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La Juve crolla con la Fiorentina e Dybala resta a guardare: la verità sull'esclusione della Joya
I PRECEDENTI - A distanza di un paio di mesi, insomma, si è semplicemente riproposto uno schema che Andrea Pirlo ha seguito esattamente come in passato. Almeno per quel che riguarda la gestione di Dybala. Andato in panchina per la prima volta a Roma e pronto a debuttare in campionato, ma l'espulsione di Adrien Rabiot ha stravolto i piani convincendo il tecnico a non rischiare Paulo. Che sarebbe stato titolare una settimana dopo contro il Napoli, per esempio. Ma al rientro dalla sosta, con Dybala condizionato dal virus che lo aveva costretto a due esclusioni anche con l'Argentina, una storia simile si è riproposta a Crotone: Joya in panchina pronta a debuttare in campionato, il rosso a Federico Chiesa ha di nuovo fatto saltare il banco di Pirlo che aveva di nuovo preferito concludere la partita senza gettare nella mischia Dybala. E contro la Fiorentina di fatto è successa la stessa cosa: un po' per proteggere il giocatore, un po' perché in inferiorità numerica le sue caratteristiche avrebbero complicato ulteriormente il tentativo di resistenza. Almeno secondo il tecnico bianconero.