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    La ripresa dell'Udinese salva Velazquez. Piatek a digiuno? Non è colpa sua

    La ripresa dell'Udinese salva Velazquez. Piatek a digiuno? Non è colpa sua

    • Renzo Parodi
    Tanto insulso e brutto il primo tempo, quanto vivace e appassionante la ripresa. Genoa e Udinese, quattro gol, otto ammoniti (e un espulso per doppio giallo: Romero) per il 2-2 finale. Juric stecca a metà il suo terzo esordio casalingo in rossoblù. Velazquez salva la pellaccia, spezzando il sortilegio delle quattro sconfitte di fila rimediate dalla sua Udinese. La notizia è che si è giocato, nonostante il furioso nubifragio che aveva flagellato la città di Genova nella notte su domenica. Il prato del Ferraris ha tenuto benone, e anche questa è una bella novità. Da lunedì sotto la Lanterna si torna a tremare, allerta rossa e minaccia di alluvioni su Genova e la Liguria. Incrociamo le dita.

    Bella partita a metà, dunque. E pareggio complessivamente giusto. Il Genoa si era ritrovato avanti grazie ad un rigore-strenna regalato dall'esordiente portiere argentino Musso. Un'uscita sconsiderata su Bessa sul lato corto dell'area di rigore. Penalty ineccepibile. Il Vecchio Grifone non ha saputo né incrementare il vantaggio né difenderlo attivamente. La ripresa ha riconsegnato al campo un'Udinese tonica e vogliosa, la bella copia della squadra svogliata e preoccupata che si era esibita (si fa per dire) nel primo tempo. Misteri del calcio? In parte, sì. In realtà Velazquez ha corretto qualcosa in corso d'opera (Pussetto avanzato al fianco del solitario Lasagna) e Juric ha dovuto pendere atto che Bessa conficcato alle spalle del duo d'attacco Kouamé-Piatek (secondo match a bocca asciutta per il bomber polacco) era un lusso che alla lunga poteva costare caro. La linea mediana infatti si riduceva ai soli Sandro e Romulo - con Pereira e Lazovic sugli esterni - una diga troppo fragile e poco mobile, insufficiente a contrastare la corsa e la forza atletica di Behrami, Barak, Fofana, assistiti dai rientri di Pussetto Stryger Larsen e De Paul. Bessa peraltro si era fatto sentire negli ultimi trenta metri - sua la prima palla gol del match - con inserimenti puntuali che mandavano in crisi la retroguardia friulana. Un gioco di dare e prendere, insomma che lentamente è girato a favore degli ospiti. Due volte in svantaggio, due volte l’Udinese ha risalito la corrente come fanno i salmoni. E nel finale, in superiorità numerica (espulso Romero per doppia amonizione) ha tentato addirittura il colpaccio. Sarebbe stato davvero troppo. Chicco Evani, in tribuna per conto del ct Mancini, ingoiati gli sbadigli del primo tempo ha certamente preso nota dell’exploit di Lasagna. Nell’eclisse di Zaza, Belotti e Balotelli, davanti non si butta via nulla.     

    La tregua che ha spezzato l'ondata di maltempo rovesciatasi nella notte su Genova aveva infine permesso di giocare Genoa-Udinese, rimasta a lungo in bilico. Meglio così, il Genoa deve recuperare mercoledì prossimo col Milan e un secondo rinvio avrebbe provocato problemi all'agenda del campionato, strizzata fra impegni nazionali e internazionali. Genoa senza Marchetti, Spolli e Favilli. Juric, al terzo esordio sulla panchina rossoblù, conferma la formazione che ha pareggiato a Torino contro la Juventus nel 3-4-1-2 che vede Bessa nei panni dell'incursore alle spalle del duo Piatek-Kuoamè. In mezzo agisce la coppia brasiliana Romulo-Sandro, sugli esterni Pereira e Lazovic. La linea di difesa davanti a Radu è composta da Biraschi, Romero e Criscito. L'Udinese è senza diversi titolari (Nuytinck, Pezzella, Badu, Ingelsson, Machis, Teodorczyk). Mandragora (spalla dolorante) è dirottato in panchina e sarà utilizzato nel finale; Behrami (un ex) viene richiamato in servizio. Ekong sostituisce Nuytinck, Opuku Pezzella e l'evanescente Pussetto corre a vuoto nel primo tempo sui binari di destra incrociando Lazocic, più concreto e pungente del solito. E Stryger Larsen litiga col pallone e con Pereira, risultando ininfluente.

    Velazquez fa esordire il portiere argentino Juan Musso, reduce da un lungo infortunio al pollice della mano sinistra. Se ne pentirà. Sarà proprio Musso, con una uscita sconsiderata che costerà il calcio di rigore all’Udinese, a spianare la strada al Genoa. Perfetta la trasformazione dagli undici metri di Romulo, che aveva concordato col capitano Criscito la precedenza nella eventuale battuta dal dischetto. Juric non ha eccepito. La squadra friulana arrivava a Genova con quattro sconfitte filate sul groppone e non poteva più sbagliare. A rischio era, canonicamente, l'allenatore spagnolo, ricoperto di elogi unanimi per come fa giocare la squadra e tuttavia sotto tiro da parte della dirigenza bianconera per i risultati al di sotto delle attese.

    La cifra tecnica del match nel primo tempo è risultata piuttosto scadente. Il Genoa ha prodotto qualche accelerazione estemporanea, senza mai riuscire ad impadronirsi del centrocampo dove l’Udinese confusamente prevaleva, senza però riuscire ad innescare l’unica punta vera, il robusto Lasagna. Che faceva la fine dell’anguilla nel secchio del pescatore. Gli era infatti riuscito soltanto un bel colpo di testa in torsione sventato da Radu, poco dopo che Bessa, incredibilmente, aveva sprecato il pallone dell’1-0, tutto solo sul palo lungo, incrociando troppo con la fronte l’assist al bacio servitogli dal vivace Biraschi. Dopo il rigore trasformato dal Genoa, soltanto briciole. Salvo un’autorete sfiorata da Romero. All’intervallo già quattro i gialli mostrati da Mazzolini (tre ai friulani, uno ai rossoblù): il segnale che la gara era tirata e discretamente dura.

    Nella ripresa la metamorfosi, mentale prima che tecnica, dell'Udinese. Ritmi più alti, giro palla più veloce, inserimenti meglio orchestrati. Il Genoa ha avuto il torto di raggrinzirsi a difesa dell'1-0, anziché continuare a giocare profondo in verticale, sfruttando gli spazi concessi dall’avversaria. Scelta o obbligo? Più obbligo che scelta, direi. Sandro era finito in riserva di energie e annaspava, difatti Juric lo ha sostituito a metà tempo con Mazzitelli. In precedenza era accaduto di tutto, nel giro di tre minuti. Al 19' un assist a lunga gittata di De Paul aveva innescato il colpo di testa di Lasagna, svettato su Romero e Biraschi a schiacciare in rete l’1-1. E al 22' il suo marcatore, il giovane argentino Romero che a Torino si era preso cura di Ronaldo, si era "vendicato", mimandone l'identico gesto tecnico: superba elevazione e pallone schiacciato in porta. Genoa di nuovo avanti, 2-1. Proteste friulane per una presunta spunta di Romero che il Var tuttavia non ha rilevato. Disperata, ma non domata, l'Udinese si è nuovamente gettata all’assalto e De Paul, con un destro a giro da 25 metri, ha infilato il "sette" di Radu. Imparabile: 2-2. Quinto centro del talentuoso centrocampista argentino con il vizio del gol.

    Il finale di partita è corso via sulla stessa falsariga. Romero, eroe cadùco, ha steso Lasagna e, guadagnandosi il secondo giallo, ha lasciato il Genoa in dieci uomini. Un po' di tourbillon dalle panchine (Guether per Kouamè, Mandragora per Barak, Hjliemark per Bessa e Balic per Pussetto) ma solo fumo e poco arrosto in coda alla partita. Piatek non ha segnato ma povera anima, quanti palloni giocabili gli hanno gentilmente offerto i compagni? E’ un bomber, mica Nembo Kid.


    IL TABELLINO


    Genoa-Udinese 2-2 (primo tempo 1-0)

    Marcatore: 31’ rig. Romulo (G); 20’ st Lasagna (U), 22’ st Romero (G), 25’ st de Paul (U). 

    Assist: 20’ st de Paul (U), 22’ st Bessa (G), 25’ st Larsen (U).

    Genoa (3-5-2): Radu; Biraschi, Romero, Criscito; Pereira, Romulo, Sandro (26’ st Mazzitelli), Bessa (40' st Hiljemark), Lazovic; Kouamé (31’ st Gunter), Piatek. All. I. Juric.

    Udinese (3-5-2); Musso: Ekong, Opuku, Samir; Pussetto (41' st Balic), Fofana, Behrami (18’ st ter Avest), Barak (35’ st Mandragora), Larsen; de Paul, Lasagna. All. J. Velazquez.

    Arbitro: P.S. Mazzoleni di Bergamo.

    Ammoniti: 14’ pt Samir (U), 19’ pt Behrami (U), 24’ pt Ekong (U), 37’ pt Biraschi (G); 11’ st Romero (G), 13’ st Kouame (G), 22’ st Musso (U), 36’ st Mazzitelli (G).

    Espulso: 29’ st Romero (G) per doppia ammonizione.

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