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La Fiorentina e gli arbitri: dal rigore di polpastrello... a quello di frenata
Giocare all'italiana: otto partite su dieci del campionato italiano serie A hanno una trama precisa. Si comincia dallo zero a zero e, salvo eccezionalissimi casi, si gioca da entrambe le parti per mantenere lo zero a zero. Poi succede, un caso, un arbitro, un VAR, un colpo di fortuna o di bravura individuale, un errore altrui... succede che qualcuno segna. Uno a zero. E allora la squadra che sta sotto prova a fare pari. L'altra di conseguenza più o meno si rintana. Se arriva il pareggio si rintanano poi entrambe in attesa di altro colpo di genio, fortuna, arbitro...
Nel giocare all'italiana mai entrambe le squadre sono contemporaneamente impegnate al massimo delle loro potenzialità nel tentativo di vincere. Un po' l'una, un po' l'altra, spesso nessuna delle due nella gran parte dei novanta minuti. Ne deriva una noia pesante a guardare. Ma Fiorentina-Atalanta non prometteva noia. Tutt'altro. Fiorentina giovane e fresca, gioca anche per divertirci e ci divertirà. Atalanta non ha smarrito il calcio intelligente e sfrontato insieme dell'anno passato. Queste erano le promesse, anzi le premesse della partita al Franchi.
Ma al Franchi è mancata, non s'è vista l'erba voglio. C'era la voglia di giocarsela per vincere, la voglia si è vista. L'attitudine a giocarsela davvero non all'italiana, a giocarsela per vincere per novanta e passa minuti, no, quell'attitudine non c'è. Non c'è bisogno di aver guardato Chelsea-Liverpool. Basta aver intravisto la più modesta Arsenal-Watford per misurare quanto più bassa sia la velocità, sì proprio la velocità, la corsa collettiva delle partite nostrane. Anche le più giovani, anche le più fresche, anche le Fiorentina-Atalanta.
Non si può giocarsela non all'italiana se corri all'italiana. E al Franchi Fiorentina e Atalanta hanno corso poco. E non perché giocassero troppo di fino per correre. Nel campionato britannico e in misura minore anche in quello spagnolo e perfino tedesco corsa e velocità non litigano, anzi vanno in coppia con quello che da noi si chiama, si definisce, con qualche punta d'idolatria, gesto tecnico (in quello greco e portoghese non so quanto si corra ma ho il forte sospetto la velocità sia quella, più o meno, italiana). Nel campionato italiano verso la metà del secondo tempo telecronaca e commento invariabilmente annunciano: squadre stanche. E assolvono così ogni mediocrità. Squadre stanche dopo 70 minuti di gioco? Sarà...
E' che non si corre, non tutti insieme, non con raziocinio e cultura. Milenkovic là dietro che gli vuoi dire? Bravo. Ma mai una corsa. Pezzella meno bravo, altrettanto lento. E Vitor Hugo uguale. Ma velocità mica la devono dare loro, tocca a Gerson. Gerson veloce? Veretout è il più bravo e l'unico che non bradipeggia. Lafont il migliore, quello che fa davvero risultato a cinque dalla fine. Ma Lafont non deve correre.
Il primo vero momento lampo della partita è il guizzo d'istinto che porta quelli della Fiorentina a chiedere alla sorte un risarcimento per il rigore di polpastrello lunarmente subito contro l'Inter. La palla tocca un atalantino in area, veloci come la luce chiedono, veloce come la luce sparisce la pretesa. Sparisce ma non svanisce, una decina di minuti ancora e arriva il risarcimento per i viola del rigore subito nella partita precedente. Come chiamarlo? Rigore di frenata, ecco può andare. Chiesa in area frena, Toloi lo tocca da dietro. Non un tamponamento vero e proprio. Di quelli che si toccano i paraurti e se succede a due nel traffico, se non sono in eterna cerca di lite, finisce che si scende, si vede che è niente e neanche ci si scambia i dati per l'assicurazione.
Invece è rigore per la Fiorentina. Ed è uno a zero. Appunto: un caso, un colpo di fortuna, un arbitro...Oggi a me, domani a te. Il gioco all'italiana prevede di questi momenti culminanti. Dall'altra parte veloce e confusionario Zapata, veloce a sprazzi ed egoista Gomez. Veloce nel pensare De Roon, nel pensare calcio. Farlo è altra cosa. E comunque fine della velocità atalantina. Se la giocano ovviamente dopo lo svantaggio ma non trovano né un colpo di genio, né di fortuna, né di arbitro né di VAR e quindi perdono.
Le solite tre partite in una: la prima con 22 custodi in campo dello zero a zero, la seconda con un qualche dio del calcio che manda in vantaggio l'uno o l'altro, la terza con 11 a difendere e 11 disperati. La prima noia, la seconda caso e passione, la terza in fondo l'unica da guardare. Quella in cui si gioca davvero, quella in cui la Fiorentina raddoppia anche perché Chiesa a correre davvero ha cominciato.
Diciamo che è stata colpa del caldo, hanno detto 30 gradi. Diciamo colpa del caldo, diciamolo. Ma non è vero. La Fiorentina si fa quarta in classifica, insieme all'Inter, scavalca Roma e Lazio. Basta e avanza, è quel che conta, anche se gran parte del resto è... calcio noia.
IL TABELLINO
Fiorentina-Atalanta 2-0 (primo tempo 0-0)
Marcatori: 17' st (rig.) Veretout, 45+4' Biraghi
Fiorentina (4-3-3): Lafont, Milenkovic, Pezzella, Hugo, Biraghi, Benassi (33' pt Edimilson), Veretout, Gerson (36' Laurini), Chiesa, Pjaca (9' st Mirallas), Simeone. All.: Pioli.
Atalanta (3-4-1-2): Gollini, Toloi, Mancini (25' st E. Rigoni), Palomino, Castagne (21' st Ali Adnan), De Roon, Freuler (35' Barrow), Hateboer, Pasalic, Gomez, Zapata. All.: Gasperini.
Arbitro: Valeri di Roma.
Ammoniti: 6' st Hugo (F), 9' st Castagne (A), 16' st Toloi (A) 41' st Gomez (A), 44' st Lafont (F), 45+1' Edimilson (F)