La Juve vince. Ma Morata è un caso
Passare da una fase in cui la Juve perde punti e gioca male, ad una in cui vince ma non convince...beh, è già un bel salto di qualità. Ma accontentarsi di una squadra così lentamente in crescita a novembre inoltrato, non si può proprio. Specialmente se questa si chiama Juve. Non pochi punti interrogativi sono rimasti durante e dopo il derby vinto all'ultimo respiro, né durante e dopo la gara di Champions a Monchengladbach. Dubbi rimasti anche durante e dopo la partita di Empoli. In termini di approccio alla gara da parte di tanti singoli, in termini di gestione tattica da parte dello stesso Max Allegri. E in questa domenica uno è il punto interrogativo più grande degli altri: quello travestito da Alvaro Morata.
EQUIVOCO ALVARO – Così come capitato sabato scorso dopo l'infortunio di Khedira, questa volta dal primo minuto Allegri ha optato per un Morata esterno sinistro d'attacco per consentire di agevolare l'inserimento di Cuadrado. Un tridente largo, a tratti dal sapore di 4-5-1. Con Morata che di conseguenza è stato di nuovo costretto ad agire lontanissimo dall'area avversaria, in un contesto che lo ha visto soprattutto svolgere un lavoro di contenimento che non gli appartiene e non a caso gli è costato un altro cartellino giallo. In sostanza si è ancora una volta marcato da solo, sacrificato com'è stato sull'altare dell'equilibrio tattico. Ed esattamente come sette giorni fa, nel momento in cui il cambio in corsa anche tattico optato da Allegri lo avrebbe riportato a giocare da attaccante centrale, impietosa è arrivata anche la sostituzione. Per certi versi, provvidenziale ora arriva anche la sosta a stroncare sul nascere mal di pancia pronti ad esplodere e che potrebbero fare la differenza anche in sede di mercato: in attesa dell'attaccante esterno, è evidente che sia Morata il prescelto di Allegri a sudare sulla sinistra mentre Mandzukic e Dybala occupano il centro dell'area. Compito che Alvaro non sembra disposto ad accettare a lungo: di un Morata scontento nello spogliatoio e nullo in campo la Juve non ne ha proprio bisogno, con il Real sempre alla finestra. La palla ripassa quindi ad Allegri, che appare ancora una volta condizionato dalla più classica delle coperte corte: per risolvere un problema, ne sta creando un altro. La seconda vittoria consecutiva dimostra, forse e per ora, come il mezzo “Morata” giustifichi il fine “3 punti”. Forse. E per ora.
Nicola Balice
@NicolaBalice