Calciomercato.com

  • ANSA
    La Juve è un peso per Elkann: tentazione di vendere, Giuntoli deve fare i conti coi conti

    La Juve è un peso per Elkann: tentazione di vendere, Giuntoli deve fare i conti coi conti

    • Fernando Pernambuco
      Fernando Pernambuco
    Qualcuno ha notato che Berlusconi se ne sarebbe andato meglio dell'Avvocato. Dal suo testamento non è scaturita quella guerra intestina da tragedia attica (Margherita contro i propri figli) che dilania gli Agnelli. Forse è ancora troppo presto per dirlo. Di solito passa un po' di tempo: si comincia con le prime crepe e poi si arriva al terremoto.
    Per gli eredi del signore di Mediaset bisogna, dunque, aspettare e vedere come andrà. Da tempo, invece, va in scena a Torino una specie di "Succession" cisalpina, la cui ultima puntata si chiama Juventus. Proprio su questa creatura, più importante dal punto di vista simbolico e storico rispetto a quello economico, si è scatenata una resa di conti fratricida o meglio "cuginicida". 

    Da una parte Andrea, dall'altra John. Come in "Succession" ai sorrisi e all'unità in pubblico è seguita, dopo una lunga trama di diffidenze e sopportazioni, la defenestrazione. La libertà di cui ha goduto Andrea Agnelli alla Juventus è andata bene fino a che arrivavano campionati, Coppe Italia e Supercoppe. I conti non brillavano, ma i risultati sportivi abbagliavano. Senza la tutela di Marotta, Andrea, allettato dal Lucignolo Paratici, ha spinto sull'acceleratore. La Ferrari targata Ronaldo è stata l'immagine e l'acme della sbandata: doveva essere quella la soluzione magica per conquistare ciò che mancava ovvero la Champions. Invece è stata, complice il Covid, l'inizio della fine. Campagne acquisti disastrose, dominate dall'ansia, cambi continui di allenatori (un unicum nella famiglia sabauda) dominati dall'ansia, un gioco sul campo dominato dall'ansia. E conti allo sbando, senz'ansia.. Non solo John, anche altri soci della Exor, esigevano da un po' un segnale di discontinuità, dopo aver visto che l'aumento di capitale monstre non serviva a nulla e a nulla serviva il tutoraggio d'un Arrivabene, catapultato in un ambiente a lui sconosciuto. Fin dalle prime apparizioni televisive, si annusava che dopo il marziano a Roma di Flaiano, era arrivato un altro marziano a Torino. Già poco incisivo alla Ferrari, ha ripetuto la performance alla Juventus. 

    Lo tsunami giudiziario è stata l'occasione, da parte di Elkann, per resettare tutto? Parrebbe di sì, conoscendo sia i malumori interni a Exor, sia il suo poco affetto per i colori bianconeri. Un peso più che una passione. Come la Ferrari del resto. Juventus e Cavallino rampante erano, del resto, appena tollerati dal suo maestro e mentore Marchionne. Nuovo C.d.A., nuovo staff dirigenziale, nuovo Direttore Sportivo (ma la definizione ufficiale è in un pomposo inglese), patteggiamenti in Italia (per la giustizia sportiva), via diplomatica con Ceferin. Resta solo Allegri, per il resto: damnatio memoriae. 

    Mentre prosegue, con qualche successo, la difesa societaria dalla "scombinata" inchiesta Prisma, il dimissionario Andrea Agnelli, continua la sua battaglia da Robin Hood scacciato da Giovanni senza terra. Ha scelto la via del TAR ovvero del contrasto totale con la Procura della F.I.G.C. E molti tifosi che non l'amavano prima ora lo apprezzano. Come dicevamo, può darsi che l'inchiesta Prisma, già minata in parte dalle dimissioni del PM Santoriello, subisca ora un altro colpo con lo spostamento a Milano, poiché il Procuratore Generale della Cassazione si è già espresso in questo senso (ma è accaduto spesso che il Collegio giudicante abbia ribaltato le richieste della Procura). Resta il fatto che se la Prisma si ridimensionerà, il destino della Juventus sembra sempre più giocarsi su due tavoli: il campo e la famiglia. Sul campo, Giuntoli atteso come un messia dovrà fare i conti con i conti. In famiglia lo scontro continuerà, tra rancori e sfiducia, tra voglia di rivincite personali e tentazioni di vendere. Come in "Succession", appunto. 
     

    Altre Notizie