella peggior settimana della sua storia recente. Il Genoa di Sheva è agghiacciante
Proprio vero: il calcio è un enigma avvolto in un mistero. Quando pensi di averlo decifrato, la scienza del pallone che rotola ti smentisce. In capo alla peggiore settimana della sua storia recente – il presidente Ferrero agli arresti, l’allenatore D’Aversa nella bufera, di fatto esautorato, la squadra sotto choc – la Sampdoria sfodera la partita della vita nella serata della vita. 3-1 al Genoa, gioco e risultato sempre saldamente in controllo, salvo nel finale concitato. Il gol di Destro spezza il clean sheet di Audero, con la squadra blucerchiata avanti di tre lunghezze grazie alla doppietta di Gabbiadini e al gol di Caputo.
Il Genoa si è arreso alla migliore organizzazione di gioco dei rivali, con Gabbiadini e Candreva al di sopra di una spanna e più rispetto a compagni ed avversari. La loro classe ha impresso la deriva blucerchiata ad un match molto combattuto e mai scorretto, tenuto bene in pugno dall’esperto arbitro Doveri, che ha personalità e conosce lo spirito del gioco. Unico neo l’ammonizione frettolosa a Thorsby (ormai nel mirino dei fischietti) per un falletto ingenuo su Vanheudsen e il giallo tardato a Sturaro, che non ha badato a spese nell’arrotare le caviglie avversarie. In classifica la Sampdoria schizza a quota 18, per la prima volta in zona sicurezza. Il Genoa con 10 punti resta impiccato al penultimo posto. Lo score di Shevchenko è agghiacciante: cinque partite un solo punto e appena un gol segnato. Le gravi assenze spiegano molto ma non tutto. Manca organizzazione di gioco e gli schemi sono scontati. L’ingresso di Destro, a metà ripresa sullo 0-3, ha dato lo scossone giusto alla squadra. Bello il suo gol rapinoso segnato di testa saltando nel sandwich lasco fra Colley e Chabot. Bello ma irrimediabilmente tardivo. Ormai i giochi erano fatti. La Sampdoria ha condotto in porto la vittoria sprecando con Candreva (palo) e due volte Verre in contropiede la quaterna clamorosa. Sarebbe stato troppo. Col recupero del bomber rossoblù (settimo gol in campionato) il Grifone potrà giocarsela meglio. A cominciare da Roma, venerdì lo attende la Lazio. Poi l’Atalanta a Marassi.
Era il derby dei derelitti, disputato in una serata gelida, spazzata dal vento di tramontana. Ventimila sugli spalti, gradinate al completo, tifo appassionato ma veniva il groppo in gola a ripensare alle stracittadine dei tempi di Vialli e Mancini contro Aguilera e Skuravy. Il Pato uruguagio in tribuna, sommerso da uno scroscio di applausi. Vialli a Londra in attesa della chiamata del finanziere americano Jamie Dinan, che sta costruendo da mesi la offensiva per acquistare la Sampdoria. Settimana drammatica per il club blucerchiato, l’ormai ex presidente Massimo Ferrero incarcerato a San Vittore sotto il peso di 34 ipotesi di reato. La squadra reduce da due sconfitte, Fiorentina e Lazio, scossa e preoccupata del futuro societario. Classifica non ancora drammatica ma è un attimo ritrovarsi sul toboga della lotta per la salvezza. Genoa addirittura disperato, penultimo posto, cinque punti sotto i rivali cittadini. Sheva recupera capitan Criscito, ritrova Badelj e Sturaro e preferisce Vanheusden a Biraschi. D’Aversa, sfiduciato da Ferrero che la mattina dell’arresto a Milano aveva appuntamento coll’agente di Stankovic, stringe i denti. Assenze di qua e di là, ma conta chi gioca. La Sampdoria rinuncia a capitan Quagliarella (“problemini muscolari”, informa D’Aversa) e schiera Caputo in coppia con Gabbiadini. Centrocampo a quattro con Candreva e Thorsby larghi, Ekdal e Silva pendolari sulla fascia centrale del campo.
Il 3-5-2 classico di Sheva contro il 4-4-2 di D’Aversa. Geometrie variabili, pressing e contropressing, qualche errore di troppo nei fraseggi, interventi spigolosi nella tonnara centrale, Doveri sermoneggia e sorveglia. L’immediato e per fortuna provvisorio ko di Sturaro (botta al volto in uno scontro fortuito col compagno Vanheusden) preoccupa la panchina rossoblù, ma il centrocampista resisterà fino alla fine, chiaramente sofferente. La Sampdoria passa la primo tentativo. Solito cross al bacio da destra di Candreva – uno che ha qualità superiori al resto della compagnia – la testa svettante di Gabbiadini giustizia Sirigu nell’angolino basso. Quarto gol di Manolo nei derby della Lanterna, terzo consecutivo quest’anno. La Sampdoria gioca stretta ma fatica ad uscir dal basso in palleggio, ed è costretta ad appoggiarsi spesso su Colley e Audero per i rilanci lunghi, non esattamente il pane buono per i denti di Caputo. Appena le riesce di superare la linea di centrocampo impone la maggior tecnica e il fraseggio pulito. Il Genoa non riesce a giocar palla con efficacia, Ekuban alza gran polveroni senza esito, Pandev alza la squadra ma predica nel deserto. Mancano gli inserimenti degli esteri, Ghiglione a destra si fa mangiare la faccia da Augello, a sinistra Cambiaso ha i suoi grattacapi ad arginare Candreva che in tandem con l’arrembante Bereszynski – gran partita del polacco – infila palloni velenosi nel cuore della difesa rossoblù. Non succede nulla dalle parti di Audero, poco anche nei paraggi di Sirigu. La Sampdoria prova a pungere ancora con Gabbiadini, in serata di gala, e Caputo che in chiusura di tempo di mangia il gol sparando a lato., La mossa di D’Aversa - Gabbiadini a centrocampo appiccicato a Badelj - ha oscurato il faro del Genoa senza privare la Sampdoria del suo attaccante migliore.
Ripresa, il Genoa orgogliosamente si getta all’attacco. Hernani, liberato al tiro dal limite dell’area, spreca mandando il pallone oltre la sbarra. Ululati di disappunto della gradinata Nord. Contropiede euclideo dalla Sampdoria, Gabbiadini, ancora lui, taglia dentro l’area e imbocca Caputo, porta spalancata, Ciccio non può esimersi dall’infilare il pallone nel sacco. 2-0 Sampdoria. Sheva butta nella mischia Destro e Vasquez per l’ectoplasmatico Ekuban e per Masiello. Il Genoa lievita davanti, la Sampdoria si raggrinzisce nei trenta metri, un po’ troppo passiva. Una splendida giocata dell’eterno Pandev al 18’ fa gridare al gol, il pallone sfila appena oltre il palo lungo. A metà ripresa, la terza svolta del match. Candreva imbecca Gabbiadini che fugge come un leprotto e serve Caputo, pallone restituito a Manolo e sinistro centrale che Vanheusden corregge in gol spiazzando Sirigu. Doveri alza il braccio e annulla per la posizione di fuorigioco di Caputo, segnalata dall’assistente Liberti. Il Var Nasca rivede l’azione e certifica che Caputo era partito mezzo metro in posizione regolare. Gol convalidato e 3-0 Sampdoria. Il bello è che Gabbiadini era stato appena richiamato in panchina da D’Aversa.
Ancora cambi (fuori Hernani, fischiatissimo, per Portanova, fuori Thorsby, ammonito, per Chabot. Dragusin aveva sostituito l’ottimo Bereszynski subito gol del 3-0 e non si capisce la ragione del cambio. Con tre difensori centrali paradossalmente la difesa blucerchiata perde distanze ed equilibrio e Destro non perdona. Zuccata vincente e primo gol dell’era Shevchenko. Finale di gran carriera, Genoa in forcing forsennato, ampi spazi al contropiede blucerchiato. Candreva schianta il palo a tu per tu con Sirigu, Vanheusden scheggia il legno di Audero, palo anche di Vasquez dopo un paio di deviazioni fortuite della difesa. Verre ha due volte il pallone del 4-1 e lo spreca. Troppa grazia, per la Sampdoria va benissimo così. Il Genoa si interroga e attende i rinforzi di gennaio.
:(actionzone)
Genoa-Sampdoria 1-3 (primo tempo 0-1)
Marcatori: 7’ pt e 22’ st Gabbiadini (S); 4’ st Caputo (S), 33’ st Destro (G).
Assist: 7’ pt Bereszynski (S), 22’ st Caputo (S), 33’ st Cambiaso (G).
Genoa (3-5-2): Sirigu; Vanheudsen (40’ st Kallon), Masiello (11’ st Vasquez), Criscito; Ghiglione, Sturaro, Badelj, Hernani (28’ st Portanova), Cambiaso; Ekuban (11’ st Destro), Pandev. (A disp: Marchetti, Semper, Sabelli, Bani, Biraschi, Behrami, Galdames, Touré). All. A. Shevchenko.
Sampdoria (4-4-2): Audero; Bereszynski (23’ st Dragusin), Yoshida, Colley, Augello; Candreva (46’ st Askildsen), Silva, Ekdal, Thorsby (31’ st Chabot); Gabbiadini (23’ st Verre), Caputo. (A disp: Ravaglia, Falcone, De Paoli, Ferrari, Murru, Yepes, Ciervo, Quagliarella). All. R. D’Aversa.
Arbitri: D. Doveri di Roma 1. Assistenti: S. Liberti-F. Bercigli. IV Uomo: D. Minelli; Var: L. Nasca; Avar: M. Bresmes.
Ammoniti: 34’ pt Thorsby (S); 40’ st Ghiglione (G), 45’ st Sturaro (G).
Il Genoa si è arreso alla migliore organizzazione di gioco dei rivali, con Gabbiadini e Candreva al di sopra di una spanna e più rispetto a compagni ed avversari. La loro classe ha impresso la deriva blucerchiata ad un match molto combattuto e mai scorretto, tenuto bene in pugno dall’esperto arbitro Doveri, che ha personalità e conosce lo spirito del gioco. Unico neo l’ammonizione frettolosa a Thorsby (ormai nel mirino dei fischietti) per un falletto ingenuo su Vanheudsen e il giallo tardato a Sturaro, che non ha badato a spese nell’arrotare le caviglie avversarie. In classifica la Sampdoria schizza a quota 18, per la prima volta in zona sicurezza. Il Genoa con 10 punti resta impiccato al penultimo posto. Lo score di Shevchenko è agghiacciante: cinque partite un solo punto e appena un gol segnato. Le gravi assenze spiegano molto ma non tutto. Manca organizzazione di gioco e gli schemi sono scontati. L’ingresso di Destro, a metà ripresa sullo 0-3, ha dato lo scossone giusto alla squadra. Bello il suo gol rapinoso segnato di testa saltando nel sandwich lasco fra Colley e Chabot. Bello ma irrimediabilmente tardivo. Ormai i giochi erano fatti. La Sampdoria ha condotto in porto la vittoria sprecando con Candreva (palo) e due volte Verre in contropiede la quaterna clamorosa. Sarebbe stato troppo. Col recupero del bomber rossoblù (settimo gol in campionato) il Grifone potrà giocarsela meglio. A cominciare da Roma, venerdì lo attende la Lazio. Poi l’Atalanta a Marassi.
Era il derby dei derelitti, disputato in una serata gelida, spazzata dal vento di tramontana. Ventimila sugli spalti, gradinate al completo, tifo appassionato ma veniva il groppo in gola a ripensare alle stracittadine dei tempi di Vialli e Mancini contro Aguilera e Skuravy. Il Pato uruguagio in tribuna, sommerso da uno scroscio di applausi. Vialli a Londra in attesa della chiamata del finanziere americano Jamie Dinan, che sta costruendo da mesi la offensiva per acquistare la Sampdoria. Settimana drammatica per il club blucerchiato, l’ormai ex presidente Massimo Ferrero incarcerato a San Vittore sotto il peso di 34 ipotesi di reato. La squadra reduce da due sconfitte, Fiorentina e Lazio, scossa e preoccupata del futuro societario. Classifica non ancora drammatica ma è un attimo ritrovarsi sul toboga della lotta per la salvezza. Genoa addirittura disperato, penultimo posto, cinque punti sotto i rivali cittadini. Sheva recupera capitan Criscito, ritrova Badelj e Sturaro e preferisce Vanheusden a Biraschi. D’Aversa, sfiduciato da Ferrero che la mattina dell’arresto a Milano aveva appuntamento coll’agente di Stankovic, stringe i denti. Assenze di qua e di là, ma conta chi gioca. La Sampdoria rinuncia a capitan Quagliarella (“problemini muscolari”, informa D’Aversa) e schiera Caputo in coppia con Gabbiadini. Centrocampo a quattro con Candreva e Thorsby larghi, Ekdal e Silva pendolari sulla fascia centrale del campo.
Il 3-5-2 classico di Sheva contro il 4-4-2 di D’Aversa. Geometrie variabili, pressing e contropressing, qualche errore di troppo nei fraseggi, interventi spigolosi nella tonnara centrale, Doveri sermoneggia e sorveglia. L’immediato e per fortuna provvisorio ko di Sturaro (botta al volto in uno scontro fortuito col compagno Vanheusden) preoccupa la panchina rossoblù, ma il centrocampista resisterà fino alla fine, chiaramente sofferente. La Sampdoria passa la primo tentativo. Solito cross al bacio da destra di Candreva – uno che ha qualità superiori al resto della compagnia – la testa svettante di Gabbiadini giustizia Sirigu nell’angolino basso. Quarto gol di Manolo nei derby della Lanterna, terzo consecutivo quest’anno. La Sampdoria gioca stretta ma fatica ad uscir dal basso in palleggio, ed è costretta ad appoggiarsi spesso su Colley e Audero per i rilanci lunghi, non esattamente il pane buono per i denti di Caputo. Appena le riesce di superare la linea di centrocampo impone la maggior tecnica e il fraseggio pulito. Il Genoa non riesce a giocar palla con efficacia, Ekuban alza gran polveroni senza esito, Pandev alza la squadra ma predica nel deserto. Mancano gli inserimenti degli esteri, Ghiglione a destra si fa mangiare la faccia da Augello, a sinistra Cambiaso ha i suoi grattacapi ad arginare Candreva che in tandem con l’arrembante Bereszynski – gran partita del polacco – infila palloni velenosi nel cuore della difesa rossoblù. Non succede nulla dalle parti di Audero, poco anche nei paraggi di Sirigu. La Sampdoria prova a pungere ancora con Gabbiadini, in serata di gala, e Caputo che in chiusura di tempo di mangia il gol sparando a lato., La mossa di D’Aversa - Gabbiadini a centrocampo appiccicato a Badelj - ha oscurato il faro del Genoa senza privare la Sampdoria del suo attaccante migliore.
Ripresa, il Genoa orgogliosamente si getta all’attacco. Hernani, liberato al tiro dal limite dell’area, spreca mandando il pallone oltre la sbarra. Ululati di disappunto della gradinata Nord. Contropiede euclideo dalla Sampdoria, Gabbiadini, ancora lui, taglia dentro l’area e imbocca Caputo, porta spalancata, Ciccio non può esimersi dall’infilare il pallone nel sacco. 2-0 Sampdoria. Sheva butta nella mischia Destro e Vasquez per l’ectoplasmatico Ekuban e per Masiello. Il Genoa lievita davanti, la Sampdoria si raggrinzisce nei trenta metri, un po’ troppo passiva. Una splendida giocata dell’eterno Pandev al 18’ fa gridare al gol, il pallone sfila appena oltre il palo lungo. A metà ripresa, la terza svolta del match. Candreva imbecca Gabbiadini che fugge come un leprotto e serve Caputo, pallone restituito a Manolo e sinistro centrale che Vanheusden corregge in gol spiazzando Sirigu. Doveri alza il braccio e annulla per la posizione di fuorigioco di Caputo, segnalata dall’assistente Liberti. Il Var Nasca rivede l’azione e certifica che Caputo era partito mezzo metro in posizione regolare. Gol convalidato e 3-0 Sampdoria. Il bello è che Gabbiadini era stato appena richiamato in panchina da D’Aversa.
Ancora cambi (fuori Hernani, fischiatissimo, per Portanova, fuori Thorsby, ammonito, per Chabot. Dragusin aveva sostituito l’ottimo Bereszynski subito gol del 3-0 e non si capisce la ragione del cambio. Con tre difensori centrali paradossalmente la difesa blucerchiata perde distanze ed equilibrio e Destro non perdona. Zuccata vincente e primo gol dell’era Shevchenko. Finale di gran carriera, Genoa in forcing forsennato, ampi spazi al contropiede blucerchiato. Candreva schianta il palo a tu per tu con Sirigu, Vanheusden scheggia il legno di Audero, palo anche di Vasquez dopo un paio di deviazioni fortuite della difesa. Verre ha due volte il pallone del 4-1 e lo spreca. Troppa grazia, per la Sampdoria va benissimo così. Il Genoa si interroga e attende i rinforzi di gennaio.
:(actionzone)
Genoa-Sampdoria 1-3 (primo tempo 0-1)
Marcatori: 7’ pt e 22’ st Gabbiadini (S); 4’ st Caputo (S), 33’ st Destro (G).
Assist: 7’ pt Bereszynski (S), 22’ st Caputo (S), 33’ st Cambiaso (G).
Genoa (3-5-2): Sirigu; Vanheudsen (40’ st Kallon), Masiello (11’ st Vasquez), Criscito; Ghiglione, Sturaro, Badelj, Hernani (28’ st Portanova), Cambiaso; Ekuban (11’ st Destro), Pandev. (A disp: Marchetti, Semper, Sabelli, Bani, Biraschi, Behrami, Galdames, Touré). All. A. Shevchenko.
Sampdoria (4-4-2): Audero; Bereszynski (23’ st Dragusin), Yoshida, Colley, Augello; Candreva (46’ st Askildsen), Silva, Ekdal, Thorsby (31’ st Chabot); Gabbiadini (23’ st Verre), Caputo. (A disp: Ravaglia, Falcone, De Paoli, Ferrari, Murru, Yepes, Ciervo, Quagliarella). All. R. D’Aversa.
Arbitri: D. Doveri di Roma 1. Assistenti: S. Liberti-F. Bercigli. IV Uomo: D. Minelli; Var: L. Nasca; Avar: M. Bresmes.
Ammoniti: 34’ pt Thorsby (S); 40’ st Ghiglione (G), 45’ st Sturaro (G).