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    La richiesta di Zuckerberg e il 'vaffa' di Roger Waters: la ricostruzione

    La richiesta di Zuckerberg e il 'vaffa' di Roger Waters: la ricostruzione

    • Matteo Puzzuoli
      Matteo Puzzuoli
    Lo scorso 10 giugno, Roger Waters, storico cantante dei leggendari Pink Floyd, è intervenuto al “Free Assange Forum” tenutosi a Londra per esprimere la sua solidarietà a favore del giornalista Julian Assange, uomo cardine dello scandalo WikiLeaks e detenuto dal 2019 in carcere nel Regno Unito.

    Durante il suo intervento, Waters ha raccontato di una lettera ricevuta in mattinata da Mark Zuckerberg, in cui il CEO di Facebook offriva all’artista “un’enorme quantità di denaro” (come dichiarato dallo stesso Waters) per poter utilizzare la celeberrima “Another Brick in the Wall – Part II” in uno spot per il suo social network Instagram. Il cantante ha risposto senza usare troppi giri di parole: “Non se ne parla proprio. Zuckerberg non ha compreso per nulla il testo della canzone. [Mark] è parte di un movimento che sta cercando di assumere il controllo di tutto e chi ha un po’ di potere, ed io ne ho perlomeno sulle mie canzoni, dovrebbe contrastarli”.

    Come se non bastasse, Waters ha concluso definendo Zuckerberg come un totale idiota. La reazione del pubblico presente è stata unanime: un lungo applauso tramutatosi poi in standing ovation. La replica del capo di Facebook non è ancora arrivata e chissà per quanto si farà attendere. Comunque sia, una reazione del genere dal frontman dei Pink Floyd era tutt’altro che inaspettata. Lo stile della band britannica, infatti, è sempre stato fortemente critico nei confronti del “sistema” e dei “poteri forti”. Dal punto di vista economico, inoltre, Roger Waters non avrebbe proprio bisogno dei soldi di Zuckerberg, dato che il suo conto in banca dovrebbe vantare la mastodontica cifra di 310 milioni di dollari.

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