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  • La Germania agli antipodi: campione del mondo nel basket, il calcio e Flick toccano il fondo

    La Germania agli antipodi: campione del mondo nel basket, il calcio e Flick toccano il fondo

    • Alessandro Di Gioia
    Toccare il cielo con un dito, mentre con i piedi stai sprofondando: è l'incredibile destino dello sport tedesco in queste ultime ore, destino che vede la nazionale di basket trionfare nel Mondiale filippino, dopo aver battuto gli Stati Uniti e i fenomeni che l'NBA ha voluto elargire (non tutti, anzi... e questo è un altro tema da sviscerare), oltre alla corazzata serba, già cinque volte iridata come Jugoslavia, mentre la nazionale di calcio va a picco per l'ennesima volta in pochi mesi, sconfitta brutalmente dal Giappone in amichevole a Wolfsburg, tra i fischi dei propri tifosi. Benvenuti in Germania.

    IL FATAL GIAPPONE - Uno scempio che la federazione non ha potuto accettare, soprattutto dopo l'eliminazione dal Mondiale in Qatar in un girone considerato semplice, con Spagna, lo stesso Giappone e Costa Rica. Fu proprio la nazionale nipponica a giustiziare Flick e i suoi e a qualificarsi agli ottavi, in seguito alla vittoria per 2-1 in rimonta alla prima giornata. Il Sol Levante ha bruciato due volte in pochi mesi il ct teutonico, autore di un vero e proprio harakiri: "Resto per combattere" ha dichiarato l'ex Bayern dopo l'umiliazione in amichevole.

    4 KO NELLE ULTIME 5: FLICK CACCIATO DOPO UN'AMICHEVOLE - Non l'hanno pensata così invece in federazione: esonero immediato e tanti saluti, dopo le quattro sconfitte nelle ultime cinque partite. Un repulisti in seno al Manschaft che aveva toccato anche Oliver Bierhoff: rescissione contrattuale post Mondiale dalla DFB per l'ex Milan, dal 2018 Direttore delle Squadre Nazionali e dell’Accademia e dal 2022 il loro Amministratore Delegato. L'ex Milan aveva pagato per tutti, compreso Flick, da lui scelto come nuovo allenatore: non è passato molto tempo per vedere l'uomo di Heidelberg, vincitore del sextuple nel 2020 alla guida dei bavaresi, cacciato miseramente dopo un'amichevole e rimpiazzato temporaneamente da Rudi Voller, neo-direttore tecnico tedesco proprio al posto di Bierhoff. Nei 123 anni della Federazione e nei 97 di Nazionale, mai nessun altro ct era stato esonerato.

    IL TALENTO NON MANCA, IL 'MANICO' SI' - Il tutto a meno di un anno da un Europeo da ospitare in casa, la competizione che doveva rappresentare la rinascita per una nazionale che dal 2014, anno del trionfo mondiale in Brasile con l'epico Mineirazo inflitto ai verdeoro e la conseguente quarta stella mondiale apposta sulle magliette, è in caduta libera, non tanto per la mancanza di talenti quanto per le difficoltà di coloro che li gestiscono. 

    IL BASKET SUPERA IL CALCIO - Problemi che invece non denota la federazione cestistica: dai primi anni 2000 ad oggi una crescita esponenziale, con molti più giovani tedeschi che prediligono la palla a spicchi a quella ad esagoni, fenomeno favorito anche dall'immigrazione soprattutto dall'Africa, e una gestione delle squadre di club che ha portato realtà come Bayern Monaco o Alba Berlino a fare la voce grossa in Eurolega. Il resto è arrivato da sé: il primo titolo mondiale della storia della pallacanestro tedesca ha i volti di Dennis Schröder, capitano della Germania e playmaker dei Los Angeles Lakers, nato a Braunschweig nel 1993 da padre tedesco e madre gambiana, di Isaac Bonga, guardia classe 1999 del Bayern di origini congolesi, di Maodo Lo, guardia di origini senegalesi appena acquistata dall'Olimpia Milano per giocare nella massima serie italiana, ma anche dei fratelli Franz e Moritz Wagner, rispettivamente classe 1997 e classe 2001 nati a Berlino ma ormai da tempo in NBA, negli Orlando Magic, e di Andreas Obst, cresciuto in Sassonia e protagonista con la maglia bavarese.

    LO STRAPOTERE BAYERN E IL PRECEDENTE DEL 2006 -  Integrazione e gestione oculata, le prerogative che avevano portato il calcio tedesco a trionfare in Brasile: probabilmente lo strapotere del Bayern Monaco, che ha vinto 13 titoli negli ultimi 16 in Bundesliga, di cui 11 di fila, non ha aiutato, tanto che molti calciatori tedeschi sono dovuti emigrare all'estero per affermarsi. Analisi che sicuramente a Berlino, nel palazzo della DFB, hanno già effettuato: l'esonero di Flick è un segnale, ora non si può più sbagliare niente. Considerando la rifondazione avvenuta dopo il Mondiale del 2006 perso in casa che ha portato otto anni dopo all'indiscusso e indiscutibile successo di Loew, c'è da aver paura: al momento però la Germania vive una realtà agli antipodi per gli sport più praticati, le stelle nella pallacanestro, il calcio nel pallone.

    @AleDigio89

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