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  • Viola, addio Collettivo:| Era il cuore della Fiesole

    Viola, addio Collettivo:| Era il cuore della Fiesole

    Veder sventolare la bandiera con la faccia dell’Indiano Apache rappresentava spesso un vanto per i tifosi viola. Dopo trentatre anni però sta per sciogliersi il Collettivo Autonomo viola, colonna portante della curva Fiesole. Il Cav saluta, insieme all’indiano che ne era il simbolo. Il comunicato ufficiale arriverà oggi e spiegherà le motivazioni che hanno portato a questa clamorosa decisione (dall’introduzione della tessera del tifoso, a un mondo del tifo in cui è sempre più difficile riconoscersi e che può portare anche ad alcune divisioni interne). E ora l’interrogativo è questo: chi diventerà il leader del tifo e della Curva? chi passerà il testimone il Cav, da anni presieduto da Stefano Sartoni detto Passarella?

    Ieri a Parma lo striscione del Collettivo che ha sempre accompagnato ovunque la squadra non è stato esposto. Quello striscione che per la prima volta fu esibito nel 1978 in una trasferta a Verona, con l’aggiunta di Curva Fiesole e con un giglio e un leone che fa la linguaccia (era il primo simbolo del gruppo, dal 1983 sostituito appunto da un capo indiano). Il Collettivo fu fondato da un gruppo che decise di uscire da quello degli Ultras, in quel momento dominante. Il Cav progressivamente, ma non senza difficoltà, riuscì a guadagnare la considerazione di buona parte della Fiesole. Dopo il 1983 il Collettivo inizia a diventare il gruppo leader, posizionandosi al centro della Curva Fiesole, diventandone la guida. È proprio in questo periodo che nascono le prime grandi coreografie, che hanno reso famoso il Collettivo. Per il rientro in campo di Giancarlo Antognoni — dopo l’infortunio al ginocchio— la curva ad esempio si colorò con grandi strisce verticali viola mentre ai piedi della Fiesole era stato esposto lo striscione: «Niente ti ha distrutto, sei come il sole... risorgi e illumini tutto» .

    Ma il Cav è stato anche protagonista della battaglia per trattenere a Firenze Roberto Baggio, considerato l’erede di Antognoni e con cui era stato creato un rapporto strettissimo. Sono gli anni in cui inizia la contestazione nei confronti dei Pontello che stavano preparando la cessione di Baggio. Nell’ 89-90 la contestazione è articolata e nel giorno di Fiorentina-Napoli la curva Fiesole restò deserta per protesta nei confronti dei proprietari. Con l’era Cecchi Gori il clima torna più sereno e il Collettivo riesce a distinguersi anche per una delle più belle coreografie della storia viola. Nel giorno della gara contro la Juve, sei aprile ’ 91, in Curva vengono riprodotti con ventimila cartoncini bianchi e viola i monumenti di Firenze. Dal Duomo al Ponte Vecchio. Un lavoro certosino, con prove effettuate mille volte perché la coreografia riuscisse perfettamente. Successivamente verranno allestite altre coreografie di grande impatto, come quella con i colori dell’Argentina, dedicata a Batistuta a cui è stata anche eretta una statua. Eppoi, tra le altre, la grande spettacolare coreografia che richiamava i rioni del calcio storico fiorentino in occasione di Fiorentina Juve del 2004-05, che tornava dopo tre anni visto che la squadra viola era precedentemente scesa nelle categorie inferiori. Ma anche quella con il numero 12 (il dodicesimo uomo in campo) oppure la coreografia con la scritta «Let's go viola» con la bandiera dell’unione europea in occasione del ritorno in Europa. Naturalmente come in tutti gruppi ultras nella storia del Collettivo ci sono stati anche episodi discussi e discutibili: prima di una gara con la Juve a metà degli anni ’ 90 ad esempio il bus della squadra bianconera fu preso a sassate, con conseguente Daspo di molti esponenti del Collettivo. Ma il Cav è andato comunque avanti, in prima linea anche nella contestazione a Vittorio Cecchi Gori all’alba del 200o.

    L'entuasiamo è tornato nell’era Della Valle, con le qualificazioni in Champions League. Ci fu per la verità anche la vicenda del blocco dei treni, con i tifosi che invasero la stazione di Campo di Marte nel luglio 2006, provocando disagi e ritardi, per protestare contro la retocessione in B decretata da Calciopoli, anche se quel tipo di contestazione non fu nè promosso nè avallato dai capi. Alla fine con lo scioglimento del Collettivo, oltre all'interrogativo su chi prenderà la guida della Fiesole, resta aperta anche un’ulteriore questione: i diritti dell’Inno della Fiorentina sono stati donati da Narciso Parigi proprio al Collettivo. A chi andranno adesso?

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