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    L’odiosa guerra tra i 'signori del vaccino' pagata da quelli che soffrono e muoiono

    L’odiosa guerra tra i 'signori del vaccino' pagata da quelli che soffrono e muoiono

    • Marco Bernardini
      Marco Bernardini
    Al pari dei signori della guerra, della droga e dei poteri occulti ecco che  il mondo oggi e in particolare l’Europa si trova a dover fare i conti con i signori del vaccino ovvero quelle multinazionali del farmaco il cui dovere etico dovrebbe essere rappresentato dalla salvaguardia della salute pubblica. Anche loro, purtroppo, ragionano in termini di profitto e non vanno per il sottile quando si tratta di guadagnare e persino di speculare in modo machiavellico sulla sofferenza altrui. Così proprio nel momento in cui il mondo intero al tempo del Covid si aggrappa all’unica speranza al momento praticabile dei vaccini anti virus, i padroni del gioco scatenano un’odiosa guerra per il denaro.

    Domani l’Ema si pronuncerà ufficialmente sul “caso” AstraZeneca per comunicare se potranno riprendere le vaccinazioni con quel prodotto farmaceutico che tanta apprensione ha determinato tra la gente a causa dei suoi presunti effetti collaterali talvolta fatali. In ogni caso lo stop alle somministrazioni su coloro i quali attendevano la prima dose ha provocato uno sconvolgimento del piano vaccinale studiato per tentare di arginare contagi e decessi in quelle zone del pianeta, Italia compresa, dove la pandemia non accenna minimamente ad allentare la sua morsa. Tempo preziosissimo è andato perduto e il tempo delle clausure si dilaterà ulteriormente.

    Per tentare di capire che cosa vi sia alla base di questo evento sconsiderato non è poi così avventato pensare in termini complottistici ad una guerra tra multinazionali dove i più potenti cercano di contrastare la concorrenza meno attrezzata dal punto di vista ”militare”. Pfizer e Moderna, gli attuali fornitori principali dei vaccini, sono degli autentici giganti nel settore e applicano strategie di mercato prive di scrupoli. L’anglo svedese AstraZeneca non possiede una simile forza d’urto. Nata in un’Università e allestita intorno ad un’etica molto rigida di gestione “low profit” anche rispetto al vaccino l’azienda ha mantenuto integri i i suoi principi tanto che le sue dosi di farmaco costano una cifra infinitamente inferiore quelle della concorrenza americana.

    Questo, da solo, dovrebbe insinuare il dubbio su ciò che si trova dietro a quel che sta accadendo. Una perplessità alimentata dal fatto che proprio poche ore prima dallo stop al farmaco “incriminato” la stessa Pfizer ha annunciato di essere pronta a invadere di fiale l’Europa alla quale, giorni prima, erano stati fatti tagli consistenti di forniture nonostante gli accordi firmati. Non solo. Siamo alla vigilia dell’entrata in scena ufficiale della Johnson & Johnson, altra potenza americana, mentre crescono sempre di più le pressioni per mettere in gioco anche lo Sputnik russo.

    Insomma, un paio di domande almeno sarebbe opportuno porsele, ma soprattutto occorrerebbe scandalizzarsi e poi agire seriamente contro questo mercato che violenta un’intera umanità già spaventata, sofferente e impegnata a contare i morti. Un vaccino salvavita non deve essere un privilegio o lo strumento per fare cassa, ma un bene comune. Spetterebbe a ciascun Governo “commissionare” le multinazionali, dopo aver pagato loro legittimamente i diritti del brevetto, e gestire così autonomamente la campagna vaccinale. La guerra tra i signori del vaccino avrebbe così termine e la gente otterrebbe ciò che le spetta di diritto.

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