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La disfatta dei Della Valle: scarpe, treni e Fiorentina, non funziona più niente
Il clima fiorentino, però, è uno dei peggiori d’Italia e spesso rivaleggia con Bolzano, Bologna e Torino: freddo, spesso umido, in inverno, caldo afoso in estate.
Ma ai fiorentini, inteso come appassionati di calcio, quest’estate sembra addirittura mancare il respiro e l’annuncio choc del patron Diego Della Valle ha lasciato attoniti anche i più convinti assertori del “progetto”.
Più volte, negli scorsi anni, abbiamo sostenuto come la volontà di disimpegno fosse palese. Dopo la conclusione dell’era Prandelli e il disgraziato biennio Mihailovic-Rossi, è venuto il biennio montelliano e poi quello in salsa Sousa, tutti segnati dallo stesso canovaccio, con la sensazione che i proprietari fossero pronti a disfarsi di chi iniziasse a rubar loro la ribalta..
Ma, al di là dell’insoddisfazione dei tifosi, anche gli azionisti di Tod’s hanno di che lamentarsi.
Nello stesso periodo nel quale sono stati proprietari della Fiorentina, gli imprenditori marchigiani hanno visto la capitalizzazione della propria azienda in borsa salire dai 55 euro del 2002 agli oltre 140 del 2013, salvo ritornare ai valori iniziali nelle ultime settimane, con un capitombolo pesantissimo che a 3 anni vuol dire oltre -50%. Nello stesso tempo, brand paragonabili quali Ferragamo, Moncler, Luxottica, Cucinelli, per non parlare delle grandi maison francesi come LVMH, hanno realizzato performance ben più interessanti.
Tod's 2000-2013
Tod's 2012-2016
Stretti fra una presenza eccessiva in mercati a scarso tasso di crescita (Italia in testa) e scarsa diversificazione di prodotto (di fatto fanno scarpe e poco altro), i DV hanno visto erodersi i margini, perdere smalto i marchi, diminuire i fatturati, e non hanno intrapreso azioni decise per invertire il trend. I tentativi di planare su altri settori con investimenti finanziari stanno segnando il passo: è di queste ore il disimpegno di IntesaSanPaolo da NTV (Italotreno) dove la famiglia, insieme ai Cordero di Monteemolo, ha investito molto.
Negli affari come nel calcio. E il fatto che si siano sempre ostinati a dire che avrebbero gestito la squadra come fosse una delle loro aziende, alla fine li ha visti coerenti ma perdenti, perché hanno subito rovesci su ogni fronte.
Le iniziative di facciata, anche benemerite, messe in atto per riacquisire visibilità e smalto, hanno denotato poca strategia e un atteggiamento piccoso.
Ma la gente, i tifosi, gli azionisti, in una parola quelli che per i Della Valle sono i “clienti”, pare si siano stancati... e questo non è un bene, specie per chi vende prodotti che possono essere acquistati a certi livelli di prezzo solo se si ha la sensazione di comprare un’emozione, un simbolo, un’identità e non solo una scarpa o il biglietto di uno spettacolo sportivo o di una pay tv, peraltro ricorrente e di livello non eccelso!
Se poi si ha qualcosa del quale tutti sanno che vuoi disfarti, e lo metti apertamente in vendita, specie di questi tempi, il rischio è di non riuscire a svendere…
Riderà bene chi ride ultimo, dice il proverbio. Certo che molti adesso, se non rideranno, in cuor loro sogghigneranno, e la definitiva sconfitta nell’affare Salah non è che l’ultima beffa che si aggiunge al danno.
Il rischio reale è che saranno invece in molti a piangere, Stefano Pioli in testa, ritrovatosi in una sorta di moderno girone dantesco quando pensava di essere in paradiso, e con lui alcuni giocatori, molti tifosi, e tutto l’indotto che ruota intorno alla Fiorentina.
Di cavalieri bianchi non se ne vedono, neppure in lontananza. E neanche di gialli, ultimamente più di moda.
E allora perché mai i DV avrebbero dovuto esporsi così palesemente?!?
La risposta alla fine potrebbe essere una sola: finisce per ITA’, ma invece di iniziare per OPPORTUN comincia con NECESS.