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La Roma a Leicester per la Conference ma Mourinho ha già vinto
Quattro anni fa, la Roma giocava la semifinale di Champions League contro il Liverpool, dopo aver eliminato nei quarti il Barcellona, in una delle notti più epiche della sua storia. Quella squadra guidata da Eusebio Di Francesco, lui per primo disperso nell’anonimato, si è sostanzialmente dissolta tra ritiri illustri, cessioni e fallimenti e oggi è riassunta dal capitano Pellegrini e l’eterno incompiuto El Shaarawy.
Abraham e Mkhitaryan, Smalling e Zaniolo ma la stella resta Mourinho come nessun altro in Europa: qual è un altro allenatore così tanto accentratore di attenzione? È la Roma di Mourinho, com’è stata l’Inter di Mourinho, nonostante Eto’o, Milito e tutti gli altri. C’è un brandello di Italia ancora in corsa in Europa e c’è Mourinho a rappresentarla. Chi può negarlo? Mourinho comunica tanto e lo fa a modo suo. Ruvido e furbo, spesso irritante, sa lisciare il pelo ai tifosi e fare il contropelo agli avversari. Parla di arbitri e di budget quando perde e anche per questo riesce a farsi amare dai suoi giocatori.
C’è qualcuno che pensa che la Roma attuale potesse lottare per un posto nella prossima Champions? Restare in Europa era l’obiettivo concreto e Mourinho lo sta centrando. Vincere la Conference, l’ultima delle coppette, avrebbe valore simbolico e sarebbe di auspicio, ma non farlo non può sporcare il bilancio di Mourinho.
@GianniVisnadi