Yildiz brilla a San Siro: è la partita che consegna un campione alla Juventus
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ALTRO CHE GIOCATORINO - E' stato il grande escluso dell'undici iniziale - non era partito dal 1' soltanto con il Cagliari, 20 giorni fa - ed è diventato ugualmente l'uomo copertina, con due gol e fatti pure da esterno, nel ruolo tanto criticato. Una doppietta così pesante da cancellare in un istante tutto ciò che gli era piovuto in queste pazze settimane. E cioè: ragazzino acerbo, usurpatore del Dieci, "giocatorino". Eh, "giocatorino". L'offesa massima per un attaccante, quella per cui tutte le emozioni generate vengono etichettate rumore di fondo, fumo negli occhi, pochezza fine a se stessa. E Kenan, che non aveva mai segnato fino a questo momento in campionato, regalandosi appena una notte felice col PSV, è subentrato nell'attimo più complicato della stagione dei suoi compagni, sollevandoli da un destino sembrato per larghissimi tratti inevitabile. E' una storia da eroe: ha messo tutti in salvo da una settimana di profondissime critiche.
RIPARTIRE - "A volte lo dimentichiamo, ma Yildiz ha appena 19 anni". Quando Motta ha proferito queste parole, appena qualche giorno fa, c'è stata una presa di coscienza collettiva. Ma il merito di Kenan è sempre stato questo, sin dal suo approdo in prima squadra: guardandolo giocare, ci si allontana subito dai facili alibi, dalla sensazione che in fondo - così com'è - si tratti soltanto di un ragazzo alle prime armi, alle prime partite, all'inizio di un'esperienza che lo porterà lontano. A una distanza siderale da ciò che è (già) oggi. Altro che giocatorino: Yildiz è una stella. E brilla a San Siro, dove le luci hanno una forza differente. Dove le consacrazioni non sono mai e poi mai banali.
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