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La benedizione di Luis Enrique e la dedica a Sira: Ferran Torres rinasce con la Spagna
FIDUCIA - Questione di fiducia, come ha ammesso in passato Ferran, perché è proprio quella che a tratti ha perso con il trasferimento al Barcellona. Un passaggio sul quale hanno gravato tante pressioni, non solo per le aspettative generate dalle sue qualità ma anche per la cifra dell'affare, 55 milioni di euro per il solo cartellino, e tutte le difficoltà relative all'iscrizione alle liste date dal momento di difficoltà economico dei blaugrana. Chi non ricorda i veri e propri salti mortali compiuti dalla dirigenza catalana per tesserarlo? Aggiungiamoci il recupero dalla frattura al metatarso che lo ha costretto ai box negli ultimi due mesi al City e un'ulteriore polemica, perché solo pochi mesi prima il Barça rinunciava al rinnovo di Messi per poi investire quelle cifre su di lui. Tante pressioni che i due assist nelle prime due presenze con Alaves e Atletico Madrid avevano solo parzialmente spento, perché l'avventura di Ferran a Barcellona va a fiammate, senza trovare continuità. Lo conferma anche la stagione corrente, che lo vede sempre impiegato da Xavi ma spesso dalla panchina, limitate le presenze da titolare, anche se nell'unica in Champions aveva realizzato una doppietta (nell'inutile vittoria con il Viktoria Plzen all'ultima giornata della fase a gironi). Con Luis Enrique però è tutto diverso, per la Spagna è un punto fermo e riesce a incidere non solo con i gol, ma si integra alla perfezione nel gioco delle Furie Rosse. Questione di fiducia e di alchimia tecnica, non di rapporti familiari: Ferran Torres è davvero l'uomo in campo di Luis Enrique, anche per la gioia di Sira.