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    La rivincita di Ranieri al Leicester

    La rivincita di Ranieri al Leicester

    Il Leicester di Claudio Ranieri è la sorpresa delle prime due giornate di Premier League. Ottima partenza, due vittorie in altrettante gare con un'impostazione tattica elementare che ha subito permesso ai singoli di esprimersi ai loro migliori livelli. E' sempre stato questo il segreto dell'ex tecnico di Juventus e Roma, reduce da una pessima esperienza da ct con la Grecia. Il modulo come canovaccio sul quale impostare un gioco sempre propositivo basato sui singoli.

    A farne le spese sono stati prima il Sunderland (4-2 alla prima giornata) poi il West Ham (2-1). Piccola parentesi su quest'ultima: si era detto una settimana fa in sede di match analysis che il successo sull'Arsenal sembrava più episodico che altro. Ed anche che sarebbe stato interessante aspettare sfide in cui sarebbe stato il West Ham a dover fare la partita. Puntualmente la controprova è arrivata.

    Un dato quello sul West Ham che serve invece per dire che con il Leicester si può fare il discorso esattamente opposto: i 6 punti hanno un significato proprio perchè colti contro due avversarie che nei piani devono finire alle spalle a fine stagione. E perchè sono arrivati senza speculare sul risultato: 6 reti fatte e 3 subite, gioco aperto che punta prima di tutto a farne un più degli altri (anche questa una filosofia ricorrente di Claudio Ranieri, che ad esempio quando allenava i grandi club amava affrontare le sfide di cartello con un attaccante in più piuttosto che uno in meno).

    Significativa in questo senso anche la preseason della squadra che nelle 5 partite disputate ha sempre subito gol (6 in 5 partite) ed ha chiuso con una media di 2 gol segnati. Leicester quest'anno vorrà dire spettacolo e gol assicurati, con buona pace di Kasper Schmeichel, portiere figlio del mitico Peter del Manchester United che subisce più per demeriti difensivi che propri. 

    Quattro, in particolare, i profili emersi, in un 4-4-2 asimmetrico in cui gli esterni - come vedremo ora - hanno compiti diversi.

    RIYAH MAHREZ - Centrocampista offensivo esterno, algerino, 25enne (51 presenze e 10 gol lo scorso anno, quando arrivò dal Le Havre) ama partire dall'esterno, indifferentemente a destra o a sinistra (Ranieri lo ha impegnato a destra nelle prime due gare nel suo 4-4-2). Ha segnato in entrambe le sfide ed è attualmente il migliore della squadra, bravo a colpire in inserimento senza palla (gol del 2-0 al Sunderland e rete del raddoppio con il West Ham) e su azione personale (rigore conquistato e trasformato nella prima partita). 

    MARC ALBRIGHTON -  Decisamente il migliore in assoluto fin qui a mio giudizio. Esterno sinistro di centrocampo, ha avuto un ruolo chiave in 5 dei 6 gol segnati. 25 anni, destro naturale (rifinisce preferibilmente con questo piede dopo rapidi rientri per posizionarsi al cross) ha padronanza di entrambi i piedi (delizioso il pallone servito a Mahrez sul 2-0 al West Ham). Due assist contro il Sunderland (punizione da sinistra e cross mancino per Mahrez) più un gol (conclusione dopo aver sbagliato poco prima i tempi dell'inserimento: non la sua dote migliore), un assist (secondo gol di Mahrez: i due hanno mostrato tempi perfetti d'intesa rifinitura-finalizzazione) contro il West Ham, oltre al pallone servito per Okazaki in occasione del vantaggio (statisticamente non è un assist perchè Okazaki ha segnato ribadendo in rete una respinta di Adrian). 

    IL TANDEM VARDY-OKAZAKI - La coppia d'attacco ha messo a segno un gol a testa nelle ultime due partite. Si tratta di due punte non più in giovane età (28 e 29 anni) ma affidabili nel tipo di gioco che cerca Ranieri. Hanno caratteristiche simili: non particolarmente alti (178 cm e 174 cm), fanno del tempismo una dote chiave. Si tratta di puri finalizzatori capaci anche di dialogare nello stretto. Sembrano riassumere (senza eccellere particolarmente, ma con buon profitto) le caratteristiche chiave delle due scuole calcistiche da cui provengono: Vardy è un potente lottatore britannico, Okazaki un giapponese rapido e dalle buone intuizioni. Buon mix per un Ranieri che propone sempre il suo 4-4-2 in cui ai due attaccanti vengono proposti al contempo ruoli simili e grande capacità di dialogo. 

    Dove può arrivare questo Leicester? Vincere le prime due gare non è un'impresa ma solo un'ottima premessa. A inizio stagione Ranieri ha detto che la seconda stagione è più difficile della prima perchè crea "assuefazione" alla categoria. La squadra lo sta seguendo. Lo scorso anno fu quattordicesima con 41 punti: per dirsi soddisfatto Ranieri dovrà conquistare una salvezza tranquilla provando ad alzare l'asticella a 50 punti stagionali. Ovvero tentare di migliorare piazzandosi tra il quattordicesimo e il decimo posto. Viste le premesse può farcela, ha solo bisogno di qualcosa in più a livello di concentrazione e automatismi nel reparto difensivo.

    Giovanni Armanini

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