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    La lotta Scudetto resta aperta a chi ha fatto un buon mercato. Juventus, Milan e Roma hanno speso male

    La lotta Scudetto resta aperta a chi ha fatto un buon mercato. Juventus, Milan e Roma hanno speso male

    • Sandro Sabatini
    Una vittoria sofferta e sudata, comunque meritata grazie all’autografo di Lukaku e all’assist che Di Lorenzo è tornato a offrire come nell’anno dello scudetto. Napoli festeggia con gli abbracci dei tifosi, cui si sottrae come al solito Antonio Conte, troppo esperto e pragmatico per non immaginare che la corsa verso lo scudetto sarà ancora lunga, piena di curve insidiose e avversarie che non mollano. Non tutte, però. Tengono il passo solo le squadre che hanno operato bene sul mercato.

    E in questo, in fondo, il Napoli rappresenta quasi un’eccezione, perché ha speso tanto sul mercato. Però incassa altrettanto in campionato. Guardate invece le altre big, in ordine di classifica: Juventus, Milan e Roma elencano chi ha investito tanti (troppi) milioni in trattative frenetiche e progetti tecnici zoppicanti, per poi ritrovarsi ai margini della zona Champions (la Juve), oppure fuori dall’Europa (il Milan) e perfino sul baratro della zona retrocessione (la Roma).

    È questa la classifica, non ancora completata. Comanda il Napoli, che allunga in testa inseguita dalle squadre che non tutti si aspettavano. Beffarda e perfetta nelle trattative come storicamente avviene ormai da un decennio, l’Atalanta ha confezionato gran parte del mercato con i 60 milioni incassati dalla cessione di Koopmeiners alla Juve. L’Inter se l’è cavata con i soliti due parametri zero, peraltro neanche tanto utili né utilizzati finora: Zielinski e Taremi, più Correa che sembrava archiviato come un messaggio indesiderato e invece all’improvviso ha squillato una prestazione di altissimo profilo. Il capolavoro è della Fiorentina, che grazie ai soldi di Nico Gonzalez ha raccattato in prestito oppure a pochissimo prezzo tutti i punti di forza della formazione ben allestita da Palladino: Kean e Adli a segno nell’ultima vittoria, Gosens ripescato dalla Bundesliga, Bove e Cataldi indesiderati nella Capitale e perfino De Gea che (chissà poi perché) sembrava addirittura un ex. E poi c’è la Lazio…

    Resta comunque l’impressione, netta, di un campionato che resta incerto e aperto, ma non imprevedibile. Perché era prevedibile, anzi era stato previsto - seppur non da tutti - chi aveva operato con giudizio sul mercato. E chi no. Oggi, basta guardare la classifica.

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