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La Roma e il grande equivoco su Dybala: Juric ha parlato chiaro, ma una clausola spaventa i Friedkin
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L’esonero di De Rossi rischia di incidere anche sul futuro di Paulo Dybala alla Roma. La permanenza della Joya dopo il no ai milioni dell’Arabia Saudita sembrava rinnovare le promesse di un matrimonio destinato a durare ancora anni, ma che potrebbe avere dei risvolti inaspettati nei prossimi mesi. Il contratto dell’argentino e in particolare la clausola di rinnovo automatico presente nell’accordo sono stati tra i motivi della rottura tra l’ormai ex tecnico giallorosso e la dirigenza guidata da Lina Souloukou, almeno fino alle improvvise dimissioni rassegnate in giornata dalla dirigente greca.
IL RETROSCENA - Come riferisce La Repubblica, l’amministratore delegato aveva imposto a Daniele De Rossi di non schierare Dybala per più di 14 partite per non far scattare il rinnovo automatico del contratto. Una richiesta fuori da ogni logica per l’ex centrocampista, che aveva presentato le dimissioni qualche settimana prima dell’esonero. Una rinuncia all’incarico respinta dalla proprietà americana dei Friedkin. Al termine del mercato, però De Rossi aveva spiegato alla società di voler fare scelte esclusivamente tecniche, senza tenere conto di fattori esterni. Una decisione che porta a liti furibonde e alla spaccatura con la dirigenza. Gli ultimi passi prima dell’esonero, arrivato nella mattina di mercoledì 19 settembre.
IL RINNOVO - Il contratto di Paulo Dybala, firmato il 20 luglio 2022 con la Roma, prevede infatti il prolungamento automatico con adeguamento dell’ingaggio alla quattordicesima presenze da almeno 45 minuti in stagione. Un rinnovo che costerebbe 30 milioni lordi alla Roma, troppi - secondo l’ad Lina Souloukou per le casse giallorosse.
DYBALA PART-TIME? - Il fattore legato all’aspetto economico potrebbe essere determinante nel futuro di Paulo Dybala. La possibilità di utilizzarlo per massimo un tempo a gara per non far scattare il prolungamento potrebbe essere il piano del nuovo tecnico Ivan Juric, in accordo con la dirigenza e la CEO giallorossa. Un impiego ‘part-time’ per poter contare su di lui senza gravare sulle casse della società di proprietà dei Friedkin, che in questo modo potrebbero risparmiare 30 milioni di euro. Sembrava tutto apparecchiato, ma l'allenatore croato - durante la prima conferenza stampa alla vigilia dell'appuntamento con l'Udinese - ha fornito sensazioni differenti. Parlando dell'argentino e della sua coesistenza con Matias Soulé, Juric si è espresso in questi termini: "Dybala è intelligente e fa anche un ottimo lavoro difensivo. Conosciamo le sue qualità, io vorrei farlo giocare come attaccante destro per rientrare col sinistro. Ho visto che fa entrambe le fasi benissimo. Non gli chiedo di fare le corse di 100 metri ma il lavoro difensivo lo fa con molta attenzione. In attacco, se sta bene, vedi un giocatore di grande qualità. Lui e Soulé assieme? Possono farlo. Dybala non ha giocato per altre vicende. Possono giocare insieme senza problemi".
SANO REALISMO - Juric ha scelto dunque la strada della razionalità e di un sano realismo, in considerazione del fatto che l'ex Torino non ha nascosto quella che è stata la missione che gli è stata affidata dalla proprietà della Roma dopo l'avvicendamento con De Rossi: "La società mi ha chiesto di qualificarmi alla prossima Champions League e di restarci stabilmente". Un compito molto chiaro, rafforzato nella sua consistenza da un calciomercato che in entrata ha portato la famiglia Friedkin ad investire qualcosa come 92 milioni di euro - e dal mercato degli svincolati non è escluso un ulteriore innesto per la difesa come Koffi Djidji, che ha giocato al Torino con Juric - per provare ad alzare il livello qualitativo. Inoltre, nel contratto sottoscritto fino a giugno 2025 da Juric esiste una clausola che, in caso di accesso alla massima competizione europea nella stagione 2025/2026, gli garantirebbe l'opzione per prolungare. Uno stimolo in più per giocarsi al meglio la propria occasione e, se un campione come Dybala può essere d'aiuto, perché rinunciarci a cuor leggero?
IL RETROSCENA - Come riferisce La Repubblica, l’amministratore delegato aveva imposto a Daniele De Rossi di non schierare Dybala per più di 14 partite per non far scattare il rinnovo automatico del contratto. Una richiesta fuori da ogni logica per l’ex centrocampista, che aveva presentato le dimissioni qualche settimana prima dell’esonero. Una rinuncia all’incarico respinta dalla proprietà americana dei Friedkin. Al termine del mercato, però De Rossi aveva spiegato alla società di voler fare scelte esclusivamente tecniche, senza tenere conto di fattori esterni. Una decisione che porta a liti furibonde e alla spaccatura con la dirigenza. Gli ultimi passi prima dell’esonero, arrivato nella mattina di mercoledì 19 settembre.
IL RINNOVO - Il contratto di Paulo Dybala, firmato il 20 luglio 2022 con la Roma, prevede infatti il prolungamento automatico con adeguamento dell’ingaggio alla quattordicesima presenze da almeno 45 minuti in stagione. Un rinnovo che costerebbe 30 milioni lordi alla Roma, troppi - secondo l’ad Lina Souloukou per le casse giallorosse.
DYBALA PART-TIME? - Il fattore legato all’aspetto economico potrebbe essere determinante nel futuro di Paulo Dybala. La possibilità di utilizzarlo per massimo un tempo a gara per non far scattare il prolungamento potrebbe essere il piano del nuovo tecnico Ivan Juric, in accordo con la dirigenza e la CEO giallorossa. Un impiego ‘part-time’ per poter contare su di lui senza gravare sulle casse della società di proprietà dei Friedkin, che in questo modo potrebbero risparmiare 30 milioni di euro. Sembrava tutto apparecchiato, ma l'allenatore croato - durante la prima conferenza stampa alla vigilia dell'appuntamento con l'Udinese - ha fornito sensazioni differenti. Parlando dell'argentino e della sua coesistenza con Matias Soulé, Juric si è espresso in questi termini: "Dybala è intelligente e fa anche un ottimo lavoro difensivo. Conosciamo le sue qualità, io vorrei farlo giocare come attaccante destro per rientrare col sinistro. Ho visto che fa entrambe le fasi benissimo. Non gli chiedo di fare le corse di 100 metri ma il lavoro difensivo lo fa con molta attenzione. In attacco, se sta bene, vedi un giocatore di grande qualità. Lui e Soulé assieme? Possono farlo. Dybala non ha giocato per altre vicende. Possono giocare insieme senza problemi".
SANO REALISMO - Juric ha scelto dunque la strada della razionalità e di un sano realismo, in considerazione del fatto che l'ex Torino non ha nascosto quella che è stata la missione che gli è stata affidata dalla proprietà della Roma dopo l'avvicendamento con De Rossi: "La società mi ha chiesto di qualificarmi alla prossima Champions League e di restarci stabilmente". Un compito molto chiaro, rafforzato nella sua consistenza da un calciomercato che in entrata ha portato la famiglia Friedkin ad investire qualcosa come 92 milioni di euro - e dal mercato degli svincolati non è escluso un ulteriore innesto per la difesa come Koffi Djidji, che ha giocato al Torino con Juric - per provare ad alzare il livello qualitativo. Inoltre, nel contratto sottoscritto fino a giugno 2025 da Juric esiste una clausola che, in caso di accesso alla massima competizione europea nella stagione 2025/2026, gli garantirebbe l'opzione per prolungare. Uno stimolo in più per giocarsi al meglio la propria occasione e, se un campione come Dybala può essere d'aiuto, perché rinunciarci a cuor leggero?