La Roma è una barzelletta: ci sono uno spagnolo, un americano e un toscano...
Avrà anche perso, anzi straperso, un altro derby contro la Lazio, e adesso potrà pure rischiare di non entrare direttamente in Champions, eppure la Roma è un piccolo miracolo. Perché, se guardiamo ciò che accade all’interno del mondo giallorosso e attorno a questo, è effettivamente incredibile pensare che i giallorossi siano ancora al secondo posto in classifica.
Esageriamo? Proprio no. Pensateci. C’è un allenatore che dall’inizio della stagione sostiene che se ne sarebbe andato se non avesse vinto un trofeo, non lo ha vinto eppure prova a conservare la panchina; lo stesso allenatore che ha più volte sostenuto di voler mollare tutto se Totti non rinnoverà il contratto, eppure non lo fa mai giocare. C’è una società che da mesi supplica il suddetto allenatore di rinnovare il contratto, benché non abbia ottenuto alcuno dei risultati sperati: fuori dalla Champions al preliminare, dall’Europa League agli ottavi, dalla Coppa Italia in semifinale contro la Lazio (quale affronto!). Ma perché?
A proposito di società, vale la pena aprire un breve capitolo a parte. Il presidente sta in America e vede partite di basket, il vecchio direttore generale non viene considerato da nessuno, il nuovo amministratore delegato arriva da un’esperienza di trionfi al Milan eppure non apre bocca (perché lo hanno preso, allora?), il nuovo direttore sportivo viene dalla Spagna e sta cercando di comprendere in quale mondo sia arrivato (auguri). Così tra Pallotta e Baldissoni, Gandini e Monchi, sapete chi è il dirigente-ombra più ascoltato e potente? Facile: il solito Franco Baldini, quello che sei anni fa doveva costruire assieme agli americani una Roma vincente e presto se ne è scappato a Londra essendo ormai mezzo britannico.
Massì, sembra una barzelletta: ci sono un americano, uno spagnolo, un mezzo inglese e un italiano… Anzi, un toscano…
E poi ci sono i contratti di De Rossi e Totti in scadenza, quelli di Nainggolan e Strootman promessi e mai rinnovati, Manolas in fuga… Una Babele, un caos che coinvolge tutta la società, dal presidente in giù, e che inevitabilmente colpisce anche la squadra. Così Strootman simula, De Rossi fa un gesto indecoroso davanti alla panchina della Lazio dopo avere trasformato un rigore inesistente, Spalletti parla di episodi che non sono andati nel verso giusto (e pensare che, con un arbitro equo, avrebbe potuto perdere il derby con uno scarto di quattro gol).
Per tutto quello che abbiamo appena detto, il secondo posto in campionato è un miracolo. Tranquilli, però: tutti assieme si stanno ingegnando per cercare di perdere anche quello.
@steagresti