La fine del Collettivo Autonomo Viola e di un'epoca
"Finisce un'epoca, un grande amore e, come spesso accade, resta quel dolore che non si può descrivere, un indelebile segno al cuore, oltre all'album dei ricordi che conserveremo per sempre e nessuno potrà mai scalfire".
Così parlo Stefano Sartoni, per chiunque il "Passarella", al tramonto di una domenica diversa dalle altre.
Le voci si rincorrevano già da diversi giorni. E c'era più d'un sentore che quel mormorio avesse ben poco di diceria e molto di fondato. "Il Collettivo si scioglie" si continuava a ripetere nell'ambiente curvaiolo. La conferma domenica, quando, nelle varie redazioni, in non pochi avevano notato il settore ospiti del Tardini spoglio di quel drappo col 'nome' che dal '78 accompagnava i viaggi della tifoseria viola. "Sarebbe imminente una riunione per decidere le sorti del gruppo...", qualcuno profetizzava dagli studi di Platinum Calcio all'intervallo della gara ignaro che la fatidica tavola rotonda si era tenuta la sera prima, in via Assisi, nel quartier generale dei Rossi, zona Isolotto. Una quarantina di persone all'incirca, i volti 'storici' del gruppo storico, lo zoccolo duro, quello che ha scritto capitoli su capitoli della storia della Fiesole. Due ore faccia a faccia per decidere qualcosa già deciso nell'inconscio dei più. E a nulla è valso il tentativo di "resistenza" dei pochissimi 'testardi', dei restii a voler mollare, perchè "concordavamo quasi tutti - rimarca I'Passa - non c'era intenzione di tornare sui nostri passi, nè i presupposti per proseguire il cammino. Troppe cose sono cambiate qui a Firenze oltre che in generale e per i tempi che corrono credo sarà difficile tornare ai fasti di un tempo anche se l'augurio è e sarà sempre quello di rivedere quanto prima la Fiesole di una volta, quella curva ammirata, invidiata e temuta da tanti".
La fine di un'epoca così tracciata nel comunicato siglato C.A.V. 1978 fatto circolare soltanto ieri.
“In data 5/2/2011 il Collettivo Autonomo Viola ha deciso di sciogliere il gruppo. Nessuno vedrà più il nostro striscione appeso negli stadi... Per amore di Firenze e della Fiorentina abbiamo sempre dato il meglio creando delle grandi amicizie che resistono al tempo e che sono tra le cose più belle della nostra vita e che hanno permesso alla nostra curva di essere fra le più belle e rispettate. Ringraziamo tutti coloro che hanno contribuito a fare grande la nostra storia”. Che necessiterebbe di ben altro spazio per essere riavvolta da quando quel gruppo di ragazzi decise di staccarsi dagli “Ultras” per dar vita al Collettivo (inteso come 'raggruppamento di divesri club') Autonomo (non iscritto al Coordinamento) 1978 (l'anno di nascita). Ora è il tempo di sbaraccare la sede di Ponte a Greve, giunta dopo quelle in via delle Porte Nuove, al bar dei Pini e all'Affrico. E' il tempo di trovare una nuova collocazione ai tanti cimeli lì riposti fino a qualche giorno fa. Uno di questi, forse il più emblematico, l'ha già trovata...
“Tutti – dice Sartoni – hanno voluto che fossi io il 'custode' del drappo di tela con l'Indiano. Una decisione che mi ha commosso”.
Ma se è vero che dalla prossima in casa la vetrata sarà spoglia del marchio identificativo che l'ha addobbata per decenni (per volere della famiglia, l'unico striscione che continuerà ad essere esposto è quello in memoria di Daniele Puliti, il 'Tucano') è altresì vero che loro, quei ragazzi oggi non più tali, molti dei quali padri di famiglia, ci saranno sempre nel nome di quella 'fede' che li ha aggregati e rinsaldati. La 'fede' viola, quella sì che non potrà mai sciogliersi.