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    L'Italia non è più la migliore d'Europa: squadra allo sbando, qualcuno si è montato la testa. Rischiamo un altro dramma

    L'Italia non è più la migliore d'Europa: squadra allo sbando, qualcuno si è montato la testa. Rischiamo un altro dramma

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    Belfast è crudele, il Qatar è lontano, l’Italia campione non c’è più.

    Il pareggio (0-0) con cui gli azzurri si congedano da un girone a lungo condotto e, a volte, letteralmente dominato, manda in pezzi le certezze che ci eravamo costruiti l’estate scorsa, promuove al Mondiale la Svizzera (4-0 alla Bulgaria) contro la quale abbiamo sprecato due rigori tra andata a ritorno e ci condanna agli spareggi di marzo che sono già un incubo. Non solo per gli avversari (Portogallo, Svezia, Russia, Polonia, Repubblica Ceca) che ci potrebbero capitare, ma soprattutto per la formula a gironi con semifinale e finale in gara secca, quindi con eventuale supplementari e rigori. Una roulette.

    Purtroppo, con grande ritardo rispetto a quando ebbi modo di dirlo dagli studi di Sky, l’Italia che a luglio è diventata campione d’Europa non è la nazionale più forte d’Europa. E’ quella che in un mese ha giocato quasi meglio di tutti gli altri (ma non di Spagna e Austria, per esempio), quella che ha sfruttato tutte le circostanze favorevoli, quella che si è ritrovata con gli uomini migliori, quella che ha avuto maggiore fortuna. Semifinale (con la Spagna che ci dominò) e finale (con l’Inghilterra) le abbiamo vinte ai rigori, grazie ad un superlativo Donnarumma che ieri sera, dopo una buona partita, ha commesso una grande sciocchezza tecnica (uscita fuori dall’area e palla mancata) sulla quale ha rimediato Bonucci a porta vuota.

    Cito l’episodio non perché abbia in qualche modo inciso nel giudizio critico, ma perché è il simbolo di un’Italia che, dopo un trionfo straordinario, sta andando allo sbando. Intanto perché non segna più (come contro l’Irlanda) o lo fa pochissimo (come con la Svizzera), poi perché il gioco è lento, prevedibile e confuso, infine perché qualcuno crede davvero di essere campione o fuoriclasse ignorando che quelli veri sanno ricominciare ogni volta da zero e hanno sempre voglia di vincere.

    Avevamo molte assenze e questo ha inciso. Tuttavia non è la mancanza di Ciro Immobile la ragione per cui non facciamo gol. Il laziale, in questa Nazionale, ha sempre fatto fatica e, nonostante il successo finale, il suo Europeo è stato modesto e criticato.

    Detto questo, Belotti non è presentabile né al Torino, né in un contesto internazionale: quando è entrato, al posto di Barella, è stato disastroso al pari di Insigne, sostituito per l'ennesima volta sotto la gestione Mancini. Male anche Chiesa, il cui gran movimento non è stato produttivo, un po’ meglio Berardi che ci ha provato sia con conclusioni personali, sia con assist ai compagni.

    Ma il giocatore che più di ogni altro è irriconoscibile rispetto alla campagna d’Europa è Jorginho. Forse i due rigori sbagliati con la Svizzera, che hanno compromesso una qualificazione certa, sono un tarlo che lo sta erodendo. Forse è solo in un periodo di scadimento di forma e lucidità. Fatto sta che, insieme a Belotti e Insigne, il calciatore del Chelsea è stato tra i peggiori.

    Mancini aveva scelto Tonali per Locatelli, scelta che non ho condiviso e il campo, purtroppo, mi ha dato ragione: il milanista è finito tritato tra le maglie difensive dei nordirlandesi, procurandosi un’ammonizione che ha costretto Mancini a toglierlo dal campo per inserire Cristante. Il c.t. ha cominciato la partita con il tridente leggero (Berardi, Insigne, Chiesa) e l’ha chiusa con Belotti, Bernardeschi, Scamacca, Chiesa e Berardi. Ovvio che dal 74’ in avanti, cioè da quando la Svizzera è andata sul 3-0, il nostro allenatore ha provato a trovare i gol della qualificazione (ne sarebbero serviti almeno tre alla fine, visto che i rossocrociati hanno vinto 4-0) inserendo attaccanti ed esterni.

    Eppure, ad un certo punto, un’inquadratura televisiva è stata esplicita: “Ne facciamo almeno uno?”, ha urlato aggiungendo un’imprecazione. No, non siamo stati capaci di fare neanche quello che, ben lungi dal salvare l’onore, ci avrebbe permesso di abbattere il muro difensivo di un’Irlanda del Nord che pratica un cacio anni ‘70, tutti indietro per un tempo, tre contropiedi nella ripresa e una grande festa per non aver subito neppure un gol in casa nel girone e, soprattutto, per aver fermato i campioni d’Europa.

    Forse sarebbe stata una partita diversa, ma saremmo finiti ai play off ugualmente, se Di Lorenzo, ad inizio partita (7’), non si fosse visto deviare dal portiere avversario un destro ad incrociare destinato sotto la traversa. Forse avremmo preso un po’ più di coraggio se Chiesa (13’) avesse chiuso dentro la porta, e non sull’esterno della rete, un cross dello stesso Di Lorenzo.

    Magari avremmo fatto un secondo tempo migliore se Insigne (36’) non avesse vanificato una grande occasione (tiretto centrale) e, soprattutto, se non avesse servito con un attimo di ritardo uno scatto di Chiesa lanciato verso la porta (per la cronaca lo juventino era in fuorigioco e comunque Peacock-Farell aveva deviato di piede).  Invece, dopo un primo tempo in cui l’Italia non ha concesso nulla agli avversari, al 49’ abbiamo subito un contropiede, con conclusione confezionata da Lewis per Saville, stroncata da un grande Donnarumma. Poco prima (48’) Bonucci aveva trovato tra le linee Insigne, ma dopo un buon controllo, il tiro del napoletano era finito fuori.

    Dal primo vantaggio della Svizzera (52’) in avanti, l’Italia ha cominciato ad allungarsi, a sbagliare di più, a muoversi di meno e, soprattutto, con maggiore lentezza. Gli ultimi fuochi, prima di un tiro deviato di Emerson (80’), li hanno accesi Berardi (57’, punizione parata) e Chiesa (62’, tiro a giro, su assist di Berardi, fuori di mezzo metro). Poi solo confusione, frustrazione e velleità con Washington, subentrato a Whyte, che ci ha graziato in un paio di circostanze. Bravo Bonucci, comunque.

    Alla fine, dunque, o ci qualifichiamo con gli spareggi o sarà dramma. Per la seconda volta consecutiva rischiamo di stare a casa dai Mondiali e non possiamo nemmeno prendercela con il c.t. e i suoi calciatori. Ci hanno fatto ballare un’intera estate e non sarebbe giusto dimenticarcene proprio adesso.

    :(actionzone)

    IL TABELLINO

    Irlanda del Nord (4-1-4-1): Peacock-Farrell; Cathcart, Flanagan, J. Evans, Lewis; Davis; Dallas, McCann, Saville (27’ st C. Evans), Whyte (27’ st Washington); Magennis. In panchina: Hazard, Southwood, Bradley, Brown, Ferguson, Galbraith, McGinn, Jones, Taylor. Allenatore: Baraclough.

    Italia (4-3-3): Donnarumma; Di Lorenzo, Bonucci, Acerbi, Emerson (35’ st Scamacca); Tonali (1’ st Cristante), Jorginho (23’ st Locatelli ), Barella  (19’ st Belotti ), Berardi , Insigne (23’ st Bernardeschi), Chiesa. In panchina: Meret, Cragno, Mancini, Ferrari, Zappacosta, Pessina, Raspadori. Allenatore: Mancini .

    Arbitro: Istvan Kovacs (Romania).
    Note: serata serena, terreno in buone condizioni. Ammoniti: Tonali, Magennis, Peacock-Farrell. Angoli: 12-3 per l’Italia. Recupero: 0’ pt, 3’ st.

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