La buonanotte di Bernardini: i 76 anni di Jagger, e la volta che Gentile trasformò il diavolo in un angelo
Marco Bernardini
La buonanotte è una torta. Un dolce con settantasei candeline, tante quante gli anni del festeggiato. I bookmakers londinesi, tempo fa, pagavano dieci a uno la sopravvivenza di Mick Jagger. Dicevano: l’idolo del rock troppe ne ha viste e fatte per poter invecchiare. Ha vinto lui. Arzillo come un ragazzino e con il cuore rifatto oggi ha festeggiato un’età invidiabile. Era il Diavolo. E se non proprio Belzebù, perlomeno uno dei suoi figli. Cantava con i Rolling Stones "Paint it black” e “Satisfaction”. Dal Vaticano arrivavano minacce di scomunica. Poi la conversione. Niente più droga, sesso giusto quel che basta, una birra non tutti i giorni, tanto sport. Mick è diventato un angelo. Lui che l’undici luglio del 1982 regalò ai torinesi la grande bellezza di una giornata memorabile. Nel pomeriggio tutti allo stadio Comunale per il concerto del secolo. La sera tutti davanti alla tivvù per assistete al trionfo mondiale degli azzurri a Madrid. Jagger poteva leggere il futuro. Si presentò sul palco indossando la maglia di Claudio Gentile e urlò: “vincerà l’Italia per tre a uno”. Ne sapeva una più del diavolo. Buona notte e fate sogni colorati. Ascolta "I 76 anni di Jagger, e la volta che Gentile trasformò il diavolo in un angelo" su Spreaker.