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  • La Roma resta convalescente, ma in due cose De Rossi ha già cancellato Mourinho

    La Roma resta convalescente, ma in due cose De Rossi ha già cancellato Mourinho

    • Alessandro Austini
    Un’idea. Provare a guardare davanti, nell’altra metà campo, e capire il momento e lo spazio giusti per infilarsi. De Rossi sta cercando di abituare la sua Roma a fare questo più volte possibili. A Salerno la squadra ci ha provato, ancora troppo poco, ma è il tentativo che incoraggia. L’idea di tentare quello che sembrava inspiegabilmente scomparso, di insistere e allenarsi a superare i propri limiti.

    TRASFORMATI - Il tecnico non vuole inventarsi nulla di sorprendente, ma riabituare una squadra - che prima pensava soprattutto ad annullare il gioco altrui - a non accontentarsi di segnare un gol a partita e a costruire le sue fortune sulla qualità degli uomini migliori. Gli attaccanti. Chi allena la Roma non può che puntare la gran parte delle sue fiche su Lukaku e Dybala. Ma non può sottovalutare tutto il resto e la vittoria di Salerno ha confermato che c’è bisogno di altri protagonisti. Di un Pellegrini che si è riscoperto uomo da gol, di difensori che sanno soffrire nei momenti più difficili, di terzini pronti ad accompagnare l’azione, ma pure a garantire gli equilibri necessari a una squadra ancora piuttosto fragile. 

    LA DIFFERENZA - Tutti, anche Lukaku e Dybala, hanno sbagliato molto, però l’impressione è che siano più concentrati. E che soprattutto credano di più in quello che fanno. La vittoria ritrovata in trasferta, che mancava da quasi due mesi, è preziosa per la classifica e soprattutto per ritrovare l’autostima annullata nell’ultimo periodo mourinhano, piena di rimproveri velenosi ai giocatori. L’errore più grande del portoghese è stato proprio questo: nessuno può vincere mettendosi contro uno spogliatoio, alla fine ci rimette sempre l’allenatore, anche se è “Special" e ha la bacheca piena di trofei. De Rossi sta facendo l’esatto contrario del portoghese. “Quando i giocatori sbagliano, è colpa mia” ha detto a Salerno, forzando un concetto  sul quale sta puntando molto: incoraggiare la squadra, farsi sentire vicino ai suoi uomini, per renderli più forti mentalmente.

    LAVORO LUNGO - Il lavoro sarà lungo e ricco di ostacoli, anche lunedì sera sono emersi nettamente i limiti della Roma, tecnici, fisici e psicologici. Si sbagliano troppi passaggi e si tira poco in porta, l’intensità viene e va (bene i primi venti minuti e l’intervallo tra il primo e il secondo gol, poi tanta fatica e fiatone), l’impressione è che basti poco per rompere gli equilibri ed eliminare quelle poche certezze che la squadra riesce a costruire di volta in volta. Le vittorie su Verona e Salernitana hanno avuto lo stesso copione: partite teoricamente chiuse che la Roma ha riaperto da sola con errori grossolani. Non si poteva pretendere molto di più in due settimane scarse di lavoro, De Rossi ha avuto il merito di ricavarne il massimo, aiutato da quel pizzico di fortuna negli episodi (stavolta un rigore a favore piovuto dal cielo) che va interpretato come un segnale. Da sfruttare.
     

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