La Roma investe sui giovani: sì, ma degli altri
Sabatini e Baldini sono al lavoro per costruire una Roma baby e rifondare il settore giovanile. Tanti sono i calciatori, divenuti poi campioni, sfornati a Trigoria negli ultimi trent'anni: Bruno Conti, Di Bartolomei, Giannini, fino ad arrivare ai Totti, De Rossi ed Aquilani. L'altro De Rossi, Alberto, attuale allenatore della Primavera giallorossa, ha vinto l'ultimo scudetto di categoria nel 2005 grazie ai gol di Okaka, ai muscoli a centrocampo di Galloppa, Virga e Greco ed alle prodezze di quel portiere (finito chissà dove) di nome Pipolo. Talenti che non hanno rispettato le attese e stanno continuando la loro carriera in altre società. Ora occorre una sterzata, e gli americani preparano l'innesco già partendo dal primo team: non è un caso che il tecnico prescelto sia Luis Enrique, uomo abituato a lavorare e crescere i giovani.
Alberto De Rossi, invece, presto firmerà il nuovo contratto e gli verrà proposto il ruolo di capo del settore giovanile. A quel punto lavorerebbe nello stesso ufficio che fu per tanti anni di Bruno Conti, il quale, nel frattempo, sta pensando se accettare la proposta di Baldini di diventare una sorta di ambasciatore giallorosso. Per il ruolo di direttore tecnico, infatti, si sta sondando Angelo Peruzzi. La panchina di De Rossi senior, invece, dovrebbe esser affidata di diritto ad Andrea Stramaccioni, mister degli Allievi. Tuttavia a causa dei rapporti delicati tra i due, è possibile che questi saluti Trigoria e si accasi in un altro club.
Intanto, il taccuino di Sabatini conta pagine e pagine di talenti sparsi in tutto il mondo. I sudamericani Lamela, Alvarez, Fernandez, Paredes, Casemiro, certo, ma piace anche il talento del Pescara Marco Verratti: finalmente un italiano. Già, perchè, effettivamente si sente parlare troppo poco dei talenti nostrani, come quelli cresciuti a Trigoria ed andati a far esperienza fuori. Tra questi ci sono ottime speranze. Bertolacci, ad esempio, è stato autore di un'ottima stagione al Lecce: tuttavia nonostante la prima squadra sia alla ricerca di rinforzi a centrocampo, l'idea del club ad oggi sembra quella di concedergli un'ulteriore esperienza, magari sempre in Puglia, questa volta in comproprietà.
I giocatori italiani, infatti (è inutile nasconderlo), sono trattati in maniera diversa rispetto i loro coetanei stranieri: crescono più lentamente, sono labili sotto il profilo psicologico, dicono gli addetti ai lavori. Chissà. Un'altro ragazzo utile ai giallorossi può essere Alessandro Crescenzi, classe '91, terzino in prestito al Crotone. E' smanioso di farsi conoscere dai nuovi proprietari, in Calabria è stato il motorino della fascia, proprio la zona del campo dove quest'anno è venuto a mancare, causa rendimento al di sotto delle attese, John Arne Riise. Nonostante ciò, si parla al massimo per lui di un ritiro a Riscone con i grandi ma nulla di più. Lo stesso dicasi per Pettinari, già a segno due anni fa in Europa League e persosi per strada a Siena.
Nella rosa dell'attuale Primavera, infine, si stanno mettendo in luce i vari Pigliacelli, Viviani, Antei, Florenzi e Caprari, quest'ultimo mandato in campo tra l'altro da Montella in Champions League a Donetsk. Anche loro sono pronti con le valigie: troppo avanti con l'età ormai per giocare con i giovani, inesperti (secondo i dirigenti) per provare ad entrare tra i big della Roma. Eppure meriterebbero tutti una chance. In fin dei conti la rivoluzione del settore giovanile fonda le proprie basi sul concetto d'investire in casa propria. Come il Barcellona, grazie alla 'cantera' di Luis Enrique, che concluderà il suo percorso spagnolo domenica prossima e poi si accaserà a Roma: due Champions League vinte in tre edizioni, a pensarci bene, non sono poche. Coraggio.