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    Roma-De Rossi: è ora di parlare di money

    Roma-De Rossi: è ora di parlare di money

    • Valerio Nasetti

    De Rossi vuole rimanere. Lo confida allo spogliatoio ed ad alcuni amici: il progetto statunitense lo attira e andare via proprio ora, quando all'orizzonte ci sono premesse di una Roma finalmente grande, potrebbe più in là rappresentare la più enorme delle recriminazioni. Capitan Futuro, infatti, desidera con tutta l'anima vincere lo scudetto con la propria squadra del cuore. E non è un caso che la propria parabola discendente sia iniziata nel 2008, dopo quel secondo posto dietro l'Inter, al termine di una stagione alimentata da costanti polemiche arbitrali. Nel marzo dell'anno successivo, dopo l'ennesima partita pregna di polemiche contro i nerazzurri al 'Meazza', il centrocampista si lasciò andare ad uno sfogo presagio del suo malessere ambientale: 'Oggi ho capito che il mio sogno di vincere uno scudetto qui a Roma non potrà mai essere realizzato'. De Rossi, allora, ritornò sulla graticola: con Ranieri arrivò secondo, ma nonostante il record di gol realizzati (11 in tutto) non riuscì a brillare con continuità. Infine il crollo di quest'annata insieme a tutta la squadra.

    Tanti i condizionamenti esterni, troppi: prima il rischio di dover andare via per risanare i conti della società, poi i problemi con la Nazionale, la Roma che non decolla, il cambio dell'allenatore, il nervosismo causa di espulsioni clamorose a Donetsk ed a Bari. Ora, però, finisce un'era e De Rossi vede una luce. La vuole raggiungere. Ma ricordando a tutti che è un professionista. Gli americani sanno: le vittorie si costruiscono con i money. Li richiede anche il biondo di Ostia. Il suo contratto scade nel 2013 e le offerte da 6 milioni di euro di Real Madrid e Manchester City sono ancora valide. Mourinho e Mancini, infatti, lo continuano a coccolare come nessuno ultimamente a Trigoria.

    Daniele, però dal canto suo, vuole cogliere l'ultima possibilità di tornare grande insieme alla Roma. Baldini e DiBenedetto desiderano accontentarlo e costruirgli accanto una squadra attrezzata per primeggiare in Italia ed in Europa, a patto che il calciatore cambi il suo comportamento disciplinare. Il direttore sportivo, Sabatini, in settimana farà ritorno dall'Argentina e comporrà il suo numero: 'Vieni, ti devo parlare'. 'Anch'io'. La storia continua... 

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