La magistratura francese svela i retroscena sull'assegnazione del mondiale al Qatar: 'corruzione'
Al centro della vicenda è ancora quell'indigeribile pranzo tenuto oltre nove anni fa all'Eliseo. Accade martedì 23 novembre 2010, e in quella data le stanze nobili del palazzo presidenziale francese ospitano una tavolata nel corso della quale si discute di politica e affari del massimo livello, col calcio a fare da cardine. Secondo le rivelazioni giunte nel corso del tempo, a degustare le delizie culinarie offerte dal presidente Nicolas Sarkozy si ritrovano: Michel Platini, all'epoca presidente Uefa e vicepresidente Fifa; Tamin ben Hamad al Thani, allora principe ereditario dell'emirato del Qatar e nel frattempo (dal 2013) diventato emiro; e due consiglieri del presidente (piazzato a capotavola), ossia il potentissimo segretario generale dell'Eliseo, Claude Gueánt, e la consulente per le questioni sportive, Sophie Dion.
Di quel pranzo, svelato per la prima volta dagli scoop delle testate France Football e So Foot, continua a lasciare sbalorditi soprattutto il timing. Perché il 23 novembre precede di 9 giorni la data dell'assegnazione dei Mondiali. Che sarebbe avvenuta il 2 dicembre 2010 a Zurigo, e avrebbe visto la Fifa conferire due fasi finali in un colpo solo per non scontentare due pretendenti di gran peso: la Russia, cui viene assegnata l'edizione 2018, e il Qatar, cui tocca quella del 2022.
Il sospetto degli inquirenti è che in occasione del pranzo all'Eliseo sia stato pianificato uno scambio di risorse e favori d'altissimo livello. Un ricchissimo piatto che avrebbe compreso: il voto favorevole di Michel Platini alla candidatura qatariota; l'acquisizione del Paris Saint Germain (squadra del cuore di Sarkozy, in quel momento sotto il controllo del fondo statunitense Colony Capital) da parte di un fondo sovrano del Qatar; l'ingresso di capitali sovrani qatarioti nell'azionariato del gruppo Lagardere; e la creazione di un forte soggetto televisivo specializzato in acquisizione e trasmissione di contenuti sportivi nonché capace di contrapporsi a Canal+.
Tutte quante tessere che nei mesi successivi compongono un mosaico di potere politico-finanziario. Con persino altri due pezzi di portata secondaria: l'assunzione a fine 2011 di Laurent Platini, figlio di Michel, da parte di Burrda Sport, azienda produttrice di equipaggiamento sportivo di proprietà di Qatar Sport Investments, il fondo sovrano che controlla sia il Paris Saint Germain che BeIN Sport (l'emittente sportiva nata per entrare nel mercato francese); e l'inaugurazione, presso l'Università della Sorbona, di una cattedra in “Etica e sicurezza nello sport” (QUI) detenuta da Sophie Dion e finanziata dal Qatar.
Adesso sarà un giudice istruttore a dover decidere se i sospetti animati intorno a quel pranzo siano fondati, e se tutte le conseguenze di carattere economico-finanziario siano scaturite in modo normale o se piuttosto siano state frutto di corruzione. Va ricordato che lo scorso giugno, nel quadro di questa inchiesta, Michel Platini è stato fermato e lungamente interrogato presso una stazione di polizia a Nanterre (QUI). Dopo essere stato rilasciato, l'ex presidente Uefa affermò di avere dato tutti i chiarimenti necessari. Probabilmente peccava d'ottimismo. Ma questo lo sapremo nei mesi a venire.