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La Samp a Radrizzani: tutto dipende da Ferrero. Oggi l'incontro decisivo a Milano
A metà pomeriggio un comunicato ufficiale della Sampdoria annunciava: “è stato raggiunto un accordo preliminare per la finalizzazione di un aumento di capitale nella società da parte di Gestio Capital e Aser Holding (rispettivamente facenti capo ad Andrea Radrizzani e Matteo Manfredi ndr). La proposta presentata da Gestio Capital e Aser Holding si è dimostrata più in linea con l’interesse dei creditori sociali e il piano di risanamento predisposto dal club e, nel contempo, sono state date adeguate garanzie per il futuro della Sampdoria”. Era questa la conferma, attesa, della notizia già ampiamente trapelata: la Sampdoria non andrà al fallimento, la salvezza arriverà da una joint vcnture tra i due finanzieri, appoggiati dal Qatar Sports Investments, presieduto dal presidente del PSG, Nasser Al Khelaifi. Addio Barnaba dunque, congedato con i ringraziamenti di rito,. Per perfezionare l’accordo occorrerà - il comunicato lo riporta in chiaro – “completare le attività prodromiche alla presentazione dell’istanza per l’Accordo di Ristrutturazione del debito, tra cui, inter alia, gli accordi con i creditori della società”. Circostanza che risulta già di fatto essere stata raggiunta. Nessun accenno al versante che riguarda lo scioglimento del trust che incapsula la Sampdoria, la cui cessione dovrà provvedere i soldi necessari a salvare due delle aziende del gruppo Ferrero sull’orlo del fallimento. Passaggio ineludibile come ormai è di comune conoscenza. Dal trust si deve passare e Ferrero non può essere dribblato. Trascorrono poche ore e in serata piomba sui tavoli delle redazioni sportive una piccata e dirompente dichiarazione firmata dall’avvocato Pieremilio Sammarco. legale di Massimo Ferrero, che apparentemente rimette in discussione tutto il deal. “Leggiamo con sorpresa il comunicato stampa diffuso ora dalla Sampdoria, secondo cui sarebbe stato sottoscritto un accordo per l’aumento di capitale nella società da parte di Gestio Capital e Aser Holding. A tale riguardo si fa presente che né la proprietà e nemmeno il trustee hanno ricevuto la proposta di acquisto delle azioni da parte delle predette società o da altre, giacché nessuno si è realmente manifestato nei loro confronti. Se e quando saranno presentate delle
proposte di acquisto, il trustee e la proprietà le valuteranno per verificarne
la sostenibilità. Inoltre, il cda non può in alcun modo impegnare la
proprietà o il trustee né può sostituirsi ad essi per decisioni sull’aumento di capitale che competono esclusivamente all’assemblea dei soci; ogni atto in
pregiudizio dei diritti dei soci sarà oggetto di immediate iniziative
giudiziarie in sede civile e penale.
A prendere alla lettera le parole dell’avvocato Sammarco - una vera e propria dichiarazione di guerra al cda blucerchiato - ci sarebbe da mettersi
le mani nei capelli. In realtà la tempesta suscitata dai due comunicati è
destinata a placarsi per forza naturale. Proviamo a rileggere e a separare i
fatti dalla retorica e da una buona dose di ipocriti orpelli. E’ certamente
vero che Radrizzani e Manfredi hanno soddisfatto per intero le condizioni
fissate per soddisfare i creditori della Sampdoria (circostanza che andrà
vagliata dal tribunale), a cominciare dalle banche (Sistema, Maquarie e
Progetto) alle quali il competitor, Alessandro Barnaba (appoggiato da Edoardo Garrone) non aveva avanzato alcuna proposta praticabile,
E’ altrettanto vero che per perfezionare il deal e procedere all’aumento di
capitale occorre trovare preventivamente la quadra con Massimo Ferrero,
ovvero soddisfare le condizioni imposte dal trust, che fissa alla quota di
26,5 milioni di euro la somma minima, oltre ad alcuni ulteriori benefit che
riguardano ad esempio la proprietà del marchio Sampdoria. E’
indiscutibile che non è il cda a poter decidere l’aumento di capitale
indispensabile per salvare i conti e la società dal naufragio. Toccherà infatti all’assemblea straordinaria convocata per lunedì pomeriggio
deliberare l’aumento di capitale e in quella sede sarà colui che ha
soddisfatto il trust (ovvero Radrizzani) ad avere il titolo per sottoscriverlo.
E’ certo peraltro che nessun altra offerta è pervenuta non tanto alla
proprietà (che non ha titolo di riceverne in quanto congelata nel trust) ma a
nessun altro. Il ticket Radrizzani-Manfredi è l’unico candidato rimasto in
piedi. Barnaba si è eliminato da sé cocciutamente insistendo su una strada
che lo ha portato nel nulla. E adesso, cosa accadrà? Vidal non scuce molte parole. Si deve trovare l’intesa con Ferrero”. Il quale, sulla scorta del
comunicato del suo legale, proverà a forzare la mano a Radrizzani. Eppure
Ferrero avrebbe tutto l’interesse a trovare un punto di accordo, se vuole
salvare le sue aziende e conservare cinema e condomini. Forse non
ricorda che se viene soddisfatta la richiesta fissata dal tribunale (i 26,5
milioni) Vidal potrà, anzi dovrà accettarla. E lui, il Viperetta, non avrà
alcuna voce in capitolo per opporsi.