La battaglia all'interno degli Agnelli: Margherita contro la Dicembre del figlio Elkann: 'Atti da chiarire'
Chi controlla la Dicembre, in sostanza, controlla tutto poiché questa società è la prima azionista col 38% circa della Giovanni Agnelli Bv, società di diritto olandese che vede al suo interno la la presenza di tutti gli altri rami famigliari e non (i discendenti Umberto e Maria Sole Agnelli, di Giovanni Nasi, dei Brandolini D’Adda…). La Giovanni Agnelli Bv a suo volta detiene il 53% di Exor (anch'essa spostata in olanda e quotata in borsa) che a sua volta controlla il 14,4% di Stellantis, il 22,91% di Ferrari, il 26,89% di Cnh Industrial, il 63,77% della Juventus e il 100% di Partner Re.
Cosa sta quindi succedendo a Torino? A scatenare questa piccola scossa legata alla Dicembre è questa volta Margherita Agnelli, madre di John, Lapo e Ginevra Elkann e che, fin dalla morte dell'Avvocato sta cercando di fare chiarezza sulla sua eredità dopo che lei ne fu estromessa per le note vicende giudiziarie e per cui arrivò a siglare una compravendita di uscita dalle quote societarie. Secondo i suoi avvocati che da tempo stanno provando ad accedere agli atti della Dicembre, i documenti della società "non risulterebbero conformi alla normativa di settore".
Gli stessi legali, in una memoria consegnata il 15 luglio al Tribunale di Torino, pubblicata in parte dal Corriere della Sera, sollevano dubbi su una serie di atti depositati al Registro delle imprese (in ritardo di 20 anni). Ma qual è oggi il motivo dell'iniziativa della figlia dell'Avvocato? Sempre secondo il Corriere della Sera da un lato c'è l'obiettivo di verificare correttezza e trasparenza degli atti dopo la morte di Gianni e Umberto, ma secondo ambienti finanziari c'è anche la volontà di rimettere in discussione gli assetti azionari.
Ad oggi una prima battaglia Margherita Agnelli l'ha vinta, poiché in tribunale è riuscita ad accedere agli atti in cui si certifica che le azioni della Dicembre sono oggi così suddivise: il 60% è di John Elkann con il restante 40% suddiviso alla pari al 20% fra Lapo e Ginevra. Sostanzialmente, da quando nel 1996 diventò obbligatorio per legge segnalare l'esistenza di queste società alla Camera di Commercio gli Agnelli/Elkann fino al 2012 non se ne sono preoccupati. Ci pensò allora un giudice ad obbligarli, ma solo di recente sono stati depositati una serie di atti, compresi quelli del 2004 che hanno definito l’assetto attuale in cui c'è tutta la storia della società.
E' da qui che è partita parte la nuova sfida di Margherita Agnelli, perché nell’accordo di rinuncia all’asse ereditario in seguito alle note vicende ottenne circa 1,17 miliardi in asset, ville e opere d'arte, ma nel 2007, ritenendo di essere stata tenuta all’oscuro dell’esatto patrimonio dell’Avvocato, chiese in tribunale l’annullamento dell’intesa svizzera e un rendiconto completo di beni e attività. In vari gradi di giudizio non se ne fece nulla, ma ora il pressing è ripartito proprio attraverso queste verifiche sulla regolarità degli atti della Dicembre. La guerra silenziosa per l'eredità della famiglia più importante d'Italia è soltanto agli inizi.