La buonanotte di Bernardini: si fa presto a dire amico, una parola troppo seria
La buonanotte è un amico. Termine troppo importante per essere speso
con leggerezza. Il giorno che se ne sta andando è stato ufficialmente
dedicato all’amicizia, in tutto il mondo. Immagino la tempesta di “tweet”
e di “emoticon” scatenata in Rete. Caro amico ti scrivo…..messaggi
indirizzati a perfetti sconosciuti riuniti in “gruppi” su “Whatsapp”. Il
passepartout per entrare nella stanza dove possiamo illuderci di non
essere da soli. Conoscenze, spesso superficiali, ma non amicizia.
Un amico non è virtuale. E’ la colonna portante della nostra esistenza. Condivisione, tolleranza, parità di ruolo, saper tacere, sorrisi, lacrime, risate, dover mai dire mi spiace, saper chiedere scusa. C’è chi lo chiama amore. E’ molto di più. E’amicizia. Un amico è un tesoro inestimabile. Merce rara. Spesso unica.
Io sono fortunato. Da cinquant’anni. Da quando conobbi Darwin
Pastorin a “Tuttosport”. Il vero erede di Caminiti, oggi scrittore di libri
bellissimi. Il direttore Piero Dardanello ci aveva ribattezzati Zico (lui)
Socrates (io). Non abbiamo mai smesso di giocare insieme. Con le parole
e con la fantasia. Senza bisogno del telefonino. Tra amici basta il pensiero.
Anche da lontano.
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