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La normalizzazione di Leão non fa bene al Milan: tra il portoghese e Okafor c’è troppa differenza
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ATTEGGIAMENTO GIUSTO - Leão è un giocatore particolare, talvolta può sembrare indolente. Il suo problema principale sono le pause che si prende, sia in fase difensiva che offensiva, all’interno della stessa partita. Su questo aspetto può e deve crescere tanto anche sfruttando le sollecitazioni che gli sono arrivate da dirigenza e Fonseca. La sue risposte alle molteplici panchine sono state ottime sul campo e costruttive nell’ atteggiamento tanto che anche ieri sera ha dribblato sia tutta la difesa dello Slovan Bratislava che le domande dei giornalisti: “Altra panchina? Il mister sa che non mi piace ma è tutto risolto. Sono sempre pronto ad aiutare il Milan”.
SCELTA SBAGLIATA - Se le panchine contro Lazio e Monza erano servire a Fonseca come messaggi motivazionali quelle di ieri sera a Bratislava è stata quantomeno strana, se non sbagliata. Morata ha detto sicuro: "Rafa deve essere consapevole che può fare la storia del calcio, è nettamente più forte di tutti noi". E in quanto tale deve giocare le partite più determinanti. Tra Leão e la sua alternativa, Okafor, al momento esistono diverse categorie di differenze: uno segna e fa segnare, ha vinto uno scudetto, sa come si fa. L’altro alterna cose buone, specialmente da subentrato, ad altre meno buone. La normalizzazione del portoghese non può fare bene al Milan perché Leão è un giocatore diverso dagli altri, sicuramente più importante e decisivo.
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Questa e' la stampa pro Pippao. Per Thuram non spreca tutti questi elogi ed articoli. E ieri quan...