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La partnership tra Psg e Sporting Braga apre le grandi manovre nel calcio portoghese (e globale)
Una curiosa composizione societaria – Dunque ci sono tutte le premesse affinché l'operazione si concluda positivamente e lo Sporting Braga diventi il primo satellite del PSG. Perché ciò succeda è necessario che QSI entri in modo massiccio nell'azionariato del club minhoto, con una quota di controllo. Ciò che potrebbe costituire ostacolo non agevole per l'operazione. Va ricordato che lo Sporting Braga è una SAD (Sociedade Anónima Desportiva, il modello di società per azioni che nella penisola iberica è stato disegnato appositamente per le società sportive) e che la distribuzione delle quote è piuttosto complessa. Come riferito da O Jogo, il principale azionista col 36,88% è il club, un altro 21,67% è controllato da Olivedesportos, una media company portoghese fondata dal magnate Joaquim Oliveira, e un ulteriore 16,69% è detenuto da un soggetto misterioso: si tratta di una società denominata Sundown Investments. La Sundown ha sede a Londra e ha assunto questa denominazione a aprile 2016 dopo averne avute altre tre. Il suo amministratore risulta essere un arzillo signore di 77 anni (classe 1945) di nome Ivan McOwens, nazionalità inglese ma residenza a Cipro. Quale sia il motivo per cui un soggetto del genere possiede quasi il 17% dello Sporting Braga, non è dato sapere. La sola cosa nota è che quel pacchetto azionario è stato ceduto nel 2016 dalla municipalità di Braga, che dunque non si è fatta scrupolo alcuno nel venderlo a un investitore straniero dall'identità non chiarita. Infine c'è un complessivo 24,96% di azioni che è distribuito fra una molteplicità di azionisti. Dunque l'eventuale ingresso di QSI nella proprietà dello Sporting Braga dovrà passare per il rastrellamento di quote azionarie cedute da una o più di queste compagini proprietarie. Compito non semplice. Ma c'è un altro aspetto della vicenda che risulta di maggiore interesse per i suoi risvolti economici e politici.
Fra Antero e Jorge, col Porto nel mezzo – L'elemento davvero cruciale su cui riflettere per analizzare questo dossier è il ritorno di Antero Henrique come uomo forte del Paris Saint-Germain. Henrique è stato il numero 2 del Porto fino all'estate del 2016. Il primo settembre di quell'anno se ne andò sbattendo la porta per divergenze col presidente Jorge Nuno Pinto da Costa. Pare non gradisse l'eccessivo spazio concesso al figlio del presidente, Alexandre Pinto da Costa, che di mestiere fa l'agente, ma anche il ritorno d'influenza di Jorge Mendes che giusto in quella stagione aveva piazzato sulla panchina dei Dragões il suo primo, storico cliente: Nuno Espírito Santo. Dopo poco meno di un anno, maggio 2017, Henrique è stato ingaggiato dal PSG col ruolo di direttore sportivo. E il primo colpo che ha messo a segno è stata l'acquisizione di Neymar tramite pagamento di clausola rescissoria da 222 milioni di euro. Con una disponibilità economica come quella messa a disposizione dal fondo sovrano del Qatar, il lavoro da direttore è certo meno faticoso del normale. Ma per l'ex Ceo del Porto rimaneva l'ambizione di ricostruirsi un potere in Portogallo, col non secondario obiettivo di andare in contrasto col suo ex club. Per questo motivo, nel 2018, è stata aperta la prospettiva di una partnership fra il PSG e il Vitória Guimarães, che è stato facile leggere in prospettiva anti-portista. Quel progetto non è decollato mai davvero anche perché nel 2019, in modo improvviso, il vincolo fra Henrique e il PSG è stato rotto. Ma con altrettanta sorpresa, nei mesi scorsi, si è registrato un riavvicinamento. A marzo 2022 Antero Henrique è stato nominato direttore del campionato nazionale qatariota (Qatar Stars League). E nel giro di poche battute è tornato a avere potere decisionale nelle vicende del PSG, sia pure senza avere un ruolo formale nel club parigino. Si deve a lui la nomina di Luis Campos nel ruolo di direttore sportivo del PSG. Cosa abbia spinto i vertici qatarioti a affidarsi di nuovo ai servizi di Henrique dopo nemmeno tre anni dalla rottura, non è dato sapere. La cosa sicura è che nel momento stesso in cui è tornato in orbita QSI, Henrique ha puntato di nuovo l'obiettivo verso il Portogallo. Guardando stavolta alla quarta forza del calcio lusitano. Che però, dal canto suo, è un club particolare. Si tratta infatti del mendesiano fra i club in circolazione. La crescita nazionale e internazionale dello Sporting Braga è il frutto di un patto che il presidente Salvador, appena eletto per la prima volta nel 2003, strinse con Jorge Mendes. Inoltre c'è la variabile dei rapporti fra lo stesso Sporting Braga e il Porto, che sono di norma molto buoni e giusto nei giorni scorsi sono stati rinsaldati dal trasferimento del difensore David Carmo in direzione Porto. Si è trattato di un affare da 20 milioni di euro, più 2,5 milioni supplementari in bonus. È la cifra record per un trasferimento all'interno del mercato portoghese e la peculiarità di questo affare è che lo hanno trattato direttamente i due presidente, Pinto da Costa e Salvador, senza avvalersi di intermediari. Va aggiunto un altro elemento al quadro: uno degli affari appena conclusi in uscita dal Porto è il trasferimento del centrocampista Vitinha, passato proprio al PSG dietro pagamento della clausola rescissoria da 40 milioni di euro. In questo caso c'è stata l'intermediazione di Jorge Mendes. E davvero non si capisce cosa ci sia stato da intermediare, dato che il trasferimento è avvenuto con pagamento di clausola rescissoria. Resta comunque il fatto che anche questo affare si è concluso sotto la supervisione di Antero Henrique. Che dunque ha permesso al Porto di realizzare un lauto incasso. Come interpretare questa mossa? C'è un tentativo di di riappacificazione dopo la frattura dell'estate 2016? E in tutto ciò, come verranno regolati i rapporti con Jorge Mendes che nel mercato del Porto è tornato a assumere un ruolo cruciale e invadentissimo? Si tratta di interrogativi che avranno risposta nei mesi a venire. Ma dalla composizione delle alleanze o inimicizie che ne deriveranno potrebbero dipendere molti equilibri politico-finanziari del calcio globale.
@Pippoevai