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    La prima di Tonali da ex e l'incrocio con Botman: Milan, la scoppola nel derby l'hanno vista anche a Newcastle...

    La prima di Tonali da ex e l'incrocio con Botman: Milan, la scoppola nel derby l'hanno vista anche a Newcastle...

    • Andrea Distaso
    Dieci anni dopo l’ultima apparizione europea - erano i quarti di finale di Europa League - e venti dall’ultima partecipazione alla Champions, Milano e San Siro riabbracciano il Newcastle in una serata dalle emozioni fortissime per una serie di motivi. La prima di Sandro Tonali da ex nel “suo” stadio, le ansie e le inquietudini rossonere dopo la scoppola nel derby di sabato scorso e ovviamente la carica trascinante del popolo geordie. Non saranno i 12.000 che l’11 marzo 2003 vedevano infrangersi le speranze di Alan Shearer e compagni di ottenere il pass per i quarti di finale, col 2-2 del “Meazza” contro l'Inter di Cuper nel quale la doppietta del miglior centravanti nella storia della Premier League non risultò sufficiente. Sono cambiati i tempi, da allora a Newcastle è successo tutto ed il contrario di tutto: un bomber così, per esempio, ancora se lo sognano - anche se lo svedese Isak cresce in maniera promettente - ma Eddie Howe, uno dei tecnici più promettenti del panorama inglese spera di entrare nei cuori della gente dei Magpies quanto una leggenda come sir Bobby Robson.

    ALLA LAVAGNA - La vittoria nell’ultimo turno di campionato contro il Brentford, all’insegna di quegli 1-0 e di una ritrovata solidità che sono stati il marchio di fabbrica della passata stagione - caratterizzata anche dai successi di prestigio contro Chelsea, Tottenham e Manchester United oltre ai pareggi strappati contro Arsenal a City - hanno riacceso un entusiasmo parzialmente annacquato dalla falsa partenza con 3 punti in 4 giornate e la recente lezione impartita dal Brighton di De Zerbi. Ma che Newcastle trova un Milan uscito con le ossa rotte dalla partita con l’Inter e messo a nudo in tutti i suoi difetti di natura tattica? In Inghilterra, l’atteggiamento scriteriato scelto da Pioli per opporsi ai nerazzurri è stato messo in evidenza e Howe, subito dopo il suo ultimo match, ha chiaramente iniziato lo studio della formazione rossonera. Che, al netto dei cambi che l’allenatore emiliano medita per dare respiro ad alcuni titolari, dovrà dimostrare di aver imparato dai propri errori perché il Newcastle è proprio il tipo di squadra che potrebbe ripresentare al Milan alcuni dei temi affrontati con scarsa attenzione nella stracittadina.

    I SEGRETI DI HOWE - Sistema di gioco completamente differente rispetto a quello di Inzaghi, certo, ma il 4-3-3 di partenza (che in alcune circostanze del passato campionato è stato alternato proprio al tanto temuto 3-5-2) è all’insegna di un’interpretazione che muta a seconda del tipo di partita da giocare. Il Newcastle è formazione capace di giocare ad altissima intensità, sia esercitando una pressione forsennata a tutto campo sia adottando un atteggiamento più accorto e basato sulle ripartenze. L’assenza di Joelinton toglie un motivo di preoccupazione a Pioli, che dovrà guardarsi tuttavia dai movimenti di un centrocampo estremamente dinamico e bravo negli inserimenti con le mezzali - Tonali, Longstaff e Anderson si giocano due maglie al fianco dell’intoccabile Bruno Guimaraes - mentre i Dumfries e i Dimarco della situazione, che cercheranno di attaccare alle spalle della difesa rossonera possono essere Almiron e Gordon, esterni offensivi con gamba e grande qualità negli uno contro uno. Senza dimenticare Isak, che aggiunge imprevedibilità e maggiore attacco alla profondità da punta centrale rispetto a Wilson. Punti deboli? Schar e il rimpianto Botman, grande obiettivo del mercato milanista dell’estate 2022, sono centrali forti fisicamente e solidi, ma che possono pagare qualcosa in termini di velocità: da qui potrebbe passare la scelta di Pioli di tornare a coinvolgere Leao molto di più di quanto non sia stato fatto nel derby e di puntare sulla freschezza di Chukwueze sull’altra fascia, in luogo di Pulisic.

    ESAME PER TUTTI - Sono passati 20 anni esatti: non è più quel Newcastle e non è più nemmeno quel Milan, che a Manchester si sarebbe laureato campione d’Europa per la sesta volta nella sua storia. Oggi se ne scrive un’altra, quella di cui saranno testimoni i circa 4300 tifosi inglesi attesi a Milano per seguire la prima in una Champions League di cui il club a proprietà saudita vuole essere abituale frequentatore. Attraverso una crescita continua ed economicamente sostenibile, nonostante le enormi disponibilità finanziarie. Al di là delle cifre investite infatti, si è puntato su un allenatore giovane e in rampa di lancio piuttosto che sul nome ad effetto e le scelte sul mercato vanno nella direzione di acquisti di giocatori compatibili con le idee dell’ex tecnico del Bournemouth. Al Milan il compito di spegnere sul nascere un entusiasmo che, se alimentato dalle proprie insicurezze, aumenterebbe ulteriormente le difficoltà di un girone in cui Paris Saint-Germain e Borussia Dortmund rappresenteranno gli altri crash test del progetto affidato da Furlani e Moncada a Stefano Pioli.
     

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