La favola di Malcore, dalla Serie D a una tripletta da sogno
Pietro Scognamiglio
Solo un anno fa, di questi tempi, Giancarlo Malcore si guadagnava da vivere sui campi del girone H di Serie D. Tredici gol con la maglia del Manfredonia, otto nella stagione precedente a Nardò. La prospettiva era quella di un'onesta carriera a cavallo tra terza e quarta serie, senza sogni di gloria. In D gli veniva già attaccata addosso l'etichetta di giocatore di categoria, visto che non era riuscito a mantenere la promesse dei primi anni di professionismo. Sembra passata una vita. Malcore oggi si è portato a casa il pallone, schiantando con una tripletta l'Ascoli per regalare al Carpi un successo che mancava da metà ottobre (2-1 al Cesena). Si trova in B per un'intuizione del direttore sportivo biancorosso Matteo Lauriola e soprattutto di Antonio Calabro, l' allenatore che l'ha sfidato da avversario negli anni della D (guidava la Virtus Francavilla) per poi volerlo con sé nel calcio dei grandi. Negli ultimi anni diventano sempre di più gli emuli di Kevin Lasagna, il primo ad aver sfondato a suon di gol in cadetteria arrivando dai dilettanti. Di Malcore però colpisce il saper essere decisivo con giocate di alta qualità. Basta rivedersi i suoi gol in campionato, cinque, a partire dalla prima giornata quando tirò fuori il biglietto da visita infilando così il Novara.
Ma che l'annata potesse diventare magica per l'attaccante della provincia di Brindisi si era capito già in estate. Amichevole contro il Napoli. Ripartenza, sterzata a caricare il destro e traiettoria a giro sotto l'incrocio.
Già in Trentino si prese la copertina e le prime interviste. "Ringrazio chi mi ha portato qui a Carpi, che mi conosce da tanti anni e sa cosa ho passato. Ora ho questa grande opportunità per cui metterò sempre il massimo impegno per aiutare la squadra e cercare di segnare più gol possibili”. E' stato di parola.