Le polemiche rinvigoriscono, temperano questo Toro, e lo fanno crescere. Lo dimostrano i fatti: già prima della partita col Pescara, alla seconda di campionato, si stava per innescare un caso Sgrigna, per le presunte dichiarazioni del procuratore circa un'altrettanto presunta volontà della punta di giocare. Poi le tensioni di Ventura e i tifosi, poco prima Basha e Cerci che arrivano quasi alle mani in allenamento, e in Lazio-Toro di nuovo Sgrigna di mezzo, con un simbolico ‘vaffa’ al tecnico che lo sostituisce nella gara che sentiva più di ogni altra. Ebbene, nonostante questo quadro apparentemente drammatico e ai limiti del far-west, il Toro è tornato a fare il proprio dovere, giocando da squadra. Certo, come detto anche in altre occasioni, c'è immaturità e imprevedibilità nei comportamenti sul campo di questa squadra, ma il Toro in qualche modo (a suo modo, anzi) c'è eccome.

Le polemiche, le critiche e i presunti casi granata fanno bene a questa squadra, che sta imparando a crescere tra le difficoltà e in mezzo alle pressioni. Non sempre riesce a vincere e, anzi, qualche volta butta via occasioni importanti e all'apparenza facili da cogliere, ma questo è il Toro, un cantiere aperto che non può dirsi chiuso dopo qualche mese di lavori in corso. L'ingegner Ventura, il tecnico ci passi questo accostamento, sta gettando nuove basi per il futuro, un mattoncino per volta: di cemento ce n'è forse poco, ma forse a gennaio l'impresario-Cairo potrà comprarne qualche chilo. Anche solo un paio potrebbero bastare, d'altronde Ventura ha già dimostrato che i miracoli - quando non si lascia condizionare negativamente dall'ambiente - sono la sua specialità.