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    La nuova Inter di Inzaghi è da scudetto e non è più Lukaku-dipendente. Dzeko e Calhanoglu già protagonisti

    La nuova Inter di Inzaghi è da scudetto e non è più Lukaku-dipendente. Dzeko e Calhanoglu già protagonisti

    • Alberto Cerruti
      Alberto Cerruti
    Buona, anzi ottima, la prima. Quattro gol, con altrettanti marcatori, Skriniar, Calhanoglu, Vidal e Dzeko, dimostrano che la nuova Inter di Simone Inzaghi è una squadra vera che non dipende da un singolo giocatore, sia pure importante come Lukaku, e soprattutto dimostrano che Handanovic e compagni non hanno alcuna intenzione di lasciare ad altri il loro meritatissimo scudetto sulle maglie. Si poteva pensare che i campioni d’Italia avrebbero battuto il Genoa, ma non con questa facilità in generale e con questo gioco in particolare. Proprio il modo con cui l’Inter vince, anzi stravince, è la notizia più bella per 30.000 tifosi tornati a San Siro e per i tanti che si sono esaltati davanti alla tv, osservando la naturalezza con cui si sono già inseriti i due nuovi acquisti Calhanoglu e Dzeko non a caso subito grandi protagonisti con gol e assist. Merito loro, ovviamente, ma anche di Inzaghi che ha saputo rilanciare in fretta, a livello tecnico e psicologico, una squadra ritenuta da tutti più debole dopo le partenze di Lukaku, Hakimi e Conte, tra l’altro ancora senza Lautaro e Dumfries, apparso soltanto nel finale.    

    DA MILAN ALL’EX MILAN Pronti via e la nuova Inter va subito in gol. Calhanoglu non fa rimpiangere Eriksen pennellando dalla destra un perfetto cross su calcio d’angolo sulla testa di Milan che di cognome fa Skriniar, bravissimo a deviare alle spalle di Sirigu, precedendo Hernani. Sono passati soltanto 6’ e il Genoa, forse frenato dopo appena 1’21” da un frettoloso cartellino giallo al capitano Criscito, è già costretto a inseguire. Kallon, smarcato da Rovella, prova inutilmente a spaventare Handanovic con un diagonale fuori di poco, ma è il classico lampo nel buio, perché l’Inter raddoppia in fretta. Prima è Brozovic a impegnare Sirigu e poi è Calhanoglu, dopo un perfetto scambio con Dzeko, a firmare il 2-0 con un preciso diagonale in corsa di destro che si infila nell’angolino alla sinistra del portiere rossoblù. Per la storia, l’ultimo giocatore dell’Inter capace di debuttare  con un gol e un assist era stato un certo Ibrahimovic nel 2006 contro la Fiorentina. Precedente a parte, da Milan Skriniar a un ex milanista, in meno di un quarto d’ora l’Inter è già meritatamente sul 2-0.

    NUOVO GIOCO In teoria il modulo tattico scelto da Inzaghi è lo stesso di Conte, con la difesa a tre composta dai titolarissimi Skriniar, De Vrij e Bastoni e un centrocampo a cinque in cui l’unica novità è Calhanoglu in una linea completata dagli esterni Darmian e Perisic, con Brozovcic al centro e Barella sulla sua destra. La piccola novità è la posizione di Sensi in posizione leggermente più arretrata rispetto a Dzeko, in assenza dello squalificato Lautaro. La grande novità, invece, a conferma del fatto che le caratteristiche degli interpreti sono più importanti dei moduli, è il nuovo gioco dell’Inter che sfrutta il palleggio e la grande intelligenza tattica di Dzeko, invece di cercare la profondità visto che non c’è più Lukaku. Più manovra che contropiede, insomma, con il Genoa costretto a subire. La squadra di Ballardini con la sua maglia grigia sembra l’Alessandria, che essendo in serie B probabilmente avrebbe le stesse difficoltà a opporsi ai campioni d’Italia. 

    ATTEGGIAMENTO DA GRANDE Inutilmente Vanheussden, Biraschi e Criscito provano a chiudere gli spazi davanti a Sirigu, perché i cinque di centrocampo Sturaro, Badelj, Rovella, Hernani e il debuttante Cambiaso sono schiacciati dai nerazzurri e così i due attaccanti Pandev e Kallon fanno scena muta. Più dei meriti del Genoa, però, bisogna parlare dei meriti dell’Inter e del suo atteggiamento da grande squadra. Né sull’1-0, né tantomeno sul 2-0, infatti, Brozovic e compagni rallentano cercando il terzo gol che non arriva soltanto per caso. Dzeko, smarcato da Darmian, preferito all’ultimo arrivato Dumfries, pizzica la parte alta della traversa e poi soltanto l’intervento del Var toglie a Perisic la gioia del bellissimo gol, alla fine di un primo tempo dominato dai nerazzurri.

    BENTORNATO CONTROPIEDE Ballardini dovrebbe cambiare dieci giocatori, lasciando soltanto l’incolpevole Sirigu, ma per regolamento deve limitarsi a cinque. E così all’inizio della ripresa ecco Serpe, Sabelli e Bianchi rispettivamente al posto di Biraschi, Cambiaso ed Hernani. Più dei cambi, però, serve un minimo di orgoglio, perché bastano un paio di conclusioni di Kallon e Sabelli per impegnare finalmente anche Handanovic. Ciò significa che l’Inter può trovare nuovi spazi, sfruttando nel modo migliore anche il contropiede. E così il Var nega per la seconda volta il gol all’Inter, stavolta di Calhanoglu, mentre Ballardini cambia le ultime due pedine. Fuori Kallon e Sturaro, dentro Favilli e Melegoni. Come non detto, però, perché i pochi pericoli corsi danno una nuova carica all’Inter che sfiora il 3-0 con un colpo di testa di Dzeko e poi lo trova grazie ai cambi di Inzaghi che inserisce Dimarco e Vidal al posto di Sensi e Perisic. 

    E BENTORNATO VIDAL Proprio lui, il centrocampista voluto e poi emarginato da Conte che l’Inter aveva messo sul mercato, conclude un’azione avviata da Dzeko, il cui tiro viene deviato da Sirigu sui piedi di Barella, bravissimo a inventarsi uno spettacolare assist di tacco per il cileno. E così Inzaghi recupera psicologicamente un giocatore importante come le altre due alternative Vecino e Satriano che rilevano Barella e Calhanoglu. Ma soprattutto può far debuttare anche Dumfries al posto di Bastoni, con Darmian spostato a sinistra, a conferma dell’eclettismo tattico del nuovo allenatore. 

    CILIEGINA DZEKO Potrebbe bastare così, ma per completare la festa ecco la classica ciliegina sulla torta con un cross di Vidal per la testa di Dzeko che finalmente trova il suo primo, meritatissimo, gol con la maglia numero 9. Con tanti saluti a Lukaku, in attesa di sapere se, e come, risponderà la Juventus a Udine. Perché meglio di così l’Inter non poteva incominciare. 
     


    IL TABELLINO

    Inter-Genoa 4-0


    Marcatori: 6’ Skriniar, 14’ Calhanoglu, 29’ s.t. Vidal, 43’ s.t. Dzeko

    Assist: 6’ Calhanoglu, 29’ s.t. Barella, 43’ s.t. Vidal

    Inter: Handanovic; Skriniar, de Vrij, Bastoni (dal 39’ s.t. Dumfries); Darmian, Barella (dal 31’ s.t. Vecino), Brozovic, Calhanoglu (dal 31’ s.t. Satriano), Perisic (dal 24’ s.t. Dimarco); Sensi (dal 24’ s.t. Vidal); Dzeko.

    Genoa: Sirigu; Vanheusden, Biraschi (dal 46’ s.t. Serpe), Criscito; Sturaro (dal 27’ s.t. Melegoni), Rovella, Badelj, Cambiaso (dal 46’ s.t. Sabelli); Hernani (dal 46’ s.t. Bianchi); Pandev, Kallon (dal 9’ s.t. Favilli).

    Ammoniti: Criscito (G), Sturaro (G), Vecino (I)

    Espulsi:

    Arbitro: Valerio Marini (della Sezione di Roma 1)

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