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    La mano di Dio e la coda del diavolo: Maradona va ricordato per le sue 'opere'

    La mano di Dio e la coda del diavolo: Maradona va ricordato per le sue 'opere'

    • Marco Bernardini
      Marco Bernardini
    Non solo Napoli, ma tutto il mondo oggi ricorda Diego Armando Maradona per celebrarlo ad un anno dalla sua morte. Non esiste angolo del pianeta Terra abitato da qualcuno che non sa chi fosse e che cosa abbia rappresentato questo campione del calcio dalla valenza planetaria. I libri di storia e le enciclopedie citano già il suo nome.

    Di Diego è stato detto tutto e forse anche di più. Adorato come fuoriclasse praticamente unico, detestato dai perbenisti e dai moralisti per la sua vita privata esagerata e sempre sospesa sul confine del lecito. Eppure non vi è mai stata ambiguità di comportamento in Maradona. Terribilmente e anche tragicamente lineare e fedele al suo modo di intendere il mondo non ha mai tradito se stesso, mentre molte volte è stato tradito da chi gli stava accanto per pura convenienza.

    Molti, oggi, faranno per l’ennesima volta un distinguo tra il campione e l’uomo. Il primo guidato dalla mano di Dio per dare un senso di eterna bellezza alle sue “opere” sportive. Il secondo aggrappato alla coda del diavolo per compiere un viaggio allucinante nei gironi dell’inferno in terra tra droga, alcool, sesso sfrenato e vizi assortiti. Questo tipo di operazione divisiva non ci interessa affatto ed è anche del tutto strumentale. Lo dice la storia dello stesso Maradona che ha pagato puntualmente e personalmente ciascuna devianza, lo sostiene quella dei grandi artisti, scrittori, poeti e musicisti i quali hanno lasciato al mondo opere eterne.

    Van Gogh era uno squilibrato e drogato, Dalì un feticista, Picasso un violento, Caravaggio persino un assassino. Egdar Allan Poe scriveva sotto l’effetto del laudano, Bukowski era un maniaco del sesso, Pavese un depresso impotente, Moravia un guardone. Puccini picchiava le donne e la sua giovane amante si tolse la vita gettandosi nel lago, Vasco di cocaina per poco ci muore, Freddie Mercury venne ucciso dall’Aids. Nessuno di questi giganti viene mortificato dal pensiero corrente, ma a ciascuno di essi viene giustamente tributato l’onore dell’eternità a fronte dei loro capolavori. Ed è esattamente ciò che va fatto per Diego Maradona, specialmente oggi. Ricordare e tornare ad ammirare le sue “opere” uniche di genio irripetibile.

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