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La Juventus contro i fantasmi
Sono passati venti giorni dall'ultimo impegno casalingo della Juventus, il 2-0 del 2 ottobre contro il Milan. Una vittoria convincente, in uno stadio nuovo e strapieno, che confermava i bianconeri in testa alla classifica e permetteva a Cesare Prandelli di modellare le sue convocazioni basandosi sulla nuova ItalJuve.
Tutto perfetto? Tutto bello? Niente affatto. In tre settimane il volto sorridente della Juve è stato via via intaccato da una serie di vicende sportive ed extrasportive: il pareggio con il Chievo, che ha sì permesso alla squadra di Conte di mantenere il primato in Serie A, ma che ha sollevato qualche dubbio sulle capacità realizzative dell'attacco e su alcune scelte del tecnico; la frase di Andrea Agnelli sull'addio di Del Piero a fine stagione, che, pur andando a ribadire un concetto che lo stesso Agnelli aveva espresso al momento del rinnovo di Del Piero a maggio, è stata percepita come poco opportuna, pronunciata in questo momento, da parte di una buona fetta del tifo juventino e ha di fatto sollevato un polverone mediatico che forse il presidente bianconero non si aspettava; la vicenda legata all'inchiesta aperta dalla Procura di Torino sull'agibilità dello Juventus Stadium, un'inchiesta che, pur vedendo la Juve come eventuale parte lesa, getta una piccola ombra sul fiore all'occhiello della nuova era bianconera; infine, l'ispezione (atto dovuto) della Guardia di Finanza, voluta dalla Consob, dopo il passivo di 95,4 milioni dichiarato dalla società bianconera.
Dopo questi venti giorni di passione, la Juventus stasera torna nel suo stadio, contro il Genoa, in cerca di quei gol che non sono arrivati al Bentegodi di Verona. Per come viene vissuto il calcio in Italia, un passo falso contro il Grifone non farebbe che ingigantire, a livello mediatico, le note negative (o presunte tali) degli ultimi giorni, e questo proprio alla vigilia di un trittico di gare molto sentite dal popolo bianconero, quelle con Fiorentina, Inter (soprattutto) e Napoli. Una vittoria, magari con i gol degli attaccanti (e magari proprio di Del Piero), metterebbe invece a tacere chi si appresta già ed evocare scenari poco piacevoli.