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    La Juve reinventa Miretti: fantasista 'alla Eriksen', studia nel ruolo di Pirlo

    La Juve reinventa Miretti: fantasista 'alla Eriksen', studia nel ruolo di Pirlo

    • Emanuele Tramacere
    Da quando Andrea Pirlo ha smesso di giocare nella Juventus, il club bianconero è costantemente andato alla ricerca di un suo erede. In campo per la prima squadra lo è stato a lungo, seppur in maniera diversa, Miralem Pjanic, poi è arrivato Rodrigo Bentancur, che però ha caratteristiche troppo diverse. Serviva un trequartista da abbassare in mediana e un tentativo, forse tardivo e con scarsi successi, fu fatto in Primavera con quel Nicolò Fagioli che è stato aggregato da Pirlo in prima squadra e che ha giocato, da titolare, in Coppa Italia contro la Spal. Nulla di fatto, con gli uomini del settore giovanile bianconero che però non si sono arresi e stanno provando un percorso simile con un altro dei talenti più lucenti dell'attuale Primavera bianconera: Fabio Miretti.

    UN TREQUARTISTA ALLA ERIKSEN - Miretti è un centrocampista offensivo classe 2003, cresciuto da giovanissimo fra Saluzzo e Cuneo dove gioca addirittura da seconda punta e si fa notare dalla squadra per cui fa il tifo e di cui sogna di vestire la maglietta: la Juventus. Da allora fa tutta la trafila delle giovanili bianconere abbassandosi nel ruolo di trequartista con un incredibile senso del gol. Si fa notare al punto che è costantemente inserito nelle convocazioni delle Nazionali Under e nell'annata degli Allievi Under 17 con 16 gol segnati in 17 partite. Miretti però non ha mai rubato l'occhio durante le partite, ha sempre vissuto di giocate e fiammate, con una facilità di calcio incredibile e con una visione del gioco da fermo fuori dal comune. Un trequartista che può somigliare per caratteristiche a quel Christian Eriksen che nell'Inter sta facendo però fatica.

    STUDIA DA PIRLO - Sebbene il suo idolo o il giocatore a cui si ispira sia Kevin De Bruyne del Manchester City, Miretti non ha la progressione e la mobilità del belga. Anzi, proprio come Eriksen, il difetto più importante che gli si può imputare è che mantiene un ritmo a giri bassi, fatica a rincorrere gli avversari e rinculare verso il centrocampo. Osservandolo nell'arco dei 90 minuti, sembra spesso che tenda a non strafare. Un problema tra l'altro che aveva in gioventù anche lo stesso Pirlo che nella trasformazione in regista basso da trequartista trovò la svolta della sua carriera. Sì, nelle movenze Miretti ricorda l'attuale allenatore bianconero e anche per questo da inizio anno Andrea Bonatti lo sta impiegando nei due di centrocampo del suo 4-2-3-1. Una trasformazione che, se riuscirà, potrebbe garantirgli un futuro ancor più luminoso di quello che avrebbe avuto davanti a sé finora. Perché se non hai una grande predisposizione alla corsa, devi far correre la palla al tuo posto e con quel piede Miretti può davvero riuscirci.

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