La Juventus fa 12, Pogba fa il 10
Dodici. E il contatore gira, francamente non si vede come possa fermarsi in tempi brevi. La Juve di Max Allegri vince e convince, diverte e si diverte, impressiona sotto ogni punto di vista. Perde Mandzukic e ritrova Morata, fa un sol boccone anche di quel Chievo che ha dato filo da torcere a tanti in questo campionato (altra Juve compresa) rinunciando in un colpo solo a Chiellini, Evra, Mandzukic e Khedira per un tempo, continuando a relegare al ruolo di comparsa elementi che sarebbero titolari ovunque in Italia (e non solo) come Zaza, Cuadrado, Rugani, solo per citare i nomi più caldi anche in sede di mercato. La Juve irriconoscibile di inizio stagione è rimasta chiusa a chiave, a doppia mandata, negli spogliatoi del Mapei Stadium di Reggio Emilia: quella di questo avvio di 2016 è ancora un'altra cosa rispetto a quella che si era sbloccata, un rullo compressore che non sembra aver intenzione di fermarsi né di guardare in faccia nessuno. Se gli stop di Asamoah e, soprattutto, Mandzukic riportano d'attualità le ultime ore di mercato ecco che Allegri risponde con la settima vittoria del 2016 con ventuno titolari diversi e ventidue giocatori utilizzati in attesa del rientro di Pereyra e Lemina. In attesa di Napoli-Empoli ecco soprattutto che la Juve è di nuovo là dove deve essere, in testa alla classifica: proprio là, dove nessuno poteva più pensare di rivederla dopo la notte del Mapei Stadium.
POGBA, 10 E LODE – Ripresa la vetta, la Juve di Allegri ha raggiunto anche la Juve di Conte: dodici vittorie di fila come quella della rabbiosa reazione post flop di Firenze sotto i colpi di Pepito Rossi e Cuadrado. Squadre tanto uguali e tanto diverse queste due Juve, ma con il Bayern Monaco nel mirino e date le premesse, quella di oggi è ancor più impressionante per come sia riuscita a rialzarsi e ricompattarsi. Due squadre legate a doppio filo da una dirigenza che ha saputo sempre fare quadrato nelle difficoltà, da un blocco di senatori che sono testa pensante e cuore pulsante. Ma anche da un anello di congiunzione che risponde al nome di Paul Pobga, non più giovane tra i giganti ma leader tra i leader: anche se dopo una prestazione da alieno Allegri non ci ha pensato due volte a bacchettarlo per riportarlo sulla terra, proprio come faceva spesso e volentieri il suo predecessore. E con un numero dieci sulle spalle che pesa sempre meno, mentre Dybala fa il fenomeno appena qualche metro più avanti. A proposito di numero dieci, proprio il primo tempo con il Chievo segna una piccola grande svolta anche tattica nell'evoluzione della Juve di Allegri, che a tratti ha rimodellato il 3-5-2 da “remuntada” in un assetto in costante divenire tra il 3-4-1-2 e il 3-4-2-1 con Pogba e Dybala gemelli sulla trequarti. Una nuova fusione tra la vecchia Juve e la nuova Juve, tra quella del 3-5-2 di contiana memoria e quella col trequartista di stampo europeo che è valsa una finale di Champions nella passata stagione. Numeri che possono lasciare il tempo che trovano, sbaragliati da quello che dice il campo: una Juve così con un Allegri così e un Pogba così, fa paura.
@NicolaBalice